Thomas Siler per The American Thinker
Parlando di vaccini, oltre a quello che sappiamo è importante sapere anche quello che non sappiamo.
Ho praticato la professione medica per 35 anni. Sono sempre stato onesto con i miei pazienti, anche quando le conversazioni erano difficili e conflittuali, o quando ho dovuto dire “non lo so”.
Questo accade quando una diagnosi non è d’immediata evidenza o quando ci sono limiti all’aiuto che io posso dare.
Con il passare del tempo ho imparato che quello che non sappiamo sulla medicina supera di gran lunga quello che sappiamo.
Sono sempre stato un sostenitore dei vaccini più collaudati e affermati.
Tuttavia, sono imperfetti e, come tutti i trattamenti medici, possono avere effetti collaterali.
Nel dibattito sui nuovi vaccini per il Covid–19, il principio d’onestà dovrebbe farci ammettere che non conosciamo i loro effetti.
L’operazione Warp Speed è stata notevole, ma ha lasciato indietro una domanda scomoda: “… è una buona cosa lanciare un vaccino (o una medicina) senza le consuete garanzie?“
E ancora: “… la suddetta operazione potrà anche aver raggiunto un grande obiettivo commerciale o militare, ma è altrettanto buona come trattamento medico?”
L’Industria Farmaceutica, le Autorità Sanitarie governative e i media insistono sul fatto che i nuovi vaccini siano sicuri ed efficaci.
Nonostante i risultati iniziali siano promettenti, questa non è tutta la verità.
Il principio d’onestà e il riconoscimento della nostra ignoranza richiedono di dover rispondere ad alcune domande.
Cosa sappiamo del nuovo tipo di vaccino che verrà somministrato?
Quelli di Pfizer e Moderna sono stati i primi vaccini Covid–19 ad essere approvati.
Entrambi utilizzano una nuova tecnologia chiamata “vaccino mRNA”, che non è mai stato somministrato su larga scala per prevenire qualsiasi malattia.
Metabolizziamo per un momento questa cosa.
Tutti i precedenti vaccini [ma anche qualcuno degli attuali, ad esempio lo Sputnik V, ndt] prendevano un virus indebolito, o una sua parte, e lo iniettavano nell’uomo per indurre una risposta immunitaria sufficiente a prevenire una malattia.
I vaccini di Pfizer e Moderna iniettano mRNA (un codice proteico) che istruisce il corpo umano affinché “generi” una parte della “proteina spike” del Covid-19, che indurrà di conseguenza una risposta immunitaria.
Il corpo umano usa quotidianamente il suo mRNA per trasportare le “istruzioni del DNA” volte a produrre varie proteine.
Questa nuova scienza è piuttosto intrigante, ma non è mai stata provata sugli esseri umani.
Potrebbe essere un progresso scientifico mozzafiato che annuncia un nuovo percorso per tutti i vaccini.
Ma potrebbe anche essere meno efficace o avere effetti collaterali attualmente sconosciuti.
Il vaccino mRNA per Covid–19 è sicuro?
Finora, lo studio di questi vaccini, approvati per l’uso in caso d’emergenza (uno studio davvero importante), ha mostrato alcuni effetti collaterali a breve termine.
Il vaccino viene somministrato in una serie di due iniezioni e tali effetti si sono verificati soprattutto dopo la seconda iniezione.
Gli effetti collaterali sono stati più frequenti se il ricevente aveva meno di 65 anni.
Effetti collaterali
Il dolore nel punto dell’iniezione scompare di solito in 4-5 giorni. Gli altri effetti collaterali si risolvono, in media, in 2-3 giorni.
Le prime segnalazioni comprendono lievi reazioni allergiche, ma anche qualche caso di anafilassi (reazione allergica grave).
L’allergia può essere allo stesso mRNA o alle nanoparticelle “lipidiche/veicolo PEG” in cui è alloggiato.
Gli effetti collaterali di lungo termine non sono conosciuti perché lo studio principale e la successiva indagine sono durati solo quattro mesi.
Il vaccino mRNA è efficace?
Nello studio principale sul vaccino della Pfizer, 8 pazienti su 17.000 hanno contratto il Covid–19. Nel “gruppo placebo” 162 pazienti su 17.000.
Per coloro che avevano ricevuto il vaccino, c’è stata la tendenza a sviluppare una malattia meno grave e con minore necessità di ospedalizzazione.
Lo studio Moderna ha fatto i suoi test su 30.000 pazienti suddivisi in due gruppi, quello dei “trattati” e quello dei “placebo”.
Nel gruppo dei vaccinati, 11 pazienti su 15.000 hanno contratto il Covid-19. Nel gruppo placebo, 185 pazienti su 15.000.
Da questi piccoli studi è stato difficile accertare in che misura si siano evitati i decessi.
Tuttavia, sono favorevoli e mostrano un’efficacia del 95%.
Ora che sono note ulteriori informazioni su quegli studi, Peter Doshi, editore associato del “British Medical Journal“, ha scritto un editoriale secondo cui la vera efficacia potrebbe essere molto più bassa perché [quegli studi] escludevano persone con i sintomi del Covid–19, ma con un test negativo e comunque con altri fattori di rischio.
Quanto dura l’immunità?
Questo non lo sa nessuno. L’mRNA iniettato scompare in pochi giorni ma si pensa che la risposta immunitaria duri a lungo.
Non è noto se i pazienti, a un certo punto, avranno bisogno di ulteriori richiami.
E le mutazioni nel virus COVID-19? Il vaccino funzionerà ancora?
I virus mutano sempre e gli scienziati che seguono il Covid–19 stimano che muti, in media, due volte al mese.
La maggior parte di queste mutazioni sono minori e probabilmente non cambieranno l’efficacia del vaccino.
Inoltre, queste mutazioni non creano di solito un virus più mortale.
Che cos’è il “potenziamento immunitario” dipendente dagli anticorpi?
Il Covid–19 appartiene alla famiglia dei Coronavirus, quelli che causano il comune raffreddore.
L’Industria Farmaceutica, nell’ultimo ventennio, ha cercato senza successo di realizzare un vaccino [ovvero, senza doverlo rinnovare ogni anno, ndt], che farebbe guadagnare un sacco di soldi a parecchie aziende!
Un problema venuto fuori dagli studi sugli animali è stato “il potenziamento immunitario dipendente dagli anticorpi”.
Quando gli animali sono stati inoculati, hanno sviluppato una robusta risposta immunitaria, il che è un buon risultato.
Successivamente, quando sono stati esposti al Coronavirus (contro il quale erano stati vaccinati), il sistema immunitario di molti di loro è andato in overdrive e ha sviluppato una risposta immunitaria devastante, chiamata “tempesta di citochine”.
Tali tempeste si sono verificate soprattutto negli animali colpiti da una forma grave di Covid-19.
Le reazioni del corpo umano, comunque, non sono sempre correlate a quelle degli animali.
Finora, non ci sono stati segnali che gli esseri umani sviluppino una “tempesta di citochine” se esposti al Covid–19 dopo aver ricevuto il vaccino.
Ovviamente, quest’eventualità sarebbe catastrofica per qualsiasi vaccino.
Dovremmo essere preoccupati per gli effetti collaterali a lungo termine dei vaccini a mRNA?
Una preoccupazione che merita attenzione è la possibilità che una reazione incrociata con la “proteina spike” possa causare malattie autoimmuni o altri tipi di problemi.
Un ex Vicepresidente della Pfizer, il dott. Michael Yeadon (oltre 30 anni di esperienza in immunologia e ricerca sui farmaci), ha presentato una petizione “Stay of Action” all’”Agenzia Europea per i Medicinali”, per interrompere le sperimentazioni dei vaccini a mRNA, preoccupato che possano causare sterilità nelle donne.
La preoccupazione deriva dal fatto che il vaccino mRNA sia stato codificato per una sequenza della “proteina spike” simile alla Syncytin-1, che è una proteina essenziale per lo sviluppo della placenta.
Se il corpo di una donna producesse anticorpi contro questa proteina, potrebbe diventare sterile dopo essere stata vaccinata per il Covid-19.
Questa è solo una teoria, d’accordo, e non un fatto provato … anche perché nessuno l’ha mai studiata.
L’insistenza di Yeadon perché il problema venga studiato sembra quindi ragionevole.
Cosa fare di tutte queste preoccupazioni?
La medicina riguarda sempre un’analisi rischio/beneficio, soggetta alla massima che innanzitutto “non deve nuocere”.
Di solito, nuovi medicinali o nuovi vaccini vengono utilizzati solo dopo che molti studi abbiano dimostrato che, per lunghi periodi di tempo (per i vaccini almeno cinque anni), sono sicuri e comunque migliori dei trattamenti precedenti.
Nonostante i nuovi vaccini a mRNA abbiano dato buoni risultati iniziali e possano costituire una svolta, dovrebbero essere considerati “sperimentali”, da usare solo nei pazienti ad alto rischio (i più anziani o in precarie condizioni di salute) fino a quando non ne sapremo di più.
I pazienti dovrebbero ricevere un ampio consenso informato per comprendere i rischi e i benefici.
Devono anche sapere che, se avessero una grave complicanza, il Congresso ha già protetto le Aziende Farmaceutiche da qualsiasi contenzioso sui vaccini di emergenza.
Il mantra “sicuro ed efficace” non solo è incompleto, ma ignora anche gli altri percorsi per uscire dalla pandemia.
Per le persone sane, dovrebbero essere sviluppati trattamenti ambulatoriali precoci per il Covid-19.
Sarebbe un’opzione più sicura rispetto all’assunzione di un vaccino sperimentale.
I giovani (<60 anni), che hanno una mortalità molto bassa al Covid-19, dovrebbero avvicinarsi all’assunzione del nuovo vaccino ben informati che stanno partecipando ad una sperimentazione.
La nostra storia mostra che ci sono buone ragioni per cui i nuovi farmaci e i nuovi vaccini non vengano messi in commercio fino a quando non ci siano studi della durata necessaria, volti a valutare la sicurezza e l’efficacia dei nuovi trattamenti.
Se il tasso di mortalità da Covid-19 fosse molto più alto, potrebbe essere accettabile il rischio di provare un vaccino sperimentale.
Ma, visto che il tasso di mortalità da Covid-19 è leggermente superiore a quello di una cattiva influenza, la mia opinione è che le persone più giovani e più sane abbiano bisogno di un’analisi più rigorosa del rapporto rischio/beneficio prima di assumere i vaccini a mRNA.
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Link Originale: https://www.americanthinker.com/articles/2021/02/a_doctors_view_about_the_new_mrna_vaccines.html
Scelto e tradotto da Roberto 321654
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