Roberto Alice per mittdolcino.com
Ci sono cose che non emergono subito a livello di coscienza.
Dall’abisso delle sensazioni salgono fino al mare delle impressioni per palesarsi solo quando un evento esterno ne scatena la razionalizzazione.
Dovendo spostarmi di frequente, sono diventato un fan dei servizi-meteo. Alcuni indicano persino la qualità dell’aria, rappresentata attraverso dei pallini colorati.
Vivendo in una città industriale del nord-ovest vedevo solo pallini fra il giallo e il fucsia, passando per l’arancione (per i non-iniziati, fra il mediocre e il molto inquinato).
Da un po’ di tempo, tuttavia, il pallino è diventato verde, il che significa “aria buona”.
C’è voluto un po’ di tempo perché ne avessi contezza. Di solito, non diamo molto peso ai fattori marginali della nostra quotidianità.
Prenderne coscienza fu il mio “momento scatenante”, l’evento che “fece partire” nella mia testa altre considerazioni:
“Siamo in estate e quindi dovrebbe esserci un caldo asfissiante. Ma il log dei condizionatori che ho in casa evidenzia che sono restati per lo più spenti. Strano, davvero …. ma non stiamo andando irrimediabilmente verso il riscaldamento del pianeta? L’ha detto anche la piccola Greta!”.
Mentre ero al telefono con un cliente, immerso nei pensieri di lavoro, mi si accese in testa un’altra lampadina: le nuvole.
Si, proprio le nuvole.
Nei giorni scorsi dalle mie parti è piovuto e le nuvole erano come quelle che ricordavo … tondeggianti o irregolari, dai contorni sia netti che sfumati, di varie tonalità di grigio e, a pioggia finita, bianche.
Nei giorni di sole, invece, è tornato l’azzurro intenso e il turchese.
Mi ricordo quando, da bambino, guardavo la collina. Il cielo era così terso che potevo distinguere in lontananza le costruzioni più grandi, come ad esempio le Chiese.
Con il cordless in mano uscii sul terrazzo. Il cielo era proprio così, color turchese. Non stavo sognando.
Decisi di far più attenzione a quello che sta sopra la nostra testa.
Per giorni restai a guardare il cielo. In fondo, osservare la natura dovrebbe essere la mia professione.
Non c’era nessuna di quelle strisce altissime, quelle che di solito lasciano gli aerei.
Pensai subito al lockdown. Non si può volare e allora gli aerei non ci sono.
“E’ normale”, dissi a me stesso.
Ricordavo bene che prima del covid-19, andando in ufficio la mattina presto, il cielo era pieno di scie.
Ma anche questa è una cosa normale. L’aeroporto, in fondo, è a qualche chilometro di distanza e quella è un’ora di punta — quante volte ho preso un aereo anch’io.
Ricordavo che verso le 10 del mattino, evadendo sul solito terrazzo, potevo osservare il tempo che si guastava.
Tipico delle città del nord Italia, sempre immerse nelle smog, con quel cielo lattiginoso e quasi mai azzurro.
Troppo traffico, troppa afa … davvero, dovremmo prendere in seria considerazione questo problema.
Non ce la feci a distogliere il pensiero. La curiosità mi spinse a verificare un po’ di cose.
Innanzitutto le “centraline” che controllano l’aria. Ce ne sono tante e c’è un Ente Pubblico che le gestisce.
Guarda te! Stiamo inquinando sempre di meno. Ne sono contento.
Dal grafico si può notare che le crisi economiche (2011) abbassano gli inquinanti, almeno così sembrerebbe.
Come dite? E’ la conversione delle caldaie dal gasolio al teleriscaldamento?
Si, potrebbe essere, ma negli anni 90 il teleriscaldamento era già diffusissimo e il trend è rimasto in discesa.
Mi sarei aspettato un appiattimento della curva.
Sarà colpa delle auto diesel? Non lo so. Potrebbe darsi … ma da quando si sono diffuse il contenuto di zolfo, nell’aria, non fa altro che scendere.
Merito dell’attuale governo locale? Nemmeno per idea, tutte le curve sono in discesa fin da quando andavo alle elementari!
Fonte dei dati: http://www.comune.torino.it/ambiente/aria/aria_torino/andamento-inquinanti.shtml
Ma la CO2, la maledetta CO2 che riscalda il pianeta, come sta andando?
Fonte dei dati: http://www.provincia.torino.gov.it/ambiente/file-storage/download/energia/pdf/sesto_rapporto/capitolo6.pdf
Figurarsi! Da queste parti sembrerebbe in discesa dal 1998.
Mi piacerebbe, comunque, avere dei dati più aggiornati. La nostra Amministrazione sarà senz’altro impegnata in un alacre e indefesso lavoro e quindi ci aggiornerà a breve, brevissima scadenza — speriamo!
Quindi, in buona sostanza, dalle mie parti sembrerebbe che stiamo inquinando di meno.
Ne sono orgoglioso, siamo gente seria e quando ci mettiamo una cosa in testa … tutti sanno che i piemontesi sono testardi. Almeno dai tempi del “quadrato di Villafranca”.
E poi non stiamo mica a guardare! C’è il car-sharing, anche elettrico, abbiamo le biciclette a noleggio e finanche i monopattini.
Dopo tutto questo discernere, per riassumere, torno alla domanda primigenia.
Perché, prima del lockdown, il cielo era quasi sempre lattiginoso con pochi e brevi sprazzi di azzurro?
Perché le estati ce le ricordavamo per l’afa e il cielo color cappuccino?
Eppure, i grafici ci mostrano quello che sembra un virtuosismo.
Ah, ecco. Forse ci sono: l’aeroplano.
In passato si volava pochissimo. Adesso è diventato un comune mezzo di trasporto.
E allora dobbiamo fare di più.
Per i mezzi di terra ci siamo impegnati allo stremo: filtri, elettronica, catalizzatori … insomma, ci sta a cuore il pianeta si o no?
E’ necessario che gli esperti esaminino a fondo l’inquinamento del cielo.
Dobbiamo essere “green” come nei veicoli terrestri e forse anche di più.
E’ bastato che gli aerei restassero a terra a causa del virus per avere di nuovo cieli azzurri e nuvole normali.
Qualche complottista in cerca di visibilità direbbe che non si tratta d’inquinamento, che ci sono delle teorie differenti, che ci sono altre cose a impattare sul clima.
Ma i complottisti, si sa, vedono intrighi dappertutto. Basti leggere quello che scrivono sull’11 settembre!
Documento qui: https://www.ltpaobserverproject.com/uploads/3/0/2/0/3020041/dossier_scie_chimiche.pdf
In conclusione, non saprei dire cos’è che cancellava l’azzurro e che offuscava le estati della mia città.
Capisco che la soluzione non possa nemmeno essere un “eternal-covid-19”, in grado di tenere gli aerei a terra.
Ma non sono contrario agli aerei. Anzi, mi piace moltissimo usarli.
Dovremmo capire meglio perché, quando volano, abbiano la tendenza a formare cieli inadatti a un clima confortevole.
Una volta non era così. Forse la soluzione è nel modificare qualcosa che abbiamo fatto in passato. Chissà.
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R.A.
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