di Megas Alexandros
Nel completo silenzio della penisola martoriata dal Covid, il Presidente Giuseppe Conte vendica il prof. Giulio Tremonti, portando a compimento quello che fu il progetto dell’allora ministro del Tesoro e che non vide mai la luce per la ferrea opposizione di Angela Merkel.
Un progetto che avrebbe cambiato la storia dell’ultimo decennio e che, certamente avrebbe anche alleviato le pene del popolo italiano ed evitato la distruzione del nostro sistema economico e produttivo.
“not in mai life”, gli urlo in faccia la cancelliera Angela Merkel di fronte alla parola “eurobond” pronunciata da Giulio Tremonti.
Ed anche in piena pandemia con le economie di tutta Europa pronte al collasso, la cancelliera tedesca non ha perso occasione per ribadire la su ferma posizione in fatto di eurobond e mutualizzaione dei debiti.
E’ in questo scenario intrinso di “veti”, che la Commissione europea e’ arrivata ad approvare il Recovery Fund, che se analizzato attentamente nella sua forma, risulta essere la prima ed assoluta forma di debito comune che questa unione monetaria, ha avuto il coraggio di dotarsi, dalla sua nascita.
Ed i ben informati ci dicono che contrariamente alla forte posizione di veto sempre da lei tenuta, sia stata proprio Frau Merkel a far nascere questa forma di debito comune.
magari, resasi conto che non c’era alternativa alla ormai imminente rottura dell’Euro, ha preferito prendersi le critiche in casa propria, pur di non veder sciogliersi come neve al sole la moneta che tanto ha contribuito, in termini di surplus commerciali, ai suoi governi.
E sono proprio le critiche che la Merkel sta ricevendo in patria, con il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, in prima linea, a farci sospettare che questa volta i paesi del sud abbiano ottenuto il punto.
Berlino teme il rischio che questo debito comune “una tantum” possa diventare “un per sempre”. Gia’ alle prese con Karlshue e con la responsabilita’ di giustificare i programmi della BCE, Weidmann teme un futuro che possa scivolare velocemente in una unione fiscale e bancaria, che sterilizzi tutti gli “spread” ed i conseguenti vantaggi tedeschi in fatto di finanziamento del debito.
E veniamo a quello che non vi dicono:
i 750 miliardi con cui verra’ finanziato il Recovery Fund, non verranno prelevati direttamente dall’anno prossimo dalle tasche dei cittadini europei, in una sorta di partita di giro, come vi propongono i detrattori di Conte.
Come sapete, lungi da me difendere, una persona che non conosco, che non ho votato e che ancora non ha gettato la maschera, ma le cose dobbiamo dirle e vederle per quelle che sono.
Questi 750 miliardi verranno finanziati emettendo bond con la garanzia europea ed andando a raccoglierli sui mercati. Ed all’interno di una domanda retorica: “cosa sono i bond con la garanzia europea se non i tanto acclamati ed attesi eurobond”.
Un’altra domanda, anche questa retorica se volete: cosa succederebbe se la EU andando ad emettere questi bond non riuscisse a collocarli tutti???…. non crederete mica, che l’europa intera andrebbe in default…. ma certo che no!!! interverrebbe la BCE e con il suo “click” acqusiterebbe il resto. E questo, siamo sicuri, accadrebbe anche nel caso che (tra qualche anno, quando cominceranno i rimborsi), ci fosse qualche Stato non in grado di rimborsare puntualmente la propria quota. La BCE scambierebbe “carta con carta”, come del resto sta facendo da anni con il QE.
I bilanci annuali dei vari Stati, per il momento saranno gravati solo dal costo degli interessi dovuti alle varie emissioni di bond, mentre per il costo di rimborso dei prestiti se ne riparlera’ dal 2028.
Allora, per l’onesta’ intellettuale che mi contraddistingue, possiamo certamente discutere se i numeri del Recovery Fund saranno sufficienti oppure no a fronteggiare la crisi, ma non possiamo prendere in giro gli italiani dicendo che il Recovery Fund equivale al Recovery MES.
Conte e’ riuscito a fare nuovo debito, facendo, pero’ impegnare non solo gli italiani, ma tutti i cittadini europei, questa e’ la realta’ delle carte. Una realta, che certamente non scioglie il paradigma della moneta euro e le regole assurde con le quali e’ stata costruita questa unione monetaria che costringe o/e vorrebbe costringere tutti gli Stati europei ad una politica mercantilista, politica impossibile da realizzare tenendo conto che viviamo in un sistema economico chiuso.
La bravura di Conte e la marcia indietro della Merkel vanno valutate al netto della situazione creata dalla pandemia, che ha messo a nudo tutte le assimmetrie del sistema euro e come vi ho sempre detto l’economia non ha padroni e lottare contro le sue forze ti porta alla sconfitta.
Ieri scherzando con il mio amico Warren Mosler ho fatto questa riflessione: “la cosa piu’ positiva emersa dalla pandemia del Covid e’ che la gente sta comprendendo sempre piu’ la MMT”. Sorridendo e pensando agli ultimi dieci anni spesi ad informare e formare, Warren, mi ha dato ragione.
Ora arriva la fase piu’ delicata, dove si valutera’ il politico Giuseppe Conte, ma si valutera’ anche tutto il panorama politico italiano, opposizioni comprese.
Conte e’ stato bravo a prendere tempo ed a far impegnare tutti, ma ora urge un piano; un piano di altissima professionalita’, urge capitalizzare al massimo i soldi che arriveranno evidando che un solo euro finisca alle Bahamas per poi rientrare in Svizzera scudato (“ogni riferimento a fatti e persone e’ puramente casuale”).
Certamente dobbiamo ripensare il nostro paese e ripulirlo da chi lo ha ridotto cosi (a quello ci pensera’ la magistratura), ma nello stesso tempo non dobbiamo perdere di vista questa assurda struttura europea e preparare immediatamente un piano A ed un piano B per farci trovare pronti al cambiamento essenziale che dovremmo apportare, perche’ non dobbiamo assolutamente dimenticare che la crisi attuale e’ sempre in atto e tutta da quantificare.
Un’ultima esservazione su un aspetto, anche questo sottaciuto: il “Next Generation EU” al cui interno si trova il Recovery Fund, dovra’ essere ratificato dai parlamenti di tutti i 27 Stati membri, come se fosse una modifica del Trattato.
In questo ci viene in soccorso il Senatore a vita Mario Monti che in tema di austerity e di conoscenza dei trattati non e’ secondo a nessuno. Ecco quanto afferma “Rigor Montis” commentando il presunto accordo dell’ultimo Consiglio Europeo nel quale si discuteva del Recovery Fund: “quanto deliberato dovrà essere approvato da tutti i parlamenti nazionali come se fosse un nuovo trattato, perchè – appunto – deroga ai trattati vigenti”.
Il fatto che si debba procedere al cambiamento dei trattati, conferma, appiano, quanto sopra scritto, sul fatto che il Recovery Fund e’ la prima forma di debito comune europeo, ad oggi appunto vietata dai trattati stessi.
Certo il rischio che il parlamento di qualche Stato membro possa buttare all’aria tutto e’ reale e concreto, come e’ concreto il fatto che siamo di fronte a due ipotesi reali sul futuro dell’Europa: l’una che sia iniziato un processo di revisione concreta della sua struttura, l’altra che sia un accordo farlocco, che mette in mano il suo “disinnesco” a qualche paese frugale facendo saltare tutto…. beehh, allora Il Presidente Conte, l’italia e gli italiani dovranno essere pronti a riprendersi la propria moneta e fare da soli.
PS: al nostro staff e’ stato chiesto di preparare un piano per risollevare il nostro paese, ci sono state chieste idee e programmi, e noi lo abbiamo fatto come al solito, armati della nostra professionalita’, di passione e di amore per il nostro paese, con l’unico obbiettivo di essere ascoltati e speranzosi di essere seguiti. La pensione la lasciamo agli altri, a coloro che gia’ mostrano di essere vecchi nel fisico e nella mente.
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