di Megas Alexandros
Questa mattina il quotidiano “La Verita’”, e’ stato il primo a diffondere la clamorosa notizia che Renzi, la Boschi e Lotti principali esponenti del “Giglio Magico”, risultano essere ufficialmente indagati dalla Procura di Firenze per il reato di finanziamento illecito, all’interno dell’indagine sulla Fondazione Open.
Sono stati iscritti nel registro degli indagati presso la Procura di Firenze. A ricevere l’avviso di garanzia inviato il 2 novembre scorso anche Alberto Bianchi e Marco Carrai. Le somme, secondo gli inquirenti, erano “dirette a sostenere l’attività politica” dell’ex premier, dell’ex ministra e dell’ex ministro dello Sport.
Dopo l’incarcerazione di Denis Verdini, avvenuta alcuni giorni fa a seguito della sentenza definitiva della Cassazione, questo e’ un’altro duro colpo assestato alle “lobbies della citta’ del Giglio” dalla Procura Fiorentina guidata dal Dott. Creazzo.
La Procura non si e’ fatta intimorire neanche dalla pronuncia della Cassazione che alcuni giorni addietro aveva annullato la sentenza del tribunale del riesame di Firenze riguardo ai sequestri effettuati nell’ambito dell’indagine Open. Anzi, forti evidentemente, delle carte in loro possesso, i magistrati hanno provveduto, ad iscrivere nel registro degli indagati, insieme ai gia’ indagati Marco Carrai ed Alberto Bianchi, anche l’ex premier Matteo Renzi, l’ex ministra Maria Elena Boschi e l’attuale deputato del Pd, Luca Lotti.
A tutti loro – riporta l’articolo firmato da Giacomo Amadori – è contestato il finanziamento illecito continuato “perché in concorso tra loro, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso (…)” Bianchi, Carrai, Lotti e Boschi in quanto membri del consiglio direttivo della Fondazione Open “riferibile a Renzi Matteo (e da lui diretta), articolazione politico- organizzativa del Partito democratico (corrente renziana), ricevevano in violazione della normativa citata i seguenti contributi di denaro che i finanziatori consegnavano alla Fondazione Open”: circa 670.000 euro nel 2012, 700.000 nel 2013, 1,1 milioni nel 2014, 450.000 nel 2015, 2,1 milioni nel 2016, 1 milione nel 2017 e 1,1 milioni nel 2018.
Nell’atto prodotto dalla Guardia di Finanza, Matteo Renzi viene identificato come segretario nazionale del Partito Democratico per quasi cinque anni, nonché parlamentare del Senato. Boschi invece viene identificata quale parlamentare, componente e poi coordinatrice della segreteria nazionale del Pd. Entrambi, come noto, da circa un anno sono usciti dal Partito Democratico, fondando Italia Viva. Lotti, invece, ne fa ancora parte. Le somme, secondo gli inquirenti, erano “dirette a sostenere l’attività politica di Renzi, Boschi e Lotti e della corrente renziana”. La documentazione a cui si fa riferimento, secondo il quotidiano, sarebbe stata acquisita durante le perquisizioni subite dalla Fondazione lo scorso anno, quando i finanzieri hanno scandagliato i finanziamenti ricevuti da oltre 30 imprenditori legati da rapporti di vario tipo con Open tra il 2012 e il 2018 (anno della sua chiusura), per una somma totale raccolta di circa 7,2 milioni di euro.
La vicenda si manifesta come una tremenda mazzata per Matteo Renzi, che non piu’ tardi di ieri si mostrava gongolante, sul suo profilo Facebook, della quasi certa (secondo tutti i media allineati) vittoria del suo “cavallo” Joe Biden nella corsa alla presidenza USA, e pronto ad incassare l’ambito premio promesso, consistente nell’essere nominato segretario generale della NATO.
Del resto che Renzi tifasse apertamente per i Dem USA, non ne ha mai fatto mistero, sia a parole che con i fatti. A tal proposito, non dimentichiamo l’interrogazione parlamentare del Senatore Lucio Malan, che chiese delucidazioni all’allora governo guidato dal “bomba di Rignano” per quanto riguardava alcune donazioni elargite dal Ministero dell’Ambiente alla ”Bill, Hillary and Chelsea Clinton”, fondazione statunitense collegata direttamente a Hillary Clinton. Proprio nel piano della competizione elettorale per la presidenza degli Stati Uniti d’America, che vide prevalere l’attuale Presidente Donald Trump.
Da li, nacque anche tutto lo scandalo dell’Obamagate, di cui tanto se ne e’ parlato fino ad i giorni nostri, finanche ad un possibile coinvolgimento dell’Italia ed in particolare dei governi di allora. Scandalo finito a livello penale negli USA, con una indagine in corso, con forti evidenze gia’ esposte da i media e sui socials e per la quale ancora non e’ scritta la parola fine. A maggior ragione sotto la pressione e la rabbia di un Trump sconfitto per l’ennesima architettatura proveniente dal mondo Dem.
Come dicevo, un eventuale rinvio a giudizio metterebbe la parola fine sulla nomina promessa da Obama. Solo usando come principio la follia, si potrebbe pensare ad un imputato, come rappresentante di una organizzazione cosi importante a livello mondiale.
Ma una considerazione dovete concedermela; come puo’ essere intellettualmente possibile immaginare un uomo come Renzi, la cui credibilita’ nel nostro paese equivale a zero, a capo di una delle piu’ importanti organizzazioni atlantiche che, addirittura si occupa della difesa internazionale. Questa, non puo’ essere che l’ennensima dimostrazione della deriva totale dei tempi che stiamo vivendo.
Ma torniamo alla vicenda odierna, dove ormai i rapporti fra Renzi e la Procura fiorentina si fanno sempre piu’ tesi. Gia’ lo scorso anno, Renzi era stato durissimo con il Procuratore Giuseppe Creazzo e l’aggiunto Turco, dopo che i suoi genitori erano finiti agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni. Quindi dopo le perquisizioni per l’inchiesta Open, il senatore semplice di Scandicci aveva commentato: “Non e’ la prima inchiesta che viene dal Procuratore Luca Turco e dal suo capo Creazzo; sono certo che non sara’ l’ultima. Che lavorino tranquilli sui numerosi dossier che hanno aperto; noi rispettiamo i magistrati ed aspettiamo le sentenze della Cassazione, come prevede la Costituzione. tutto il resto e’ polemica sterile”.
Frasi alquanto inopportune, sopratutto se pronunciate da quello che dovrebbe essere un rappresentate delle istituzioni, ma sopratutto frasi che fanno tornare alla mente certi momenti, tra i piu’ “bui” della storia giudiziaria del nostro paese; come l’operato del giudice della Suprema Corte di Cassazione Corrado Carnevale, soprannominato “l’ammazzasentenze”, per le numerose sentenze d’appello e provvedimenti (circa 500, per reati che andavano dall’associazione mafiosa al terrorismo) da lui annullate, fu al centro di un controverso caso giudiziario in cui venne accusato di aver favorito, durante la presidenza della prima sezione penale della Cassazione, alcuni imputati eccellenti in processi di Mafia, annullando talvolta le condanne per vizi di forma (solitamente vizi procedurali, inosservanza delle norme di legge o difetto di motivazione).
Renzi, come ormai noto a tutti non perde mai l’occasione per stare zitto, in una frenetica sua corsa per il podio della “sfrontatezza”, per il quale ormai dovrebbe sapere che non ha rivali, spettandogli di diritto. Anche se il silenzio dovrebbe essere d’obbligo, per colui che per mezzo dei suoi uomini, manovrava nell’oscurita’, per avere nomine compiacenti nelle varie Procure, visto che oggi gli italiani si rendono facilmente conto anche del perche’.
Certo, visto come viene amministrata la giustizia nel nostro paese, con nomine per appartenenza dove il “merito” e’ quasi un disvalore e/o certamente un impiccio; una giustizia divisa tra uomini che le sono fedeli ed altri che la spregiano, dove noi cittadini siamo affidati alla lotteria di chi ci tocca, un allontanamento del Dott. Creazzo da Firenze, per il quale fortemente lavoravano Renzi ed i suoi uomini, sarebbe stata “manna dal cielo” per il promesso futuro Segretario Generale della NATO.
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