Redazione: L’intervista è stata pubblicata dal Telegraph che però, dopo un paio di giorni, l’ha oscurata.
Perché? Non lo sappiamo, ma siamo riusciti a recuperarla tramite msn.com e oggi la proponiamo tradotta in italiano.
La vicenda di Madeleine fa parte a pieno titolo di quel clima da fine millennio che è abbastanza facile da percepire.
Nell’intervista, però, c’è un passaggio assai strano.
In passato avevamo accennato al fatto che i luoghi del rapimento fossero frequentati da esponenti di quella élite economica i cui riti, secondo una dichiarazione di Anton LaVey (fondatore della Chiesa di Satana), non presentano alcuna differenza dai loro.
Prendendola un po’ alla larga, questo figuro, questo Michael Tatschl amico del cuore del presunto assassino, ha detto una cosa molto interessante.
Christian Brückner, dopo il presunto rapimento di Madeleine, era pieno di soldi.
Pieno fino al punto di girovagare su un camper da “mille e una notte”, cercando d’imbastire un commercio su larga scala di marjuana, in un ambiente che ama poco scherzare.
E quindi il punto diventa: “chi glie li ha dati?”
Non possono essere il frutto di sporadiche ruberie — il bottino di quelle passate, oltretutto, era stato rubato quand’era in carcere.
Sia chiaro che parliamo di un’ipotesi (lo è anche l’accusa contro Brückner) … ma il rapimento della povera Madeleine potrebbe essere stato fatto su “commissione”?
Su commissione di chi non avrebbe problemi a compensare un maniaco di buona volontà, in grado di alimentare certi riti, dei quali la pedofilia è una parte importante.
Qualcuno se ne è accorto ed è per questo che l’articolo non è più reperibile sul Telegraph? E chi lo sa …
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Jamie Johnson e Jon Clarke per The Telegraph, rilanciato da msn.com
L’ex miglior amico dell’uomo sospettato di aver rapito Madeleine McCann è sicuro di quello che dice.
In una straordinaria intervista al Telegraph, Michael Tatschl, un vagabondo austriaco che viveva con Christian Brückner in Portogallo, ha detto di aver parlato alla Polizia del suo amico “malato” e “perverso”, che si vantava continuamente delle sue imprese criminali.
Ora, esorta Brückner ad “ammettere la sua colpa facendo chiudere definitivamente il caso”.
Tatschl ha un tatuaggio di grand’effetto sul collo, capelli cortissimi e un grande piercing sul capezzolo sinistro. Ha passato anni ed anni in giro per l’Europa vivendo in un camper.
Parlando dalla sua casa di Graz (Austria), dove si è finalmente stabilito, il 46enne è apparso irremovibile nelle sue convinzioni.
“So che è stato lui”, ha affermato.
E ha continuato: “All’epoca vivevo con lui. Era il mio migliore amico ed era sicuramente un pervertito più che capace di rapire una bambina, per soldi o per amore.
Ero sicuro che fosse lui fin dal momento in cui i Poliziotti son venuti a cercarmi in Austria.
Sono stati molto chiari fin dal primo minuto. Hanno detto ‘stiamo indagando su Maddie McCann e Christian Brückner’ — e io ho detto loro che lo sapevo di già. Ero convinto che fosse lui”.
Parlando per la prima volta del suo vecchio amico, Tatschl ha descritto la sua vita con Brückner, in Portogallo, nei primi anni 2000.
Vivevano e bevevano insieme e, alla fine, commettevano insieme dei crimini:
“Stavo a casa sua ed ero accampato con un furgone in giardino. Abbiamo trascorso molto tempo insieme e ci siamo divertiti molto.
Ma lui era sicuramente un personaggio strano.
È sempre stato un criminale. Gli piaceva vantarsi dei crimini che aveva commesso o che progettava di commettere.
Mirava a rubare più soldi possibile fino a raggiungere il suo sogno: possedere 1 milione di euro. Poi si sarebbe fermato.
Lì, a Praia da Luz, c’era la possibilità di un ricco bottino. Si intrufolava negli appartamenti della zona e se ne vantava.
Era un bravissimo scassinatore e si arrampicava facilmente fino agli appartamenti del primo piano quando i turisti erano fuori.
Rubava tutto, soldi, oggetti di valore e tanti passaporti. Ne possedeva a decine, assieme a molti orologi, soprattutto Rolex”.
“Aveva un nascondiglio in casa, fra le travi del tetto. Aveva tutti i soldi e i passaporti nascosti lassù”, ha insistito Tatschl.
La proprietà in questione è una fattoria appena fuori Praia da Luz che Brückner aveva affittato da un inglese.
I vicini hanno detto che correva lungo la polverosa pista di ghiaia con la sua Jaguar e che non faceva altro che litigare con le sue fidanzate.
Secondo Tatschl, Brückner aveva una relazione anche con una donna tedesca di 20 anni più grande di lui.
Inoltre, una videocamera avrebbe filmato lo stupro di Brückner nei riguardi di una turista di 72 anni, avvenuto in una villa di lusso nel 2005.
Il video è andato distrutto, ma la testimonianza di due uomini che l’hanno visto ha aiutato lo scorso anno a far condannare Bruckner per quel crimine:
“È così che ho scoperto che era un b******* malato.
Mi ha scosso la vicenda di quell’anziana signora incatenata a un palo di legno mentre veniva picchiata e violentata”.
E ha continuato: “Ammetto di essere stato risucchiato in alcuni dei suoi piani.
Rubare il carburante sembrava una cosa piuttosto innocua e l’abbiamo fatto per qualche mese.
Ma i Poliziotti ci hanno beccato con le mani nel sacco e abbiamo fatto otto mesi e mezzo di carcere in attesa del processo a Portimao.
È una piccola prigione e quindi abbiamo passato molto tempo insieme”.
Nel 2006, mentre i due erano in prigione, la casa colonica ha subito un furto e sono stati rubati soldi, oggetti di valore e una videocamera.
E’ incredibile che i detective portoghesi non avessero ancora perquisito la casa che i due condividevano.
Quando i due furono rilasciati, Brückner si trasferì nel caratteristico camper “VW Westfalia” bianco e giallo, mentre Tatschl lasciò il Portogallo per andare a Orgiva (Spagna).
Cinque mesi dopo Madeleine scomparve.
“Non aveva più la casa ma ancora si divertiva a vivere nella zona. Penso che questo abbia confuso la Polizia che non era sicura di dove vivesse esattamente quando Maddie fu rapita”, ha detto Tatschl, che ha aggiunto:
“L’ho rivisto a fine maggio o inizio giugno 2007. Arrivò in Spagna con il suo grande camper americano, il Winnebago, quello con i costumi da bagno.
Lo parcheggiò a Orgiva e poi venne a cercarmi. Sapeva che avevo dei legami con il mondo della marijuana e che potevo aiutarlo a fare soldi.
CI CHIEDEVAMO TUTTI DOVE POTESSE AVER PRESO TUTTI QUEI SOLDI.
Ricordo di aver avuto una conversazione con un inglese che viveva nella zona ed entrambi ci chiedemmo come diavolo avesse fatto a comprarsi quel veicolo.
Ipotizzammo un grosso affare di droga o qualcosa del genere. ORA, INVECE, SOSPETTO CHE FOSSE PER LA STORIA DI MADDIE.
Quella volta si fermò solo per un paio di giorni per poi tornare in Germania a vendere marijuana”.
Brückner ha numerose condanne, che vanno dalle molestie a una bambina di sei anni (quando era solo un adolescente) allo stupro di una donna americana di 72 anni un decennio dopo, nella terribile aggressione di Praia da Luz.
Ora è il principale sospettato della scomparsa di Madeleine McCann.
Le autorità tedesche dicono di avere le prove che lei sia morta e che Brückner “abbia commesso il fatto”, ma non ne hanno a sufficienza per poterlo formalmente accusare.
“Era sicuramente un pervertito e lo pensavano tutti i suoi amici. Aveva dei problemi sessuali ma non pensavamo che gli piacessero le bambine”, ha detto Tatschl. Che così ha continuato:
“Christian era sempre su dark internet. Ne parlava spesso e aveva sempre un collegamento internet nelle case che affittava.
Non so esattamente cosa facesse, ma sospetto che riguardasse la droga e la pornografia.
Si vantava sempre di sapere come si fanno soldi. Parlava anche di vendere bambine, magari in Marocco.
In quel momento non ci ho pensato molto. L’ho liquidato come una specie di scherzo.
Ma le cose sono cambiate quando ha visto la serie televisiva sul caso McCann, nel marzo dello scorso anno.
Quando ho visto il documentario di Netflix ho capito subito che era colpevole.
Quando una turista ha parlato dell’uomo che si era presentato improvvisamente davanti alla porta di casa, un tipo inquietante con l’acne e i capelli biondi, ho capito immediatamente che si trattava di Christian, ne ero certo”.
Pochi giorni dopo la Polizia ha bussato alla porta della casa di Tatschl:
“A casa mia si sono presentati due Poliziotti austriaci e due tedeschi. Mi hanno portato nella Stazione di Polizia dove ho raccontato la mia storia per 14 ore in due giorni consecutivi.
Sono stati molto chiari fin dal primo minuto. Hanno detto ‘stiamo indagando su Maddie McCann e Christian Brückner’ e io ho risposto che lo sapevo di già.
Ero convinto che fosse stato lui. Ho detto loro ‘so cosa volete. Spero di potervi aiutare’.
Spero davvero che si possa finalmente chiudere questo caso, soprattutto per la famiglia.
Christian è colpevole. Deve ammetterlo davanti alla Polizia e permettere che il caso venga chiuso definitivamente”.
La settimana scorsa, gli Avvocati che difendono Brückner hanno detto che il loro cliente “nega qualsiasi coinvolgimento nel caso McCann”.
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Scelto e tradotto da Franco
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