
David Catron per The American Spectator
Lo scorso mese, quando Donald Trump parlò di un’importante “maggioranza silenziosa” non rappresentata dai sondaggi, i Democratici e i corporate-media dedicarono notevoli energie a “demistificare” l’affermazione.
In effetti, la loro reazione fu così stridula e onnipresente da far sembrare — parafrasando la sfortunata madre di Amleto — che stessero protestando fin troppo.
Un sondaggio pubblicato la scorsa settimana dal “Cato Institute” suggerisce che possa esserci una ragione alla base di questa frenetica reazione.
Il sondaggio, condotto su 2.000 americani dai 18 anni in su, indica che la riluttanza dei moderati e dei conservatori a condividere le loro opinioni politiche è aumentata in modo significativo dal 2017:
“Molti democratici credono erroneamente che l’illusorio dominio nei dibattiti pubblici possa significare che hanno conquistato i cuori e le menti dell’elettorato”.
Secondo il sondaggio, condotto da YouGov per conto del “Cato Institute”:
“… la quota dei moderati che si autocensurano è aumentata di 7 punti, dal 57% al 64%. La quota dei conservatori è passata dal 70% al 77%, anch’essa in aumento di 7 punti”.
Fra i Democratici solo il 42% si autocensura. La maggioranza (58%) si sente libera di dire quello che pensa.
Questo è il motivo per cui coloro che hanno opinioni politiche di sinistra sembrano dominare il discorso politico.
I moderati e i conservatori tengono per sé le proprie opinioni e aspettano pazientemente il giorno delle elezioni.
Molti Democratici credono, erroneamente, che quest’illusorio dominio nel dibattito pubblico significhi la conquista dei cuori e delle menti dell’elettorato.
Al contrario, come abbiamo già visto nel 2016, la riluttanza dei moderati a discutere con i progressisti significa semplicemente che vogliono evitare la vergogna e l’ostracismo sociale.
Per il momento se ne stanno in santa pace, ma a tempo debito raggiungeranno la cabina elettorale.
Questo è il bello del voto segreto: chi rifiuta di farsi intimidire dai Liberal può far sentire la propria voce, forte e chiara, a novembre, nella cabina elettorale.
Secondo il sondaggio del “Cato Institute”, le persone che hanno scelto questa strada sono molto più numerose rispetto al 2016.
Abbracciano, inoltre, l’intero spettro demografico:
“Quasi due terzi dei latinoamericani (65%) e dei bianchi (64%), quasi la metà degli afroamericani (49%), hanno opinioni politiche che temono di condividere.
La maggioranza degli uomini (65%) e delle donne (59%), le persone con un reddito superiore ai 100.000 dollari (60%) e le persone con un reddito inferiore ai 20.000 dollari (58%), le persone sotto i 35 anni (55%) e sopra i 65 anni (66%), i religiosi (71%) e i non religiosi (56%) … tutti concordano sul fatto che il clima politico impedisce loro di esprimere le proprie opinioni”.
Avrete senz’altro notato il termine “paura” espresso in un passaggio precedente.
Indica uno dei motivi per cui Trump ha vinto e per cui molti dei suoi sostenitori se ne stanno in silenzio.
Il sondaggio del “Cato Institute” ci dice molto sul clima politico in cui i sostenitori di Trump sono costretti a vivere.
Questa settimana il “Washington Free Beacon” ha scritto che:
“… un distretto scolastico del Michigan ha licenziato un popolare insegnante e allenatore del Liceo per aver scritto ‘Trump è il nostro Presidente’ sui social media”.
Il “Washington Free Beacon” descrive anche quello che è successo dopo:
“Justin Kucera, allenatore di baseball del Varsity, nonché Insegnante di Studi Sociali, ha detto che i funzionari del Distretto Scolastico di Walled Lake lo hanno trascinato in una riunione a porte chiuse, dopo che aveva dichiarato il suo sostegno alla dichiarazione del Presidente Trump favorevole alla riapertura delle scuole”.
Ha inoltre dichiarato che il Preside del Walled Lake e il Sovrintendente Distrettuale gli hanno dato un ultimatum: essere licenziato o dimettersi …
Kucera, prima dell’episodio, era una figura molto popolare, stanti le dichiarazioni dei genitori.
Questo è il destino di molti sostenitori di Trump quando decidono di non tacere.
L’indagine del “Cato Institute” è andata in profondità su questo problema, proponendo la seguente domanda: “Sosterrebbe o si opporrebbe al licenziamento di un dirigente d’azienda se si venisse a sapere che ha donato privatamente del denaro a [Trump]?”.
Oltre la metà dei Liberal ha sostenuto il licenziamento.
Alla stessa domanda, solo un terzo dei Conservatori ha dichiarato che sosterrebbe il licenziamento di chi ha donato a Biden. Un numero che comunque sembra eccessivo.
Qualcuno ha mai sentito parlare di un simile oltraggio perpetrato nei confronti di un qualsiasi lavoratore, per aver semplicemente riconosciuto la legittimità del predecessore di Trump?
Al contrario, è facile trovare altri esempi di sostenitori di Trump licenziati per crimini davvero efferati, come ad esempio indossare il temuto cappello del MAGA:
Michael J. Dale, un dipendente di lunga data del “Dipartimento dei Lavori Pubblici” di Indianapolis, è stato licenziato per quel reato.
James Bunner, giornalista di una filiale della NBC di Austin, è stato licenziato per aver indossato un cappello MAGA mentre copriva un raduno di Trump.
Frank Skinner ha perso il suo lavoro come Babbo Natale del Centro Commerciale di Waycross, Georgia, per aver fatto una foto mentre indossava un cappello di Trump.
Lizzy Mathews è stata licenziata dal “Denver Health Medical Center”, dove aveva lavorato come infermiera per 27 anni, per aver detto di sostenere Trump in risposta a una domanda su chi si aspettava vincesse nel 2016.
Innumerevoli altri esempi possono essere trovati sulla blogosfera.
Di conseguenza, è facile capire perché i moderati e i conservatori siano più riluttanti a condividere le loro opinioni politiche di quanto non lo fossero nel 2017.
La maggioranza silenziosa di Trump è reale e molto più grande rispetto a quattro anni fa.
Fatto che dovrebbe spaventare a morte qualsiasi democratico senziente è il numero di latino-americani (65%) e di neri-americani (49%) che si autocensurano.
Per loro non c’è alcun rischio di ostracismo sociale se sostenessero Biden o qualsiasi altro democratico.
L’unica ragione plausibile della loro reticenza è il sostegno a Trump.
Il Presidente sta per fare la storia sia per l’entità della sua vittoria che, ancor più importante, per la composizione del suo elettorato.
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Link Originale: https://spectator.org/conservatives-moderates-self-censor-cato-poll-silent-majority/
Scelto e tradotto da Franco
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