Non so se avete letto ieri sui giornali italiani: dopo le giuste puntualizzazioni del ministro Bonafede, la procura tedesca accoglie la sentenza italiana, i due managers verranno incarcerati. Poi, leggendo bene, si intende che i managers hanno fatto ricorso e dunque sono ancora liberi.
Ma la notizia non sta qui: nei commenti ieri di questa notizia, che “la curo” da anni ormai, mi si faceva notare come il diritto tedesco NON riconosce le sentenze straniere diciamo “scomode”. All’uomo mi si faceva notare le sentenze in cui i tedeschi non riconoscevano il furto dell’oro greco (e ci sarebbe ancora mancato…. i tedeschi mica sono italopitechi!, sono fin troppo capaci a fare i loro interessi, fino agli eccessi – così la storia ci insegna, i campi di concentramento erano inizialmente campi di lavoro dove la gente lavorava gratis per aiutare l’economia tedesca, ndr -).
E’ anche vero che molti gerarchi del Reich furono protetti da giuduci ex nazisti che, invece del diritto, praticavano gli interessi, i loro, come sempre. Dunque voi pensate che in tale contesto le elite delle elites tedesche che erano ai vertici di Thyssen ai tempi del rogo di Torino – parlo dell’azienda che forse più di tutte (assieme a Krupp) usava la manodopera ebrea nei campi di concentramento nazisti – oggi verranno davvero messi in galera per il rogo italiano passato in giudicato? Negli stessi termini previsti dalla giustizia italiana? Ma per favore… Se gli va male andranno in qualche campo di vacanza. Non ci credete sui giudici nazi nella RFT, post 1945? Ecco qui, rinfrescatevi la memoria:
E forse pensate che i giudici tedeschi si occupino solo di cose diciamo “importanti”, non di bagatelle (nel caso del rogo tedeschi sto parlando di managers tedeschi facenti parte – come spesso accade a tali latitudini – di famiglie altisonanti germaniche ancora liberi dopo anni dalla sentenza definitiva italiana!!!). Ebbene no, i giudici tedeschi mica vi hanno restituito, a voi italiani residenti in Italia, le pitture rubate agli Uffizi. Tante parole, fatti pochi. Sapete perchè? Quelle pitture sono nelle case di ricchissime famiglie tedesche, spessissimo contigue con quello che era il Terzo Reich 75 anni fa. Dunque, scordatevi le pitture italiane rubate….
Volete esempi più prossimi. Prendiamo il caso Puidgemont: in fuga dalla Catalogna, ricercato dagli spagnoli, si consegno di fatto alla polizia proprio in Germania. Anche allora i media italiani dissero “Arrestato Puidgemont”, verrà estradato – i catalani rimasti in Spagna sono ancora in carcere per sedizione e ci resteranno per anni – … Alla fine Puidgemont con una sentenza di Stato, ossia di fatto politica, dopo NON è stato estradato per sedizione per per bagatelle, ovvero non andrà in galera in Spagna, protetto dalla Germania, che di fatto – nel più classico del dividi et impera contro i partners EU – favorisce tutte le autonomie in seno all’EU ben sapendo che il proprio paese è ben più forte grazie alla ricchezza che arriva in Germania grazie all’euro.
E sapete perchè capita tutto questo? Spiegateglielo al Fatto Quotidiano ed ai giudici che tale testata rappresenta: in Germania non esiste alcun CSM, i giudici, come negli USA ed in mezzo mondo, vengono nominati dalla politica, soprattutto ai gradi superiori (ecco perchè le sentenze di primo grado seguono diciamo una logica giuridica, mentre le alte corti invece perseguono la ragion di Stato).
Il contrario dell’Italia, un errore dei padri fondatori: il CSM non ha equivalenti per autonomia in Germania, Francia, USA, UK, dove i giudici rispondono in qualche modo alla politica.
In Italia no: ed ecco spiegata Tangentopoli e le sentenze troppo spesso assurde che bloccano l’economia del Paese – ed anche la politica, ndr – per poi altrettanto troppo spesso “spegnersi” in un nulla di fatto, dopo aver fatto danni enormi al Paese (emblematiche sono alcune pesanti inchieste del PM De Pasquale contro Finmeccanica ed altre ex aziende di Stato). Aggiungete che i giudici italiani non rispondono per i danni arrecati nemmeno in caso di dolo o colpa grave ed il quadro è completo [senza scomodare il giudice Diego Curtò che, assieme alla moglie Antonia Di Pietro, fece fallire Montedison impropriamente in forza di una tangente e mai pago per i danni civili arrecati].
A pensar male basta un giudice cooptato da un potere straniero, magari aderente che so al Grande Oriente di Francia (in Italia associarsi alla massoneria per un giudice è vietato, ndr), magari appartenente ad una procura con molte aziende strategiche (Milano?) e potete capite i danni che possono essere fatti al Paese. Certo, questo è un caso teorico ma che fa ben comprendere le dimensioni di un potenziale problema, che forse è più realistico di quanto si possa immaginare (…).
Dunque, invece di nascondere la verità sull’epilogo che avrà il rogo di Thyssen dietro titoli roboanti sulla “giustizia” in Germania, chiaramente facendo “immaginare” al popolo italiano che la giustizia tedesca funziona, sarebbe meglio da una parte smettere di illudere gli italici che la sentenza dei managers Thyssen sarà eseguita in Germania come lo sarebbe certamente in Italia. Dall’altra Roma dovrebbe prendere spunto dall’ordinamento tedesco e fare la stessa cosa. Cito sotto.
O quanto meno separare le carriere tra PM e giudici, oltre che gestire le progressioni di carriera per concorso, dando peso non tanto agli errori commessi dal giudice ma alla malagestione di denari pubblici nel perseguire i reati. Lo ripeterò fino allo sfinimento: la magistratura italiana post-tangentopoli è uno se non il principale tallone d’Achille italiano
Mitt Dolcino