Un paio di mesi fa ho proposto un articolo relativo al concetto di “moneta”. Eccolo qui: “La Moneta per i Profani” (come me)” — https://www.mittdolcino.com/2020/02/15/la-moneta-per-i-profani-come-me/
Propongo questo scritto con lo stesso spirito. Non è mia intenzione parlare agli “esperti”, ma solo ai “profani”.
E’ comunque un “articolo aperto”, chiunque in sede di commento potrà aggiungere o togliere qualcosa, per fare insieme un passo in avanti nella comprensione del fenomeno.
Alcuni termini che a prima vista possono sembrare incomprensibili sono facilmente rintracciabili sulla blogosfera.
L’articolo si basa essenzialmente sul “rapporto della BRI relativo alle cripto-valute” che mette, per così dire, l’ultimo chiodo sulla bara.
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Le criptovalute non hanno alcun valore intrinseco e sono del tutto inutili come forma di scambio.
Non sono supportate dal flusso di risorse, dal patrimonio o dalle Leggi di uno Stato e, inoltre, possono essere rese inutilizzabili da una manipolazione digitale.
La “Banca dei Regolamenti Internazionali”, principale autorità mondiale su questa cripto-follia (così la definisce), sostiene che si tratta di una sorta di “schema Ponzi” mascherato da “valuta del cittadino”.
Nel corso del tempo diverse Banche Centrali hanno esaminato l’uso della tecnologia blockchain, ma nessuna (mi pare) ha trovato un motivo convincente per buttarsi nella mischia.
Al di là di quello che dirò nel prosieguo, la BRI sostiene che la ricerca di un trust decentrato si sia trasformato in un disastro ambientale, visto che il solo sistema Bitcoin consuma più elettricità dell’intera Svizzera.
Quest’energia è necessaria per poter navigare nella vasta rete di computer utilizzata dai “minatori” [https://it.cryptonews.com/guides/what-is-bitcoin-mining.htm].
Le criptovalute non sono sicure. Sono sensibili ad un “crollo della fiducia” e all’attacco di chiunque possegga una forte potenza di calcolo.
La fiducia può evaporare in qualsiasi momento per la fragilità del “consenso decentrato” (attraverso il quale vengono registrate le “transazioni”), con il risultato della parziale o completa perdita di valore.
Quando si parla di moneta, la “questione fiducia” è fondamentale. C’è chi sostiene che sia venuta meno così spesso, nel corso dei secoli, che la storia stessa può essere considerata come una specie di “cimitero delle valute”.
Anzi, nel British Museum c’è una stanza dedicata alle “monete merce” e alle “valute di carta” che sono fallite quando è crollato l’ordine politico che le sosteneva — oppure quando sono state vittime di spinte inflazionistiche così forti da distruggerne la fiducia.
La cripto-follia, per qualche verso, è una risposta alla crisi finanziaria del 2008 ma, forse, potrebbe anche essere una sorta di reazione isterica contro i vari Quantitative Easing.
Ma è una risposta troppo emotiva per poter essere un’alternativa ai vari sistemi monetari!
La BRI, in effetti, ritiene che più le persone usano una criptovaluta, più i pagamenti diventano difficili, annullando la caratteristica essenziale di una moneta, la facilità d’uso.
La velocità è legata al numero delle transazioni che si possono aggiungere al “libro mastro”. Quando si raggiunge la capienza massima, il sistema fa marcia indietro e i costi salgono.
E’ capitato, in effetti, che le transazioni siano rimaste in coda per diverse ore interrompendo i processi di pagamento.
Il sistema Bitcoin, inoltre, è limitato dal suo protocollo fino ad un massimo di 21 milioni di monete. Come valuta, quindi, è brutalmente deflazionistica.
Continuando, le criptovalute non sono flessibili come le “monete sovrane” e non esiste, per di più, un’Autorità Responsabile che possa regolarne il valore sulla base delle necessità economiche e delle fluttuazioni della domanda.
Queste problematiche non possono essere considerate come problemi iniziali, conseguenza di una tecnologia ancora giovane ma, al contrario, sono strutturali e inerenti al concetto stesso di criptovaluta.
La necessità di doverle proteggere dagli imbrogli — il problema della “doppia spesa” (una moneta potrebbe essere spesa due volte), ad esempio, o un detentore che ne fa una copia utilizzandola al posto dell’originale — è ciò che ha portato alla necessità di un abnorme e complicato apparato che le rende economicamente inutili.
Nemmeno il pagamento finale è garantito. Potete perdere i vostri soldi.
E’ vero che gli utenti possono verificare se una transazione sia stata effettivamente inclusa in un ‘libro mastro’, ma nessuno può garantirli che a loro insaputa non vengano create altre versioni del ‘libro mastro’.
Questo può comportare il rollback delle transazioni (operazione che riporta la base dei dati ad una versione o stato precedente).
Le cripto valute, inoltre, possono essere manipolate da “minatori” in possesso di una notevole potenza di calcolo. Chi potrà mai assicurare che un attacco strategico sia o meno in corso?
E che dire del rischio “forking”? Consiste nel prendere il “codice sorgente” da un programma software “open source” e sviluppare un programma completamente nuovo.
Molti si sono rivolti alle criptovalute perché non si fidano né delle Banche Centrali né dei Governi.
Ma hanno finito con il mettersi nelle mani di “fornitori non regolamentati”, di “cripto wallet” o “cripto-exchanges”, lasciando le loro criptovalute in balia di un possibile furto digitale (è capitato).
Si è scoperto che alcuni di questi provider erano dei truffatori e, a volte, essi stessi vittime di attacchi hacker.
Esistono, comunque, dei sistemi blockchain “autorizzati” che hanno dato dei buoni risultati (utilizzano un protocollo Ethereum).
Un sistema blockchain, inoltre, può anche essere utile per migliorare la finanza commerciale, ma questi sistemi di cripto-pagamento non vanno assolutamente confusi con le cripto-valute.
Questa bolla è ora definitivamente esplosa. Il valore di molte delle principali criptovalute è diminuito drammaticamente rispetto al loro massimo.
Ma non esiste un limite in basso. Queste valute, infatti, non sono riscattabili … dietro di loro non c’è niente. Il vuoto assoluto.
Ho volutamente omesso l’uso delle cripto valute a supporto della criminalità organizzata o comunque dei traffici illeciti.
Non è una caratteristica solo delle criptovalute, d’accordo, però è decisamente d’aiuto e, anzi, questi sistemi hanno quasi il monopolio delle transazioni criminali.
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Franco
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