di Megas Alexandros
Da tempo lo scrivente e tutti coloro che capiscono di economia sostengono che l’italia stia andando con il pilota automatico verso la catastrofe.
Oggi, lo abbiamo ascoltato direttamente dal Ministro dell’Economia (Roberto Gualtieri) e se gli italiani nemmeno questa volta ne prenderanno coscienza … bè, vorrà dire che “mal voluto non è mai troppo”.
Seguo costantemente (su Facebook) il Presidente Conte per essere informato in tempo reale, direttamente dalla sua voce, sulle scelte e sulle direzioni che il Governo italiano sta prendendo in questo periodo post-pandemico.
Ho assistito alla diretta con i giornalisti dallo splendido giardino di Villa Pamphili, dove stanno svolgendosi gli “Stati Generali”.
Lo affiancava il Ministro del Tesoro Gualtieri che, richiesto da una giornalista Mediaset di rispondere su un eventuale “scostamento di bilancio” per far fronte alle spese, in attesa dell’arrivo del Recovery Fund, così ha risposto:
Ascoltate dal minuto 21:19 (cliccate sull’immagine)
Gualtieri comincia da una premessa: “non partiamo dai numeri ma dai progetti”.
Solo da questo possiamo dedurre che un economista che non tenga conto dei numeri sia indifferente alla distruzione — oppure che questa gli sia gradita.
Perchè i numeri dicono che la distruzione economica nel nostro paese sarà ai livelli del dopoguerra.
Ma veniamo alla parte piu’ interessante della risposta. Gualtieri esprime chiaramente quello che sostengo da tempo:
Il deficit aggiuntivo, ovvero lo scostamento di bilancio finanziato con le famose emissioni di BTP che i giornali ci dicono stiano andando a ruba, sarà limitato al fine di garantire la Cassa Integrazione e le mancate entrate fiscali. Stop!
In poche parole, le emissioni serviranno a garantire solo il bilancio annuale, come se la guerra del Covid non fosse mai esistita.
Praticamente, il fatto che si siano persi tre mesi di fatturato (e che ancora se ne perderà nei prossimi mesi — una valanga di miliardi), non viene nemmeno preso in considerazione, come se il mercato lo rigenerasse da solo.
Un vero attacco alle piccole e medie imprese (e a coloro che ci lavorano), con il chiaro intento di non farle nemmeno riaprire.
Se la cosa vi sorprende per me, purtroppo, tutto è chiaro da molto tempo: “salva l’euro e poi rizzati” (si direbbe a Firenze).
Nell’intervento di Conte e di Gualtieri è emerso anche un altro aspetto: il Presidente del Consiglio è un Premier a tutti gli effetti “senza portafoglio”, ancora in attesa del fantomatico Recovery Fund.
Si è ridotto a pregare le opposizioni perché a loro volta preghino i “paesi frugali” che si oppongono al Recovery Fund.
Perché, lo avevo anticipato in un recente articolo, il Fondo è ancora in alto mare e nessuno sa se e come arriverà in porto.
Conte ha difficoltà fianche nel farsi dare un pre-finanziamento!
La classica situazione dell’imprenditore che non è certo se la banca, alla fine, gli concederà il prestito che ha richiesto.
Ben conoscendo il funzionamento della moneta e dei moderni sistemi monetari, nello scrivere quest’oscena verità sono preso dallo sconforto.
Se avessimo la nostra moneta sparirebbero immediatamente tutti questi problemi, spazzati via come sabbia nel deserto.
Potremmo finanziare qualsiasi deficit o programma e fronteggiare egregiamente la crudeltà dei numeri.
Ricordo che:
Per uno Stato a moneta sovrana non esiste una crisi talmente grande che non possa essere fronteggiata con un taglio delle tasse o con un aumento della spesa pubblica
Chiedo, quanto ancora resteremo in questa situazione prima di prendere piena coscienza della realtà?
Fino a quale livello di distruzione vogliamo arrivare prima che uno scatto d’orgoglio ci induca a reagire?
In chiusura, vorrei porre l’attenzione su un aspetto che compare spesso sui giornali, sia perché ne parla il Premier Conte, sia perché ne parlano con insistenza i “poteri europei”, quelli tedeschi in primis.
Parlo del risparmio degli italiani, quello inseguito giorno e notte da una famelica patrimoniale.
I dati ufficiali sostengono che sia in aumento. Sono soldi che gli italiani tengono fermi sui loro conti correnti … la bellezza di 1.400 miliardi di euro.
La vulgata vuole che gli italiani si tengano sempre più liquidi perché giustamente spaventati dalla situazione che si è venuta a creare.
Ma di quali italiani stiamo parlando? Della maggioranza? Ma de che (stavolta in romanesco)!
Se dividiamo questi 1.400 mld per 60 milioni di italiani otteniamo 23.000 euro a testa — e se riportiamo questa cifra all’interno di una famiglia di quattro persone, risulterebbe che questa debba avere sul conto corrente quasi 100.000 euro.
Ora, davvero, quante famiglie italiane hanno sul loro conto 100.000 euro?
Siamo seri, se la maggioranza delle famiglie italiane avesse questa disponbilità economica non ci sarebbe una crisi così grave della nostra domanda interna.
Questi soldi sono riconducibili solo in piccola parte ai cittadini e alle imprese italiane. Si tratta, invece, di soldi disponibili sui conti delle banche.
Quindi, state tranquilli! Per il momento niente patrimoniale perchè questa andrebbe a colpire il “potere”.
E allora lancio una provocazione.
Visto che anche Salvini ha più volte sostenuto l’idea di un BTP solo per gli italiani, andiamo tutti insieme a vedere dov’è che sono questi 1.400 mld e se scoprissimo, ad esempio, che il 50% si trova sui conti degli Istituti di Credito … facciamo così, nazionalizziamoli e di colpo avremmo 700 miliardi da spendere!
I tedeschi, si sa, non sono stupidi e a rinfacciarci sempre i nostri risparmi non hanno tutti i torti.
Il problema è che noi italiani i colonizzatori ce li abbiamo dentro casa.
Se non rompiamo il connubio affaristico fra massoneria e mafie, arrivato fin nelle più alte stanze del potere, sarà impossibile riportare il nostro paese alla normalità.
E questo non lo dice Megas Alexandros … ma le indagini e le parole dei più bravi Procuratori operanti sul nostro territorio, da Gratteri a De Raho.
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