Redazione: Quante volte siamo andati contro corrente nel dare per quasi sicura la rielezione di Donald Trump!
Proponiamo quest’articolo per ribadire che il nostro pensiero è razionale, non frutto di fanatismo di parte.
I sondaggi — di solito e in particolare in un’elezione importante come questa — sono spesso concepiti per adattarsi alla volontà del committente.
In altre parole, sono uno strumento di lotta politica.
Ma quegli stessi sondaggi, a leggerli bene, rivelano che alla domanda “secondo voi chi vincerà le elezioni ”, gli elettori rispondono Donald Trump!
L’articolo dimostra che questo tipo di sondaggio ha sempre rivelato in anticipo il vincitore, in qualsiasi tipo di elezione.
Il resto son solo chiacchiere da bar (o da talk-show televisivo).
*****
David Catron per The American Spectator (sintesi)
Ultimamente, i sondaggisti e gli esperti stanno riflettendo nervosamente sulla seguente domanda: “Se Trump è così indietro nei sondaggi, perché la maggior parte degli elettori sostiene che sarà lui a vincere le prossime elezioni?”.
Come ha recentemente notato Harry Enten della CNN: “La media dei recenti sondaggi svela che la maggioranza degli elettori (circa il 55%) ritiene che Trump sconfiggerà Biden. Tale vantaggio è rimasto costante nel tempo”.
Questa è molto di più di una semplice curiosità statistica.
Secondo gli studi condotti da importanti “Istituti di Ricerca” negli Stati Uniti e in Europa, qualsiasi sondaggista che tenti di prevedere l’esito di un’elezione dovrebbe prestare meno attenzione a ciò che gli intervistati dicono sul candidato che intendono votare, e molta di più al candidato che secondo loro vincerà.
Il Prof. Andreas Graefe della “Ludwig-Maximilians-Universität München” sostiene che sia questo “il metodo più accurato che abbiamo a disposizione per prevedere l’esito di qualsiasi elezione”.
Il Dr. Graefe, sotto il titolo “Accuracy of Vote Expectation Surveys in Forecasting” (Public Opinion Quarterly), ha scritto che:
““Nei 100 giorni precedenti le sette elezioni comprese fra il 1988 e il 2012, i sondaggi sulle ‘aspettative di voto’ hanno fornito previsioni più accurate rispetto ai quattro metodi normalmente utilizzati (sondaggi sulle intenzioni di voto, mercato delle previsioni, modelli quantitativi e giudizio degli esperti).
I guadagni in termini di accuratezza sono stati particolarmente elevati rispetto ai normali sondaggi.
In media, l’errore delle previsioni di voto basato sulle ‘aspettative’ è stato inferiore del 51% rispetto a quello dei ‘sondaggi’ pubblicati lo stesso giorno””.
I sondaggi scientifici sulle “aspettative di voto” ci accompagnano fin dagli anni ’30, ma non sono mai stati molto utilizzati come strumento di previsione.
Come ha affermato il Prof. Graefe: “”Solo di recente i ricercatori hanno cominciato a studiare in modo specifico i sondaggi sulle ‘aspettative di voto’ come metodo di previsione sul risultato delle elezioni””.
Fra questi ci sono Justin Wolfers del “Dipartimento di Economia dell’Università del Michigan” e David Rothschild del “Microsoft Research and Applied Statistics Center”.
Hanno pubblicato i risultati sul sito web della “Brookings Institution” sotto il titolo “Forecasting Elections: Le ‘intenzioni di voto’ contro le ‘aspettative’ [su chi vincerà]”.
Wolfers e Rothschild sono arrivati alle stesse conclusioni del Prof. Graefe.
Le “aspettative degli elettori” su chi avrebbe vinto una determinata elezione erano costantemente più predittive rispetto a sondaggi che utilizzavano domande convenzionali, come ad esempio: “”Se le elezioni si tenessero oggi, lei per chi voterebbe?”.
Hanno confrontato l’efficacia predittiva di questi sondaggi con quelli che ponevano domande sulle “aspettative” degli elettori: “”Indipendentemente da chi lei intende votare, chi pensa che vincerà le prossime elezioni?”.
Le risposte a quest’ultima domanda si sono rivelate molto più utili ai fini previsionali:
“”Il nostro dataset primario è composto da tutti i collegi statali costituiti per le elezioni presidenziali che si sono tenute dal 1952 al 2008.
Sono state poste domande sulle ‘intenzioni di voto’ e sulle ‘aspettative di risultato’.
Nei 77 casi in cui la domanda sulle ‘intenzioni’ e sulle ‘aspettative’ hanno avuto vincitori diversi, il risultato delle ‘aspettative’ ha azzeccato il risultato finale 60 volte, l’altra solo 17.
Ovvero, nel 78pc dei casi in cui ci sono stati risultati discordanti, i dati sulle ‘aspettative’ erano quelli corretti””.
Politico ha scritto che: “”Quando i sondaggisti chiedono agli americani chi pensano che vincerà le elezioni — e non per chi voteranno — Trump si comporta relativamente bene””.
Anche in sondaggi come quello di Economist/YouGov — che mostra Trump in calo (49 a 40) a livello nazionale — solo il 39pc degli elettori registrati sostiene che Biden lo batterà.
In Pennsylvania, il nuovo sondaggio della Monmouth mostra che Biden batterà Trump.
Tuttavia, alla domanda su chi vincerà le elezioni gli elettori rispondono che è una sorta di instricabile scommessa.
È la ragione per cui la Gallup — che nel 1936 inventò i “sondaggi scientifici” (George Gallup e il suo team previdero la rielezione di Franklin D. Roosevelt) — non partecipa più ai sondaggi dalle elezioni presidenziali del 2012.
Altri sondaggisti sono stati meno sagaci, il che li ha portati alla debacle del 2016.
Le loro proiezioni per il 2020 saranno certamente la solita minestra riscaldata.
Come conseguenza, la maggior parte degli elettori non crede più ai sondaggi, considerandoli un atto di sleale lotta politica.
Come ha scritto Tim Young sul Washington Times, anche i Democratici non credono a questi sondaggi:
“”Se i Democratici credessero ai sondaggi, non si vedrebbe il New York Times chiedere la verifica della dichiarazione dei redditi del Sig. Trump, per consentire all’ex Vice-presidente di presentarla nei dibattiti.
Gli sarebbe servita per cercare di mettere Trump all’angolo — dopotutto gli americani, lo dicono tutti i sondaggi, non amano il Presidente …
Se i Democratici credessero ai sondaggi, perché hanno bloccato le strade in occasione della celebrazione e del discorso di Trump, il 4 luglio, a Mount Rushmore?””.
E’ questo il motivo per cui pochi sondaggi elettorali includono la pericolosissima domanda: “”Chi vincerà le prossime elezioni presidenziali?”.
I sondaggisti sono a conoscenza della ricerca di cui abbiamo appena discusso, conoscono la natura predittiva dei sondaggi basati sulle “aspettative” degli elettori e sanno che includere una tale domanda produrrebbe risultati che farebbero infuriare i loro finanziatori.
Ricordano cosa capitò a Nate Silver, quando osò sostenere che Trump aveva buone possibilità di sconfiggere Hillary Clinton nel 2016.
I sondaggisti e gli esperti non vogliono essere cancellati dal mercato per aver detto la verità.
Ovvero che numerosi sondaggi — quelli che contengono ciò che il Prof. Graefe chiama “previsioni dei cittadini” — indicano che Trump vincerà.
*****
Link Originale: https://spectator.org/why-the-polls-predict-trump-will-win/
Scelto e tradotto da Franco
*****
Le immagini, i tweet e i filmati pubblicati nel sito sono tratti da Internet per cui riteniamo, in buona fede, che siano di pubblico dominio (nessun visibile contrassegno di copyright). In caso contrario, sarà sufficiente contattarci all’indirizzo info@mittdolcino.com perché vengano immediatamente rimossi. Le opinioni espresse negli articoli rappresentano la volontà e il pensiero degli autori, non necessariamente quelle del sito.