Tyler Durden per Zero Hedge
La Corte Suprema della Pennsylvania ha respinto sabato sera la causa intentata dai Repubblicani volta a invalidare una parte delle schede elettorali.
Cinque dei sette Giudici della Corte hanno sostenuto che il caso dovesse essere respinto per scadenza dei termini.
Secondo il Financial Times:
>> La causa intentata da “Sean Parnell e altri elettori” è stata respinta all’unanimità dai Giudici della Corte Suprema dello Stato, che l’hanno descritta come una “proposta straordinaria perché la Corte disconosca il voto di 6,9 milioni di cittadini della Pennsylvania alle ultime elezioni generali”.
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La decisione della Corte ribalta una precedente presa di posizione sul “processo di certificazione dello stato” da parte del Giudice della Corte del Commonwealth Patricia McCullough <<.
La Sentenza di sabato sera è stata respinta con pregiudizio, il che significa che non può essere archiviata.
Ci aspettiamo che i querelanti seguano la stessa strada del “team legale” di Trump, che ha giurato di portare i vari casi davanti alla Corte Suprema.
Cosa succede dopo? (from John M. Reeves via uncoveredc.com)
Se una precedente causa legale può essere predittrice, Parnell e gli altri elettori presenteranno una petizione accelerata per un “writ of certiorari” [richiesta degli atti di un processo di una Corte superiore a un’altra inferiore].
Inoltre, molto probabilmente chiederanno al Giudice Samuel Alito — quale Circuit Justice del Terzo Circuito — l’emissione di un’ingiunzione d’emergenza che impedisca al Segretario di Stato della Pennsylvania di certificare i risultati delle elezioni, in attesa della risoluzione della petizione.
Per ottenere il giudizio positivo della Corte Suprema, Parnell e gli altri elettori devono dimostrare che la decisione della Corte Suprema della Pennsylvania violi in qualche modo la Legge Federale.
Se la decisione della Corte Suprema della Pennsylvania è radicata nella Legge Statale, si può convenientemente sostenere che si tratti di una questione Federale.
Nell’interpretare il potere legislativo nel contesto della selezione degli Elettori Presidenziali, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dichiarato: “Ciò che è proibito o richiesto da uno Stato, è (parimenti) proibito o richiesto al Potere Legislativo, ai sensi delle Costituzioni Statali così come esistono” — McPherson contro Blacker, 146 U.S. 1, 25 (1892).
In altre parole, il potere di selezionare gli Elettori Presidenziali include le stesse limitazioni che le Costituzioni Statali pongono ai loro Parlamenti.
Nel caso specifico, la legge statale della Pennsylvania limita il voto in assenza degli elettori ai seguenti cinque casi:
(1) lavoro; (2) malattia; (3) disabilità fisica; (4) elezione in una festività religiosa; (5) doveri di una persona nel giorno dell’elezione che impediscono di votare personalmente.
Di conseguenza, questa è una valida questione da sottoporre alla Corte Suprema degli Stati Uniti.
Nonostante la Sentenza McPherson risalga al 1892, la sua motivazione è tutt’ora valida e la Corte l’ha citata recentemente, nel 2015.
Si veda: Ariz. State Legislature v. Ariz. Indep. Redistricting Comm’n, 576 U.S. 787, 839 (2015).
L’altra questione è l’eventuale peso che la Corte Suprema degli Stati Uniti darà al presunto ritardo di Parnell nel presentare la causa.
Ammetto che questa è un’area che non ho esaminato attentamente e quindi mi asterrò dal commentare, per il momento.
Ma almeno questo mi sembra chiaro: la Legge della Pennsylvania sul voto per corrispondenza è incostituzionale.
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La sentenza di sabato è solo l’ultima “battuta d’arresto” per i Repubblicani in Pennsylvania.
Tuttavia, l’obiettivo è sempre stato quello di raggiungere la Corte Suprema degli Stati Uniti attraverso “ricorsi in appello” alle decisioni delle Corti Inferiori, come quella di sabato.
Lo scorso fine settimana i Repubblicani avevano subito un duro colpo nei loro sforzi per ribaltare i risultati elettorali, dopo che il Giudice Matthew Brann aveva respinto una causa che cercava di bloccare la certificazione della vittoria di Joe Biden nello Stato — definendo il caso “incostituzionale e senza prove”.
Il ricorso della “Campagna di Trump” contro la decisione di Brann è stato poi respinto venerdì da una Giuria nominata dai Repubblicani.
“Elezioni libere ed eque sono la linfa vitale della nostra democrazia. Le accuse di ingiustizia sono gravi. Ma chiamare un’elezione ingiusta non la rende tale. Sono necessarie accuse e prove specifiche. Qui non abbiamo né le une né le altre”, ha scritto il Giudice della Corte d’Appello del Terzo Circuito Stephanos Bibas, nominato da Trump.
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Link Originale: https://www.zerohedge.com/political/pennsylvania-supreme-court-dismisses-gop-trump-win-next-stop-us-supreme-court
Scelto e tradotto da Franco
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