Helena Smith per The Guardian
La Grecia è pronta ad inviare una formale nota diplomatica alla Germania contenente una richiesta per miliardi e miliardi di euro come “riparazioni di guerra”, dopo che i suoi Parlamentari hanno votato a valanga per sollevare ufficialmente la questione.
In una mossa destinata ad alimentare il risentimento, viste le imminenti elezioni del Parlamento Europeo, Atene ha deciso di esercitare pressioni su Berlino perché, attraverso tutte le misure legali e diplomatiche, si possa far luce sui crimini commessi durante la brutale occupazione nazista.
“È un problema aperto che deve essere risolto”, ha detto al Guardian il Vice Ministro degli Esteri greco, Markos Bolaris, rigettando la posizione tedesca secondo cui le richieste di risarcimento sono già state risolte definitivamente.
Venerdì scorso egli ha dichiarato: “Per dispute di questo genere esiste la Giustizia Internazionale. In tutte le controversie l’UE si attiene a questo principio. La Germania può dire finché vuole che la questione è stata risolta, ma ciò che conta è la Legge Internazionale”.
I greci hanno sofferto enormemente per mano delle forze di Hitler, resistendo a quelli che in una recente visita in Grecia il Presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier, ha definito “orrori inimmaginabili”.
Decine di migliaia di persone furono uccise nell’ambito di feroci rappresaglie, quando montò nel paese ciò che gli storici avrebbero poi definito un’eroica resistenza contro la Wehrmacht [forze armate naziste], con interi villaggi spazzati via tra il 1941 e il 1944.
Quando l’occupazione ebbe termine, furono contati ca. 300.000 morti per carestia, mentre la comunità ebraica del paese fu quasi completamente cancellata.
Il PM Alexis Tsipras ha sollevato il problema in modo più forte e insistente rispetto a qualsiasi altra persona.
Nonostante le critiche di opportunismo politico, considerando la prossimità delle Elezioni Europee, i Deputati greci hanno votato una risoluzione che chiedeva al Governo d’inoltrare una richiesta di risarcimento danni pari a 300 miliardi di euro, che ha fatto seguito al dibattito sui risultati dell’indagine interparlamentare relativa all’occupazione tedesca.
L’indagine è stata descritta come la prima relazione veramente completa sulle atrocità dei nazisti in Grecia.
Nel suo rapporto – elaborato dopo un’approfondita ricerca su documenti tratti dagli archivi nazionali russi e statunitensi – il Comitato Interparlamentare ha stimato che siano dovuti 11 miliardi di euro, conseguenza del “prestito di occupazione” senza interessi che fu imposto dalle forze tedesche.
I lingotti d’oro sequestrati alla Banca Centrale del paese nel 1943, inoltre, furono utilizzati per finanziare la campagna tedesca del Nord Africa. Altri 288 miliardi di euro restano comunque in sospeso per le distruzioni che la Grecia ha subito durante la guerra.
Berlino sostiene da sempre che, nell’ambito di un accordo bilaterale, una ricompensa è già stata versata [nel 1980] ad Atene per un ammontare pari a 115 milioni di DM.
Ma, rivolgendosi al Parlamento greco, il Ministro delegato alla “campagna di compensazione”, Sia Anagnostpoulou, ha definito quel rimborso largamente inadeguato.
“L’accordo non prendeva in considerazione né il ‘Prestito di Occupazione’ né le riparazioni ….. riguardava solo le persone vittime dei nazisti”, ha detto il Ministro, aggiungendo che l’Olanda ha ricevuto una somma molto maggiore, nonostante avesse avuto “un centesimo” delle vittime patite dalla Grecia.
Concludendo che: “C’è un problema con il Popolo e il Governo tedeschi ….. dei quali restiamo comunque amici e alleati, non dimentichiamolo”.
I Parlamentari di Sinistra hanno a lungo sostenuto che la brutale esperienza bellica della Grecia ha ritardato il suo percorso per diventare un moderno Stato Europeo.
La questione dei crimini di guerra si riaccese con rinnovata passione alla fine del 2009 per l’esplosione della crisi del debito greco, quando la Germania, nelle vesti di “paese pagatore” d’Europa, impose punitive misure d’austerità al paese, ormai insolvente, perché potesse ottenere i prestiti d’emergenza necessari per restare a galla.
Al suo apice, la Cancelliera tedesca Angela Merkel fu rappresentata in Grecia con abiti nazisti e con una fascia a forma di svastica sul braccio. Molti greci paragonarono quei tempi con il periodo in cui persero la sovranità sotto il dominio nazista.
Anche se Tsipras, da allora, ha temperato la sua retorica, forgiando delle calde relazioni con la leader tedesca, la questione del debito di guerra è destinata a guadagnare terreno, sullo sfondo di una Grecia che si prepara alle Elezioni Generali di fine anno.
Per inciso, prima che Atene uscisse dal suo terzo e ultimo “piano di salvataggio”, la scorsa Estate, i funzionari greci affermavano che sarebbe stata una cosa “assurda” sollevare la questione.
Indicativo delle emozioni che i crimini dell’era nazista sono ancora in grado di suscitare, poche ore dopo il voto del Parlamento greco il Deputato polacco che guida la “campagna di risarcimento” di Varsavia ha dichiarato che la Polonia dovrebbe seguirne l’esempio.
Le richieste di risarcimento greche impallidiscono al confronto con quelle di Varsavia, che fu rasa al suolo dai nazisti dopo una fallita rivolta in cui morirono 200.000 civili.
Complessivamente, andarono perdute le vite di 6 milioni di polacchi, fra i quali 3 milioni di ebrei. La Polonia, che quest’anno dovrà anch’essa tenere Elezioni Parlamentari, chiede 800 miliardi di euro di “debiti di guerra” che insiste siano ancora dovuti dalla Germania.
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Link Originale: https://www.theguardian.com/world/2019/apr/21/greece-to-ask-germany-for-billions-in-war-reparations
Tradotto da Franco
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