Chicco Valli pubblica Paul Urieli per mittdolcino.com
Cosa hanno in comune i tre soggetti? Vediamo di partire dall’antefatto.
Il Congresso dei leader delle religioni mondiali
Il prossimo marzo il Papa si recherà per la prima volta ad Astana (ora Nur Sultan), in Kazakistan, alla 7ma edizione del Congress of Leaders of World and Traditional Religions.
Il primo Congresso partì in sordina nel 2003 — promosso dall’immarcescibile Capo di Stato kazaco, Nursultan Nazarbaev — e da allora si è ripetuto con cadenza triennale.
Il 10 giugno 2015 il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban-Ki Moon, fu il cerimoniere della 5a edizione, che ebbe luogo presso la nuova sede permanente di Astana, il “Palazzo della pace e della riconciliazione”, finalizzata a promuovere la cooperazione globale tra i leader politici e religiosi di tutto il mondo.
“Questi Congressi sono unici nel loro scopo e sono diventati importanti per il dialogo tra religioni e civiltà”, affermò il Ministro kazaco.
Ma, anno dopo anno, stanno rivelandosi sempre più come progetti coordinati e convergenti per la creazione di una “religione unica mondiale”, in completa sintonia e assonanza con il progetto del NWO.
Perché proprio in Kazakistan?
Kazakistan, questo Paese sconosciuto
Stando alle statistiche del 2008, in Kazakistan ci sono cinque “diocesi cattoliche” e circa 250mila cattolici di rito latino. Una minoranza rispetto agli oltre 8 milioni di abitanti.
Il Kazakistan è ufficialmente il centro geografico delle tre più grandi religioni del mondo: il buddismo, il cristianesimo e l’islam.
È anche una delle nazioni più etnicamente e religiosamente diverse, con oltre 100 gruppi etnici e 3.000 organizzazioni religiose.
Ma passiamo alle intenzioni dichiarate dal El Papa argentino riguardo le molteplici questioni sociali sollevate dal Congresso.
La posizione del Vaticano sugli eventi kazaki
Durante l’”International Expo” del 2017, il Vaticano di Bergoglio organizzò alcuni incontri sul tema: “Le energie del futuro: azione per la durabilità mondiale”.
Sorge spontanea la domanda se il Papa della Chiesa Cattolica debba interessarsi alla salvezza delle anime oppure al benessere fisico dell’umanità, alla stregua di un guru televisivo che sponsorizza l’uso di metodi naturalistici.
L’attenzione spasmodica su questi temi è portatrice di sempre maggiori perplessità.
Per non incorrere in giudizi che possano sembrare fuorvianti, trascriviamo per intero il messaggio che il Papa rilasciò da remoto in quell’occasione:
“”Rivolgo un caloroso saluto a quanti partecipano al National Day della Santa Sede presso l’Expo 2017 di Astana. […]
Sono lieto che il Kazakhstan ospiti l’Esposizione Internazionale dedicata al tema “Energia Futura” (Future Energy / Энергия будущего).
E’ molto importante riflettere con serietà e senso di responsabilità sulle modalità con cui, nei prossimi anni, l’umanità adopererà le risorse energetiche che ha ricevuto in dono, attraverso l’uso di nuove tecnologie.
Siamo tutti consapevoli che da queste modalità dipendono la salute del pianeta e il benessere delle nostre società.
Un benessere da intendersi in senso integrale, non solo come prosperità economica o capacità di consumo.
Dobbiamo fare in modo, piuttosto, che l’energia venga messa al servizio di ciò che ci rende migliori, di ciò che fa fiorire e fruttificare la nostra umanità che, per sua natura, è portata a relazionarsi con gli altri attraverso la solidarietà e l’amore“”.
Quindi, non più la Fede … ma l’energia … siamo precipitati nel New Age. E così continua:
“[….] non posso non pensare alla consuetudine di dialogo e concertazione tra le religioni che si va affermando in questo Paese così ricco etnicamente, culturalmente e spiritualmente”.
Ma non era la Palestina il centro storico della spiritualità mondiale?
Storicamente e per un certo periodo di tempo potrebbe forse esserlo stato Costantinopoli, che fu la capitale dell’Impero Bizantino e baluardo della Cristianità nell’alto medioevo, o possiamo forse pensare anche a Roma, per il suo peso politico nell’Europa Medioevale.
Oppure potremmo pensare al Medioriente, che ha dato i natali ad una poliedria di popolazioni e che ha rappresentato un importante punto d’incrocio tra la cultura orientale e quella occidentale.
Qui hanno avuto origine tante religioni, tra cui l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islamismo. escluso solo il Buddismo.
La religione antropomorfa greca, ad esempio, attinge a larghe mani dalla cultura mediorientale.
Ma certo non il Kazakistan.
E allora … il Papa cosa voleva dire? Si è confuso? Oppure voleva dirci qualcosa d’altro?
Riflessione n° 1
Con la visita in Kazakistan il Papa sembra proseguire il suo programma politico … pardon, religioso … sintetizzato nel suo “Fratelli tutti”.
L’enciclica sembrerebbe congrua con la necessità di realizzare una “religione unica mondiale” dettata dall’agenda di questo Congresso.
A titolo puramente esemplificativo, proponiamo tre citazioni:
La prima: “Prendersi cura del mondo che ci circonda e ci sostiene significa prendersi cura di noi stessi. Ma abbiamo bisogno di costituirci in un “noi” che abita la casa comune”.
Tutti nella “casa comune” … come il “socialismo reale”? Tutto concentrato sull’uomo?
Una dietologa, un “risvegliato” o un Hare Krishna direbbe esattamente le stesse cose.
La seconda: “L’amore, infine, ci porta verso la comunione universale. […] Per sua stessa natura l’amore esige grandi aperture e grande capacità di accogliere gli altri, in un’avventura senza fine che fa convergere tutte le periferie verso la reciproca appartenenza. Gesù ci ha detto: «Voi siete tutti fratelli» (Mt 23,8)”
El Papa sembra avallare ogni forma d’indiscriminata immigrazione, celandola dietro al concetto di “amore”.
Si dimentica di osservare, però, che la frase «Voi siete tutti fratelli» era rivolta ai Discepoli … cui fece seguito l’evocazione dei “falsi fratelli”, nemici dei Discepoli e della “verità evangelica”.
La terza: “Il dialogo tra persone di religioni differenti non si fa solamente per diplomazia, cortesia o tolleranza. Come hanno insegnato i Vescovi dell’India «l’obiettivo del dialogo è stabilire amicizia, pace, armonia e condividere valori ed esperienze morali e spirituali in uno spirito di verità e di amore».“
Belle parole, ma l’ambiguità nella loro declinazione pratica lascia spazio a molteplici dubbi sulla necessità di dover preservare i valori dell’identità e dell’appartenenza a ciascuna religione.
Come nelle fusioni aziendali il rispetto del “massimo comun divisore” si risolve in un livellamento verso il basso delle qualità organizzative e tecniche dell’azienda più qualificata e performante così, in questo sincretismo religioso, il Papa rischia di far perdere significato e valore alla Chiesa che rappresenta.
Riflessione n° 2.
Sin dall’antichità la storia del popolo kazako si è fondata su culti animistici e riti pagani che sconfinavano anche nei sacrifici umani.
L’unica religione adottata dallo Stato Kazako è quella ebraica, nell’ VIII secolo DC.
Il Gran Khanato di Khazaria
Numerosi studi attestano che il territorio kazako (all’epoca più a occidente di oggi), chiamato Regno di Khazaria o “Gran Khanato di Khazaria”, fu un luogo di forti commerci sviluppati ed intrapresi nel medioevo da ebrei tedeschi detti aschenazi.
Il “Gran Khan” cazaro Bulan fu il primo sovrano a dichiarare “Religione di Stato” l’ebraismo importato da questi mercanti.
Il popolo kazaro era in parte ateo, in parte pagano e politeista, adoratore di una vasta molteplicità di Dei legati alla natura ed al cielo.
Il Paese non era sicuramente una zona fertile per impiantare una fede monoteistica.
Allora perché l’ebraismo? Solo per necessità di sopravvivenza politica (ma nel merito ci sono numerose leggende).
Si trattava in definitiva di affari, di convenienza commerciale e di difesa dei propri territori, minacciati a sud dai guerrieri saraceni (islamici) e a ovest dall’Impero Romano d’Oriente (molto legato alla Chiesa cattolica di Roma), che avrebbero sminuito e condizionato il potere del Regno Kazaro.
Si trattò, quindi, di una scelta tattico-strategica fatta per necessità.
Ovviamente, gli ebrei tedeschi che facevano la spola tra il Regno Khazaro e la Germania non avevano nulla a che vedere con gli ebrei palestinesi.
“”Il Gran Khanato di Khazaria o Khanato di Khazaria o Impero di Khazaria (618 – 1016) deriva il suo nome dai Khazari, una popolazione di origine asiatica e di idioma turco che si era insediata nelle steppe del sud-est russo a partire dal VII secolo.
Il Gran Khanato confinava a sud-ovest con l’impero Bizantino, a nord-ovest con il Rus’ di Kiev, a nord con le terre abitate dai Bulgari del Volga e a sud-est con l’Azerbaijan.
Era posto in un punto strategico, qui passavano le rotte fluviali della Via variago-greca che dal Mar Nero conducevano sul Mar Baltico, qui arrivavano mercanti norreni, greci, arabi, bulgari, persiani diretti al Nord e ad Ovest, il Khanato di Khazaria fu un importante centro economico e politico, luogo di incontro e di reciproco influsso tra lingue, culture e religioni diverse (Islam, Cristianesimo, Animismo, Ebraismo).
[….] Recenti studi sembrano [….] dimostrare che elementi genetici originari del Medio Oriente dominano la linea maschile degli Askenazi (il cosiddetto cromosoma Y Aaron), ma la linea femminile potrebbe avere una storia diversa.
Di conseguenza, alcuni hanno dedotto che uomini del Medio Oriente abbiano sposato donne locali, il che significa che questi rappresentano solo una parte degli antenati degli attuali Askenaziti””. (fonte wikipedia)
Ci troveremmo quindi a dover rivedere molti assunti “dogmatici” sulla storia degli Ebrei.
La storia degli Ebrei Aschenaziti
La tesi del professor Gumilev, esposta nel libro “From Ancient Russia To Imperial Russia“, sostiene che gli attuali ebrei ashkenaziti non siano di stirpe kazara, ma discendano invece da un gruppo di ebrei armeni (ashkenaz sta per armeno) mescolati alla nobiltà kazara.
In effetti, solo una piccola parte dei kazari si convertì realmente all’ebraismo, mentre il resto continuò a professare il proprio credo animistico e pagano, con una piccola minoranza di cristiani e musulmani (fonte wikipedia).
In realtà, gli ebrei ashkenaziti armeni non erano altro che i mercanti tedeschi ebrei che si insediarono nel corso del tempo nel Regno di Khazaria, che comprendeva gli attuali territori armeno e georgiano.
Ashkanaz, nel medioevo, identificava infatti il giudaismo tedesco. (fonte: Enc. Treccani)
La popolazione europea di religione ebrea non è emigrata dalla Palestina.
Al pari dei Sefarditi spagnoli, anche in Germania una piccola parte della popolazione si convertì a un culto ebraico-giudaico “indipendente”.
Causa o effetto che fosse, questo culto si sottrasse al controllo della Chiesa Cristiana di Roma che, nel medioevo, aveva un forte influsso sulle dinamiche politiche dei Re e che imponeva dogmi, decime e valori poco funzionali ai loro interessi di mercanti e commercianti.
Quindi, una popolazione di mercanti-convertiti a una religione strumentale sottratta ai principi cristiani, che avrebbero impedito loro di realizzare, giustificare e trattenere i forti e lucrosi guadagni acquisiti commerciando (anche sulle valute) soprattutto all’interno dell’Europa.
Questi studi inducono ad abbandonare la teoria della “diaspora” a favore della teoria della “germinazione parallela” di un nucleo indipendente professante la religione ebraica.
Il Talmud rivelato
Il loro libro, il Talmud, permetteva la pratica del signoraggio e dell’usura sulla moneta e sui prestiti, a differenza di altre religioni, fra le quali quella cattolica.
Questi mercanti raggiunsero anche il territorio kazaro dove la cultura politeista e animista, ricca di divinità legate al culto degli inferi e del regno dei morti, ben si adattava ai loro affari commerciali.
Da qui un sincretismo manicheo pieno di “risonanze gnostiche e catare”, come ricorda correttamente Giovanni Angelo Cianti.
Lo stesso studioso afferma che questi mercanti tedeschi:
““… si chiamavano Ashkenazi e si erano mimetizzati tra gli ebrei a insaputa degli ebrei stessi. Non erano discendenti dagli ebrei originari e quindi nemmeno semiti. Erano solo una comunità di convertiti.
Sono i veri manipolatori dell’umanità, attraverso il denaro e il credito usuraio. Sono stati loro a danneggiare in primo luogo gli ebrei, provocando la catastrofe dell’antisemitismo“”.
Floriana Castro precisa:
“”Il 92% degli aschenaziti che oggi proclamano il diritto di abitare la terra d’Israele discendono dal Khazar, tanto è vero che continuano a parlare lo yiddish Khazaro che è completamente diverso dall’ebraico tradizionale””.
Lo scrittore Andrew Carrington Hichcock nel suo libro “La Sinagoga di Satana” afferma:
““I “semiti” sono persone discendenti da Sem, uno dei figli di Noè. Secondo la promessa dell’Antico Testamento la terra promessa viene assegnata ad Abramo e ai suoi discendenti, ma i Sionisti NON sono semiti”.
E’ quindi naturale che una parte di loro si sia trasferita dalla fine del primo millennio in poi nell’attuale Kazakistan anche con le loro famiglie per fare affari.
Da ciò lo sviluppo di una comunità di origine tedesca all’interno del territorio kazaro con un culto simile a quello ebraico ma adattato alle loro esigenze.
Gli ebrei askenaziti, la dinastia Rothschild ed il nazismo
La religione ebraica dei mercanti askenazi si è poi fusa con le credenze locali dando luogo una “variante” ebraica detta anche Ebraismo Aztero.
Successivamente, prese anche il nome di Ebraismo di Sion, o Sionismo, perché declinata nel medesimo territorio, ma non come luogo di origine della popolazione.
In Kazakistan, infatti, oltre ad etnie con caratteri di origine mongola e turca, troviamo anche caratteri somatici tipici del nord europa (capelli ed occhi chiari).
Non deve quindi sorprendere che tra nazismo ed “ebrei “ Ashkenazi vi sia anche una correlazione etimologica, oltre che storica.
Il termine Nazismo nasce proprio con il significato di dare al popolo degli ashkenazi una identità di “super-sapiens”, che gli stessi finti ebrei hanno interiorizzato nelle vicende storiche dei secoli successivi, quando ritornarono in Europa (Inghilterra, Francia, Germania) con ben altri obiettivi celati ai Goyim, ovvero ai non-ebrei.
Nel tempo, questi principi-obiettivi assunsero una valenza fondante e costituente del “progetto massonico”.
Il termine “Rothschild“ per la maggior parte degli studiosi significa “scudo rosso” ma, per qualcun altro, ha un doppio significato: quello di bambino (Child) tedesco (Roth = Baviera).
Ecco dove si svilupparono le basi di quella religione mascherata da ebraismo che si diffuse poi nel mondo!
Il 1776 è l’anno della dichiarazione della Guerra d’Indipendenza degli americani contro gli inglesi.
Una diaspora “politically correct” per inventarsi uno Stato-obiettivo da pretendere per forza o per amore
E gli ebrei originari di Palestina?
Gli ebrei “semiti” non si sono mai mossi di lì. E non pretendono neppure una terra perché stanno aspettando ancora il Messia che dia loro quella che meritano.
Gli ebrei di Gerusalemme, infatti, hanno da sempre convissuto pacificamente con tutti le altre religioni ed è il motivo per cui la diaspora è un fatto mai avvenuto perché non giustificato.
Quali sono i precetti religiosi giudaici del vero Ebraismo?
L’idea politica centrale del Giudaismo si esprime in tre giuramenti talmudici:
(1) non ci sarà movimento di massa degli ebrei dalle terre della diaspora nella terra di Israele;
(2) non ci sarà ribellione contro le nazioni del mondo;
(3) non ci sarà un’eccessiva oppressione del popolo ebraico verso i Gentili.
Quindi, il sionismo si colloca in aperta rottura col giudaismo, anche se possiamo parlare di varie declinazioni da entrambe le parti
La famosa diaspora è stata storicamente inventata affinchè si potesse affermare un diritto “pretestuoso” su cui formare e costruire divisioni e guerre, ancorchè fratricide.
Il Kazakhstan è un centro di potere?
I Rothschild hanno fondato il loro impero sulle guerre. Hanno sempre finanziato entrambe le fazioni per puro profitto.
Interessante rilevare che il Kazakhstan di oggi sia centrale rispetto a Russia e Cina. Due Stati che rappresentano il potere mondiale insieme agli USA.
E lo Stato d’Israele?
E’ una storia complessa oltre che controversa, perché fortemente intrecciata con diverse popolazioni ed esponenti politici mondiali.
Nacque da un ricatto degli “ebrei sionisti” agli inglesi, con il sostegno delle famiglie loro referenti (i Rothschild in primis) che avevano già il controllo finanziario dell’Europa.
Riflessione n°3
Strumentalità religiosa e mai sopite radici pagane sono un terreno fertile per far nascere le basi di un nuovo movimento di potere, quello massonico.
“”[….] È mio vivo auspicio che le varie religioni partecipino a questo dialogo [….] il vivere insieme e la fratellanza (massonica?)[….]”
“Se usiamo l’energia in modo solidale e sostenibile, allora stiamo facendo bene, altrimenti no. È in gioco la nostra stessa dignità … sono in gioco la giustizia e la pace””
Parole degne di un globalista convinto … politico, scienziato o imprenditore che sia.
Ma sono frasi pronunciate da Papa Francesco.
Un suo predecessore, Pio X, il 25 agosto 1910 ebbe a dire:
«No, venerabili Fratelli, bisogna ricordarlo energicamente in questi tempi di anarchia sociale e intellettuale, in cui ciascuno si atteggia a dottore e legislatore.
Non si costruirà la città diversamente da come Dio l’ha costruita.
Non si edificherà la società se la Chiesa non ne getta le basi e non ne dirige i lavori.
No, la civiltà non è da reinventare, né la nuova città sarà da costruire sulle nuvole.
Essa è esistita e tutt’ora esiste: è la civiltà cristiana, è la civiltà cattolica.
Si tratta di restaurarla senza sosta sui suoi fondamenti naturali e divini contro gli attacchi sempre rinascenti della malsana utopia, della rivolta e dell’empietà: “omnia instaurare in Christo”»
Frasi forti. Che sembrano appartenere al passato. Ed ora completamente dimenticate.
Ma la storia attuale dipende proprio da quel periodo, alle porte della prima Guerra Mondiale.
Il 7 aprile 2018, a Roma, il vescovo ausiliare kazako di Astana, Athanasius Schneider, disse che questi tempi richiamano la visione e l’esorcismo di Leone XIII nel 1884, quando l’allora pontefice “vide Satana e legioni di demoni abbattersi sulla Cattedra della Verità del beatissimo Pietro”.
Uno scenario apocalittico provocato dalle aperture di Francesco …
(continua)
Paul Urieli
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