Martin Jay per Strategic Culture
È giunto il tempo che l’UE agisca congiuntamente nei confronti della Russia, che riconosca il dominio tedesco e che accetti che il gasdotto Nordstream 2 si faccia … e che non permetta a quei frignoni degli Europarlamentari d’insultare Putin!
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In quanto corpo istituzionale, l’UE non ha alcun timore di molte cose … non teme che Paesi come Francia, Spagna e Italia procedano nelle loro intenzioni “simil-brexit” … non teme che le destre ottengano la maggioranza dei seggi alle Europee del 2024 (c’è una reale possibilità che i cittadini europei esprimano il loro disappunto nei confronti delle politiche UE sull’immigrazione) … non teme che la confusionaria gestione dei vaccini possa tirar giù l’intero progetto europeo (persino i più accaniti sostenitori dell’UE parlano della politica della Presidente come di un disastro).
C’è una cosa, però, che l’UE teme: la Russia. E fa bene ad aver paura.
La Russia è l’unica entità che può davvero far male all’UE, ad esempio attraverso attacchi informatici non soltanto a società, banche e media nei 27 Paesi del blocco, ma anche a istituzioni-chiave come la BCE.
Se Putin volesse, potrebbe generare scompiglio nell’UE.
In più, gli infondati attacchi politici che subisce lo aiutano perché mostrano al mondo intero che l’UE è una finta potenza … divisa, disorganizzata e disillusa.
Un gatto che si morde la coda, in altre parole, che vuole sviare l’attenzione internazionale dalle sue mancanze attraverso i media che controlla.
Il recente scandalo di Alexei Navalny potrebbe aver scioccato tutti coloro che hanno a cuore i diritti umani e la mancanza di libertà in Russia.
Ma Bruxelles, può mettersi sul piedistallo e fare la predica agli europei su questioni del genere?
Guy Verhofstadt, europarlamentare belga (un odioso federalista), ha criticato la gestione dell’UE di Ursula von der Leyen e ha anche aggiunto che è “tempo di agire congiuntamente contro la Russia”.
In quella particolare occasione il politico di Bruxelles non si riferiva allo strampalato scenario del “capo della diplomazia comunitaria” che, in visita a Mosca, con un triplo salto mortale provava da una parte a castigare Putin per le vicende di di Navalny mentre, dall’altra, elemosinava il vaccino russo.
Voleva solo salvare la faccia dell’UE davanti agli elettori europei anche perché, con la gestione dei vaccini, ha dimostrato di essere una calamità.
Quello che in questo momento preoccupa Bruxelles non sono i vaccini o il presunto avvelenamento di Navalny, ma la questione energetica, che mette i federalisti europei in una posizione sfavorevole davanti ai russi.
E questo succede proprio nel bel mezzo di un’enorme crisi politica che le Istituzioni Europee non avevano mai affrontato prima.
Verhofstadt si è fatto portavoce del tentativo di bloccare il progetto del gasdotto Nordstream 2, che metterebbe Berlino in contrasto con Bruxelles — una prospettiva terrificante per i funzionari di Bruxelles che già temono il risentimento tedesco anti-UE a causa del fallito programma vaccinale.
Il Nordstream 2 soddisferebbe appieno le esigenze energetiche della Germania, ma presenterebbe grandi problemi per Bruxelles, perché aumenterebbe la dipendenza dell’UE dalla Russia, dandole più potere sulle Istituzioni Europee.
L’idea che l’UE imponga sanzioni alla Russia è semplicemente ridicola e senza senso.
La dipendenza energetica non è una cosa nuova e ha obbligato l’UE a cercare “piani alternativi”, così da rendere alcuni dei suoi membri meno dipendenti dalla Russia.
A tal fine, probabilmente, uno degli esempi peggiori fu quello in occasione della visita di Gheddafi a Bruxelles (2004), che coinvolgeva tende e guardie-del-corpo-donne, vestite con aderenti tute mimetiche.
Fu esilarante vedere Gheddafi salire sul palco e non dire niente, mentre i giornalisti facevano quello che i loro capi dell’UE dissero loro di fare: applaudire il dittatore libico.
La commedia, a Bruxelles, continua tutt’ora con l’UE che non riesce a trovare un modo per agire in posizione di superiorità nei confronti della Russia e offrire la sua “guida morale” a Putin.
Anzi, la realtà è che diventa ogni giorno più debole sotto il peso della potenza energetica russa.
Anche sui diritti umani è un fallimento.
Quando il Parlamento europeo ha completato la discussione nelle aule intitolate ai giornalisti europei assassinati mentre facevano il loro lavoro (smascherando le truffe all’interno dell’UE), pochi hanno visto la comicità intrinseca nel fatto che gli Eurodeputati abbiano approvato una mozione per pompare più soldi comunitari agli organi di stampa amici dell’UE, per creare e diffondere notizie false.
Anche a livello nazionale, i Paesi dell’UE stanno mostrando giorno dopo giorno un volto sempre più autoritario, mentre i diritti umani si sgretolano e i media vengono ridotti a megafono del potere.
Cosa fece, l’UE, quando Julian Assange era in prigione in Gran Bretagna (quando questa era ancora nell’Unione)?
Cosa dice Bruxelles delle leggi draconiane passate in Francia, volte a distruggere le libertà personali?
Purtroppo, non molti cittadini europei sanno che milioni di euro vengono dirottati ogni anno verso fondi “poco chiari”, che sostengono i costi di produzione di emittenti che alterano i loro “resoconti” ufficiali su ciò che accade a Bruxelles.
Sono gli stessi che condannano l’emittente “Russia Today” chiamandola “strumento del Cremlino”, non sapendo che quello che guardano sulle loro TV è la quintessenza della falsità.
Il gasdotto da 10 miliardi costruito dalla Gazprom è solo l’ultima sceneggiata che permette a Europarlamentari come Verhofstadt d’invocare “unità” contro la Russia.
Ma come fa un bambino a fronteggiare il fratello maggiore che, tra l’altro, gli dà da mangiare e lo tiene al caldo?
E, soprattutto, quand’è stata l’ultima volta che l’UE è stata “unita” su qualcosa d’importante?
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Scelto e tradotto da l’Alessandrino
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