di Megas Alexandros
Anche oggi un articolo per spiegare ed informare sulle varie soluzioni che i giornali ma sopratutto le opposizioni fanno a gara a proporrre per finanziare la ripresa post-covid nel nostro paese; tutto questo, pur di non proporre mai quella che e’ la soluzione piu’ naturale e giusta che la scienza economica/monetaria ci indica.
Parliamo oggi della “new entry proposal” fresca di giornata dei “diritti speciali di prelievo” strumento in dotazione al Fondo Monetario Internzionale.
Andiamo a definire cosa sono:
I diritti speciali di prelievo (abbreviato DSP, in inglese special drawing rights o SDRs, in francese droits de tirage speciaux, abbreviato DTS) sono un particolare tipo di valuta. Si tratta dell’unità di conto del FMI (Fondo Monetario Internazionale), il cui valore è ricavato da un paniere di valute nazionali, rispetto alle quali si calcola una sorta di “comune denominatore”: il risultato è il valore dei DSP. Scopo precipuo dei DSP era rimpiazzare l’oro nelle transazioni internazionali: per questo i diritti speciali di prelievo sono definiti anche oro di carta.
Come vedete i DSP sono una valuta ed assunsero la loro funzione principale durante il regime del “gold standard”, proprio per poter espandere la possibilita’ di spesa da parte degli Stati con emissione di denaro dal nulla. Gli Stati si ritrovavano nelle loro casse mezzi finanziari in proporzione alla loro quota di partecipazione al FMI.
Questo ce lo conferma direttamente il sito dell’FMI:
The SDR was created as a supplementary international reserve asset in the context of the Bretton Woods fixed exchange rate system. The collapse of Bretton Woods system in 1973 and the shift of major currencies to floating exchange rate regimes lessened the reliance on the SDR as a global reserve asset. Nonetheless, SDR allocations can play a role in providing liquidity and supplementing member countries’ official reserves, as was the case amid the global financial crisis.
Traduzione:
Il DSP è stato creato come attività di riserva internazionale supplementare nel contesto del sistema di cambi fissi di Bretton Woods. Il crollo del sistema di Bretton Woods nel 1973 e lo spostamento delle principali valute verso regimi di cambio fluttuanti hanno ridotto la dipendenza dai DSP come attività di riserva globale. Tuttavia, le assegnazioni di DSP possono svolgere un ruolo nel fornire liquidità e integrare le riserve ufficiali dei paesi membri, come nel caso della crisi finanziaria globale.
Come potete vedere dal grafico a fianco il totale dei DSP allocati e’ 204 miliardi che al 2 giugno scorso (ultima data di quotazione) erano scambiati per un controvalore in euro di 0,81
Prima considerazione tecnica!!!! trattasi di valuta non direttamente collegata ad uno Stato, il cui valore e’ stabilito in base ad un paniere composto dalle principali valute mondiali e la cui proprieta’ appunto e’ del FMI, fondo pubblico a cui partecipano 189 Stati del mondo.
Non siamo in presenza di un bitcoin a livello di rischio ma tecnicamente ne ricalca la struttura tanto da poterlo ribattezzare tranquillamente “FMIcoin”.
Intendiamci bene, chi propone tale misura per finanziare la ripresa della nostra economia, non sta proponendo il MES e la Troika (anche se il FMI e’ parte della Troika) ma sta proponendo una espansione monetaria creata dal nulla, suppur non totalmente a costo zero come lo sarebbe se lo facessimo tramite la nostra moneta sovrana.
A tal proposito vale ricordare che sui DPS convertiti in altra moneta (euro, dollaro, ecc.), i paesi che li convertono pagano un interesse dello 0,5% ai paesi che li detengono.
E logica vuole che l’Italia sia nella posizione di chi ha bisogno di convertirli per ottenere gli euro necessari a finanziare, appunto, la ripresa economica.
Quindi, a conclusione della prima considerazione, si giunge sempre a porsi la stessa domanda:
“Perche’ uno Stato che potrebbe finanziarsi tramite la sua moneta creata dal nulla e con possibilita’ di creazione illimitata, deve imbarcarsi in un processo cosi’ complicato che lo porta ad elemosinare un altra moneta anche questa creata dal nulla ma con limitazioni imposte da altri, per poi doverla convertire nella moneta di cui ha realmente bisogno e per di piu’ pagarci anche degli interessi???!!!!”
Come vedete si cerca sempre di trovare una strada alternativa a quella che e’ la strada piu’ giusta, piu’ breve e meno costosa. E questo fa pensare….. fa pensare a vari aspetti, sopratutto quando a proporre certe strade, sono i nostri politici.
Il primo pensiero che viene in mente e’:
“Ma chi li consiglia???!!!!”
siamo certi che, chi gli gira intorno sia gente preparata, fidata, esperta……. perche’ poi la faccia ce la mettono loro, i politici ed il conto lo paghiamo noi, i cittadini.
E qui veniamo alla seconda considerzione, una considerazione a livello di geopolitica che per l’importanza, a parer mio riveste, potrebbe anche compromettere irrimediabilmente il futuro politico di chi ascolta certi suggerimenti sbagliati.
Arriviamo subito al punto, partendo da questo titolo:
“Cosi l’FMI sfidera’ il dollaro”….
siamo nel 2017 ed avete letto benissimo…. il Fondo Monetario Internazionale vuole sfidare il dollaro con i DSP, tutto per bocca dell’allora Direttrice Generale Christine Lagarde, che durante il forum della Banca d’Inghilterra di fronte alla domanda sei i DSP potessero sostituire le attuali valute internazionali rispose: “Non è un’ipotesi inverosimile, l’Fmi deve essere pronto”.
Dovete sapere che il FMI al tempo ed al suo interno didico’ una piu’ che ampia riflessione su come conferire a questo strumento un ruolo internazionale di più ampio respiro. Una discussione su come un cripto-DSP avrebbe potuto sostituire il dollaro in veste di moneta universale.
Non vi lascio dubitare di come questa idea ebbe immediatamente il sostegno di chi intendeva e tutt’ora intende diminuire lo status del biglietto verde, in particolare la Cina.
Proprio la Cina che gia nel 2009 all’indomani della crisi dei sub-prime, tramite Il governatore della Banca del Popolo, Zhou Xiaochuan, prese la palla al balzo per proporre un uso più ampio della valuta dell’FMI, con la precisa intenzione di sostituire gradualmente le valute di riserva esistenti con i DSP.
“Il perché è ben noto ed il motivo è tutt’altro che digitale. La Cina e gli altri mercati emergenti vorrebbero diversificare il rischio dal dollaro”
Con il pretesto che, se gli Stati Uniti si trovassero di fronte a un conflitto tra necessità interne ed internazionali e la conseguente probabilità che gli elettori avrebbero la meglio sull’economia mondiale, il governo cinese non perse tempo per indirizzare il sistema monetario mondiale nella direzione desiderata…… sostenendo chiaramente come i DSP o FMIcoin consentirebbero a un gruppo molto più ampio di utilizzare questa valuta, soppiantando il dollaro nel commercio internazionale e riducendo sia le grandi oscillazioni delle monete che il pericolo di forti disavanzi delle partite correnti.
In poche parole un attacco diretto alla Santita’ del dollaro fortemente sostenuta dall’attuale politica di Donald Trump
Ora, lascio a voi immaginare come avranno reagito gli USA e sopratutto il loro Presidente Donald Trump alla vista di tale progetto, ma sopratutto non vorrei assolutamente essere nelle vesti di chi tale progetto lo caldeggia.
Come si fa a pensare anche lontanamente che Trump possa accettare un’altra valuta forte quando allo stesso tempo sta cercando di distruggerne una gia’ esistente… cioe’ l’EURO
Voglio ricordare a chi caldeggia tale proposta per il nostro paese, che per emettere nuovi DSP il FMI ha bisogno del consenso degli USA senza il quale e’ impossibile stamparne alcuno.
E stando al fatto che in USA oggi comanda Trump, solo parlare di DSP e’ come parlare del “NULLA”.
Allo stato attuale le possibilita’ che ci arrivino i DSP per far respirare le nostre famiglie e le nostre aziende sono quanto la neve a Capri in Agosto.
A meno che non si intenda rompere con il nostro storico alleato e scommettere sul ritorno in USA dei globalisti al comando, con il preciso intento di riprodurre l’esperimento EURO a livello mondiale per mezzo dei DPS e/o degli FMIcoin……. cioe’ avere come “target policy”
“La fine del mondo moderno”
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