Declan Leary per The American Conservative
Il “Dipartimento per l’Agricoltura” degli Stati Uniti [USDA] ha lanciato un avviso su Twitter riguardo certi pacchetti di semi provenienti dalla Cina.
Sono stati inviati, non richiesti, a molti cittadini dello Stato di Washington.
Il post ha scatenato un’ondata di annunci similari da parte di altri Stati Americani, che hanno ingiunto ai destinatari di non piantare quei semi.
A loro volta, quegli avvertimenti hanno scatenato altre segnalazioni.
E’ così diventato palese che si trattava di una tendenza nazionale (finora, 22 Stati coinvolti) e internazionale (coinvolti Canada, Australia e Unione Europea).
Michael Wallace, il Portavoce del “Dipartimento dell’Agricoltura e dei Servizi ai Consumatori” della Virginia, ci ha informati che il suo ufficio “ha ricevuto centinaia di telefonate e più di 900 e-mail provenienti da persone anche di altri Stati, che riferiscono di aver ricevuto semi che non hanno ordinato”.
Anche Heather Lansdowne del “Dipartimento dell’Agricoltura” del Kansas ha riferito di “centinaia di chiamate ed e-mail” anche se, al momento, non è in grado di determinare quanti pacchetti non richiesti siano stati consegnati nello Stato.
Recentemente, un rapporto del Daily Mail ha informato che nel Regno Unito ci sono casi a centinaia.
I “Dipartimenti per l’Agricoltura” dei vari Stati [USA] hanno segnalato i fatti all’USDA, che sta collaborando al riguardo con la “Customs and Border Protection” [CBP].
K. Cecilia Sequeira, una Portavoce dell’USDA, ha riconosciuto che l’“Animal and Plant Health Inspection Service” [APHIS] sia a conoscenza dei fatti: “… persone di tutto il Paese stanno ricevendo dei non richiesti pacchetti di sementi provenienti dalla Cina”.
Il 29 luglio il Vice-amministratore dell’USDA e Responsabile del “Plant Protection Program”, Osama el-Lissy, ha annunciato che 14 dei centinaia di campioni sono già stati identificati.
Ma i funzionari del CBP non hanno voluto rispondere alle molteplici richieste di commento.
A quanto pare, sta succedendo qualcosa di sospetto.
Non la pensa così Jane Rupp del “Better Business Bureau”, che pensa di avere una risposta, decisamente più semplice.
Rupp ha detto alla FOX 13 che “gli incidenti potrebbero essere solo una truffa, nota con il nome di ‘brushing’. Alcune aziende vi inviano un determinato prodotto in modo da poter pubblicare una falsa recensione a vostro nome”.
K.C. Sequeira è più che d’accordo. Sostiene che: “non abbiamo alcuna prova che indichi qualcosa di diverso da un ‘brushing scam’, in cui le persone ricevono articoli non richiesti da un venditore che poi pubblica false recensioni per incrementare le vendite”.
Davvero? La teoria del brushing non affronta una serie di dettagli-chiave.
Ad esempio, perché i pacchi sono stati etichettati come “gioielli” — in questo modo è facile che possano superare la Dogana senza essere ispezionati — quando invece sono riempiti di semi?
E perché l’onda improvvisa?
Perché i truffatori cinesi dovrebbero decidere all’improvviso d’inviare semi a centinaia di persone che si trovano in un Paese rivale della Cina?
Il biologo Lawrence Roberge ha una teoria che regge molto più dell’ipotesi di una semplice truffa — ed è qualcosa dalla quale ci mette in guardia da anni.
Il Governo si è concentrato sui danni potenziali delle specie invasive (non dimenticate che i “semi cinesi” non sono ancora stati identificati) e ha ingiunto ai destinatari di non piantare quei semi e, anzi, di non aprire nemmeno le confezioni.
E se il punto fosse proprio questo danno potenziale?
Il Dr. Roberge ha scritto e parlato per un decennio sul potenziale utilizzo come arma biologica di specie non indigene.
Ci sono prove sostanziali che potremmo assistere a un attacco del genere.
Un fattore-chiave è l’ampia dispersione: centinaia o migliaia di propaguli spediti in numerose località di tutto il paese.
Roberge avverte che una dispersione così ampia può essere efficace anche se nessun destinatario piantasse quei semi, perché c’è il rischio sostanziale che vengano gettati nella spazzatura e che quindi possano proliferare in discariche o cumuli di spazzatura.
Oltre a questo, c’è un altro danno potenziale derivato dai semi non piantati: “alcuni attacchi possono provenire dalle spore fungine presenti sui semi o dalle cellule batteriche presenti sulla superficie o all’interno dei semi”.
Gli avvisi del Governo a non piantare quei semi si son fatti strada fra la popolazione e la maggior parte dei destinatari seguirà sicuramente le istruzioni, largamente pubblicizzate.
Ma questo potrebbe non essere sufficiente.
L’apparenza non minacciosa di un “pacchetto di semi” potrebbe indurre molte persone a scartare la possibilità di un pericolo reale.
Roberge è preoccupato perché, se è vero che gli Stati Uniti siano ben attrezzati a difendere le persone dalle minacce biologiche, è anche vero che non lo siano affatto per le armi biologiche agricole o ambientali.
“Siamo molto vulnerabili a un tale attacco”, ha insistito.
Aggiungendo che: “… sto lavorando per realizzare un analizzatore portatile a infrarossi per il rilevamento e l’identificazione di vari semi intesi come armi biologiche”.
“Purtroppo” – ha continuato con amarezza — “sembra che il finanziamento per questi tipi di ricerca arrivi solo dopo l’attacco”.
“Potrebbero volerci diversi anni … a seconda delle colture-bersaglio, degli obiettivi ecologici. Ovvero se gli organismi siano diretti a danneggiare gli esseri umani o a disturbare gli ecosistemi”, ha aggiunto Roberge, riferendosi alle conseguenze di un possibile attacco.
Potremmo anche non sapere mai cosa ci ha colpito.
Potrebbe essere semplice come il declino accelerato delle nostre aziende agricole.
Oppure potrebbe non essere nulla.
Potrebbe essere che una manciata di truffatori abbia deciso di spedire centinaia di pacchetti di semi invece di gioielli, sicuri che lo scambio non avrebbe attirato l’attenzione.
Così fosse, si sarebbero sbagliati di grosso.
Questa teoria si basa sul fatto che i nostri ipotetici truffatori siano incredibilmente stupidi.
Ma qui ce n’è abbastanza per essere preoccupati e per aspettarsi una maggiore reattività (e trasparenza) da parte dell’USDA.
Se il 2020 ci ha insegnato qualcosa è che le importazioni biologiche dalla Cina — soprattutto quelle “accidentali” — non vadano assolutamente prese alla leggera.
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Link Originale: https://www.theamericanconservative.com/articles/is-china-sowing-the-seeds-of-our-destruction-literally/
Scelto e tradotto da Franco
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