Giuseppe Sandro Mela per Senza Nubi
Confcommercio e Censis hanno pubblicato il rapporto annuale congiunto.
«il 42,3% delle famiglie ha visto ridursi l’attività lavorativa e il reddito. Il 25,8% ha dovuto sospendere del tutto l’attività. Il 23,4% è finito in Cig»
«Quasi 6 famiglie su 10 nutrono il timore di perdere il posto di lavoro»
«il 52,8% vede “nero” per la propria famiglia»
«la percentuale sale al 67,5% con riferimento alle prospettive del Paese»
«una significativa contrazione di consumi pari a circa 900 euro procapite»
«tra il 2007 e il 2019 ciascun italiano ha perso oltre 21.600 euro di ricchezza»
«-48,5% per i servizi alberghieri e -33,3% per bar e ristoranti»
«Crollo del Pil ad aprile e maggio. Stimati, rispettivamente, -24% e -16%»
«si stima per il 2020 un crollo dei consumi pari a quasi 84 miliardi di euro (-8% rispetto al 2019), valutazione prudenziale che non si esclude possa peggiorare»
* * *
Le stime fatte dal rapporto sembrerebbero del tutto verosimili.
Il danno potrà essere valutato in tutta la sua portata quando saranno disponibili i macroindicatori — qualche mese dopo la riapertura delle attività.
***
Confcommercio. Fiducia e consumi: è “salato” il conto del Covid-19
Rapporto Confcommercio-Censis: le famiglie vedono “nero” per il proprio futuro e per quello del Paese.
Quest’estate, il 30% non farà vacanze. Saltati gli acquisti di mobili, auto ed elettrodomestici.
A causa della crisi sanitaria e del conseguente lockdown, il 42,3% delle famiglie ha visto ridursi l’attività lavorativa e il reddito, il 25,8% ha dovuto sospendere del tutto l’attività e il 23,4% è finito in Cig.
Sono alcuni dei dati più significativi contenuti nel rapporto annuale Confcommercio-Censis su fiducia, consumi e impatto del Covid-19.
Dallo studio emerge che quasi sei famiglie su dieci temono di perdere il posto di lavoro e che resta molto ampia la fascia di coloro che, dopo la riapertura del Paese, guardano al futuro con pessimismo: il 52,8% vede “nero” per la propria famiglia, percentuale che sale al 67,5% con riferimento alle prospettive del Paese.
Quanto ai consumi, il 23% ha dovuto rinunciare definitivamente all’acquisto di beni durevoli (mobili, elettrodomestici, auto) già programmati e il 48% a qualunque forma di vacanza (week end, ponti, vacanze estive).
A quest’ultimo proposito, oltre metà delle famiglie non ha programmato nulla e circa il 30% rimarrà a casa non avendo disponibilità economica (percentuale che sale al 57% per i livelli socio economici più bassi).
Solo il 9,4% potrà permettersi il “lusso” di partire, ma con una riduzione di budget e di durata.
***
Nel 2020 crollo dei consumi pari a 84 miliardi di euro
Secondo le stime dell’Ufficio Studi della Confcommercio, relativo agli effetti del lockdown, tre quarti della perdita sarà nei settori abbigliamento, alberghi e ristorazione, tempo libero e autoveicoli.
In base alle nuove ipotesi di progressiva e graduale riapertura delle attività economiche — mantenendo la data del primo ottobre come la più realistica per il ritorno a una fase di totale normalità, seppure con l’attivazione di protocolli di sicurezza che modificheranno i comportamenti di famiglie e imprese — si stima per il 2020 un crollo dei consumi pari a quasi 84 miliardi di euro (-8% rispetto al 2019), valutazione prudenziale che non si esclude possa anche peggiorare.
Oltre tre quarti della perdita dei consumi — prosegue la nota — sono concentrati in pochi settori di spesa: abbigliamento e calzature, automobili e moto, servizi ricreativi e culturali, alberghi, bar e ristoranti.
Questi ultimi due, in particolare, sono i comparti che registrano le cadute più pesanti: -48,5% per i servizi alberghieri e -33,3% per bar e ristoranti.
Per questi due importanti settori le stime sono molto prudenziali: le cadute potrebbero risultare a consuntivo decisamente più gravi se il ritorno alla “nuova” normalità sarà particolarmente lento.
E’ evidente che con un crollo della domanda così pesante la sopravvivenza stessa di questi comparti di attività economica è messa a serio rischio.
Molto dipenderà dall’efficacia dei provvedimenti del Governo di sostegno alla produzione e al consumo, sia quelli già adottati sia quelli futuri.
La strategia più logica e immediata di sostegno si riassume nella trasformazione delle perdite di reddito del settore privato, causate dalla chiusura forzata per il lockdown, in maggior debito pubblico.
I trasferimenti a fondo perduto a famiglie e imprese sembra in via di rafforzamento e ciò offre qualche speranza per la ripresa.
***
Tracollo del Pil, giù del 24% ad aprile.
E a maggio flessione del 16%. Dal 2007 ogni italiano ha perso in media 22 mila euro di ricchezza.
Dopo un 2019 chiuso in forte rallentamento, il 2020 è iniziato — secondo l’Ufficio Studi Confcommercio — con un calo tendenziale del Pil del 4,8% nel primo trimestre e con veri e propri crolli ad aprile e maggio stimati, rispettivamente, -24% e -16%.
La crisi da Covid-19: “si è abbattuta su un’economia già fortemente debilitata: tra il 2007 e il 2019, infatti, ciascun italiano ha perso oltre 21.600 euro di ricchezza”. Un conto molto salato, prevalentemente a causa delle forti perdite di ricchezza immobiliare e finanziaria, alla cui cifra complessiva contribuisce anche una significativa contrazione di consumi, pari a circa 900 euro procapite”.
[ … ]
————
Link Originale: https://senzanubi.wordpress.com/2020/05/26/confcommercio-censis-pil-aprile-24-maggio-16/
Scelto e pubblicato da Franco
*****
Le immagini, i tweet e i filmati pubblicati nel sito sono tratti da Internet per cui riteniamo, in buona fede, che siano di pubblico dominio (nessun visibile contrassegno di copyright). In caso contrario, sarà sufficiente contattarci all’indirizzo info@mittdolcino.com perché vengano immediatamente rimossi. Le opinioni espresse negli articoli rappresentano la volontà e il pensiero degli autori, non necessariamente quelle del sito.