Redazione: Quando si parla di Medio Oriente allargato, non si può mai dire che tutto sia chiaro.
Esiste, quindi, un’indicibile verità nella Guerra del Caucaso? Un’alleanza di fatto fra azeri e israeliani (statunitensi)?
A quale scopo? Riguarda davvero il solo contenimento dell’Iran?
Perché, in effetti, un convitato di pietra c’è, anche se Inside Over non ne fa cenno: la Russia.
Dopo aver ingoiato un’aspirina, chiudiamo con un’espressione tratta dall’articolo che proponiamo a seguire:
”Ma resta il mistero di chi sia veramente a pilotare quei droni. E chi sia, di conseguenza, a controllare la guerra”.
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Lorenzo Vita per Inside Over
I droni continuano a sorvolare il Nagorno-Karabakh e a colpire le postazioni nemiche.
In questi primi giorni di escalation militare i veri protagonisti del conflitto sono i velivoli pilotati da remoto
Dall’inizio delle ostilità, il Ministero della Difesa azero ha più volte pubblicato su suoi canali internet i video dei raid compiuti dai droni.
Simbolo di come Baku sia in grado di colpire in maniera letale il nemico, ma anche prova di un rinnovamento delle Forze Armate dell’Azerbaijan, che serva da avvertimento agli armeni ma in generale a tutti i possibili rivali.
I video, però, hanno un duplice significato.
Non sono solo una terribile propaganda di guerra, ma anche messaggi in codice lanciati da entrambi i contendenti per far comprendere alla controparte quali siano le potenzialità delle mosse attuali e di quelle successive.
Un video o un frame pubblicato dalla Difesa di un Paese non è certo casuale e nemmeno frutto di una regia indipendente, ma fa parte di un “dialogo” che si costruisce anche attraverso questi canali.
Sia dalle parti direttamente in causa che da quelle che restano leggermente indietro rispetto al campo di battaglia.
Abbiamo parlato in questi giorni dei droni turchi e dei sospetti legati all’interfaccia rappresentata in questi video.
I dubbi di alcuni analisti erano legati, soprattutto, all’estrema somiglianza fra quelle immagini e quelle riprodotte dai terribili droni Bayraktar fabbricati in Turchia.
Tutti sanno che l’Azerbaijan è legato a doppio filo ad Ankara e conoscono soprattutto quanto Recep Tayyip Erdogan sia intenzionato a estendere l’influenza del suo Paese, in funzione anti armena e in una logica di espansione della sua rete di alleanze.
I droni fanno parte di tutta una serie di accordi militari siglati da Turchia e Azerbaijan.
Ma nessuno è attualmente in grado di dire se Baku abbia effettivamente acquistato quei droni e, soprattutto, se sia in grado di pilotarli.
Gli ufficiali azeri hanno ricevuto addestramenti specifici proprio dai comandanti turchi, ma pilotare un drone è qualcosa di molto complesso, specialmente se fabbricato altrove.
E’ chiaro che i dubbi sul fatto che possano essere le Forze Armate turche a pilotare quei velivoli si fanno molto più concreti.
Dubbi cui adesso potrebbe aggiungersene un altro. Ed anche in questo caso bisogna seguire la pista dei droni.
Il 30 settembre il Ministero della Difesa azero ha pubblicato un video — l’ennesimo — che mostra la distruzione di postazioni di artiglieria armena nel Nagorno-Karabakh.
Video di poco più di un minuto in cui le immagini mostrano il colpo devastante inflitto alle forze nemiche.
Il video, di per sé, sembrerebbe uno dei tanti che in questi giorni si moltiplicano fra canali ufficiali e social network.
Ma un fotogramma di questo video alimenta ben altro tipo di analisi.
Dopo qualche secondo, infatti, quando il fumo inizia a dissolversi, si vede sfrecciare un drone in diagonale che sorvola il luogo delle operazioni.
Non è un Bayraktar: la forma non è infatti quella del velivolo di fabbricazione turca.
Da quei pochi fotogrammi sembrerebbe trattarsi di un Orbiter 1K, micidiale drone di fabbricazione israeliana.
Una notizia che potrebbe avere risvolti molto importanti nella lettura del conflitto e delle mosse del governo azero.
La fornitura di questi “droni “suicidi”a Baku, da parte dell’israeliana Aeronautics Defense Systems, risale agli ultimi anni.
Il Governo israeliano aveva fermato la vendita dei droni dopo che gli erano giunte notizie del loro utilizzo contro forze armene nei primissimi giorni di test.
Ma la sospensione della vendita è stata revocata l’anno scorso.
Nel frattempo, diverse fonti confermano che l’Azerbaijan, attraverso un accordo con la Aeronautic Defense Systems, ha avuto la possibilità di costruirli direttamente nel proprio territorio con il nome di Zarba.
In questi giorni, come riportato anche dal Corriere della Sera, sono stati confermati attacchi effettuati attraverso i velivoli turchi Bayraktar e i famigerati droni kamikaze Harop di matrice israeliana.
Ma quello apparso in foto non rientrerebbe nelle due categorie e molti sospettano che, in quella strana “carovana aerea” che ha fatto spola nei giorni scorsi tra Israele e Azerbaijan, potesse esserci anche una fornitura di questi mezzi.
Un sospetto a cui si aggiungerebbe un recente video ripreso da una telecamera a circuito chiuso nei pressi del villaggio armeno di Asagi Sus e che — a detta di alcuni analisti — vedrebbe coinvolto per la prima volta un missile di fabbricazione israeliana, un Lora.
Baku disporrebbe di circa 70 missili di questo tipo nel suo arsenale.
Che i due Paesi siano alleati non è un mistero.
Come scritto anche da Axios, Israele e Azerbaijan hanno rapporti estremamente importanti sia sotto il profilo energetico che sotto quello militare.
Lo Stato ebraico importa petrolio dai giacimenti azeri mentre da Israele arrivano forniture di armi verso Baku.
Un do ut des che adesso potrebbe avere come banco di prova proprio il Nagorno-Karabakh, dove rischiamo di vedere una strana alleanza tra Israele e Turchia, volta a sostenere l’alleato azero e, possibilmente, a controllare e contenere l’influenza iraniana a pochi chilometri dal confine della Repubblica islamica.
Un asse sicuramente insolito ma che rientrerebbe perfettamente nella complessità stessa della ”Guerra nel Caucaso”.
Conflitto articolato e radicato nella storia, in cui si confrontano più o meno in maniera diretta tutte le potenze della regione: Russia, Iran e Turchia.
Gli Stati Uniti osservano con attenzione quanto avviene al confine fra Mosca e Teheran mentre Israele, dal canto suo, deve sostenere il suo partner caucasico.
Ma resta il mistero di chi sia veramente a pilotare quei droni. E chi sia, di conseguenza, a controllare la guerra.
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Link Originale: https://it.insideover.com/guerra/droni-kamikaze-israele-nagorno-karabakh-guerra.html
Scelto e pubblicato da Franco
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