In Svezia: la % di sopravvivenza al COVID, per fasce d’età e sesso (vi sentite un po’ fessi, vero?)
Il vaso è colmo. Ormai è chiaro che l’epidemia di COVID NON esiste più, oggi. All’inizio dell’epidemia/pandemia il numero di morti – NON di contagiati – era alto perchè si sbagliava la cura, coi ventilatori polmonari a devastare i polmoni invece di usare medicamenti utili a combattere una trombosi disseminata, presente nel COVID. Capito come fare per combattere il virus, ossia usare eparina, cortisone, anti-infiammatori ecc., protocolli ormai mainstream, i morti PER SOLO COVID sono diventati pochissimi. Notando bene che, proprio agli albori della richiamata epidemia/pandemia, l’OMS stranamente cambiò i termini per definire le morti, da PER COVID, nei fatti, a CON COVID, vedasi oltre.
Praticamente per l’OMS (documento al LINK , dell’aprile 2020), solo ad.es un incidente (trauma) può essere considerato certamente come una morte non-COVID, vedasi sotto.
“«Una morte dovuta a Covid-19 è definita a fini di sorveglianza come una morte derivante da una malattia clinicamente compatibile [a livello sintomatico], in un caso probabile o confermato di infezione da Covid-19, a meno che non esista una causa di morte chiaramente alternativa, che non possa essere correlata al Covid-19 (ad esempio, un trauma). Non dovrebbe esserci un periodo di completa guarigione dal Covid-19 che intercorra tra la malattia e la morte. Una morte dovuta a Covid-19 potrebbe non essere attribuita a un’altra malattia (ad esempio, un cancro) e dovrebbe essere considerata tale indipendentemente dalle condizioni preesistenti che si sospetta abbiano innescato un decorso grave di Covid-19»[16].”
(enfasi in grassetto aggiunta)
Fonte: al LINK
Come capite anche solo dalla premessa, c’è da essere furenti con chi sta continuando a mandare avanti questa manfrina, nei termini che vediamo dipinta dai media.
Notate bene che noi NON siamo negazionisti, tutt’altro: il virus esiste, ma non è così grave – o meglio, non è abbastanza grave, oggi – per giustificare la reiterata distruzione delle economie di interi paesi.
Di seguito il motivo della mia considerazione di cui sopra, che passa per i test PCR Covid/cfr. K. Mullis, che sono – in caso di applicazione di parametri diciamo eccessivi, Ct, vedasi oltre – nella maggior parte falsi positivi, base dati scientifici, ne parleremo di seguito.
Prima di iniziare con la digressione, un appunto importante: oggi si decreta il contagio in base al numero di positivi, NON al numero di morti. Ossia i morti, oggi, sono più o meno nella media storica, dopo il picco del 2020 causato – ripeto – in larga parte dall’incapacità di affrontare correttamente il virus.
Resta per altro da interrogarsi sul divieto di fare autopsie imposto da OMS ed autorità locali nel 2020: il solito italiano mariuolo, un medico, andò contro le direttive e salvò così migliaia di persone, nel mondo intero. Rischiando di essere radiato dall’ordine dei medici nazionale…
“Le circolari del Ministero – spiega Andrea Giannatti – ci dicevano di non fare autopsie sui pazienti deceduti a causa del Covid-19. Non perché c’erano rischi di contagio ma è inutile, secondo loro, fare esami simili se si conosce già la causa del decesso. Ma noi volevamo capire il perché questa malattia si stava manifestando in forme diverse e multiple“.
Al LINK
Il medico conferma: “Più pazienti erano deceduti per trombosi”
Già da qui capite che forse non è proprio come ve l’hanno raccontata.
Quanto sopra esposto non contempla per altro la statistica sui contagi, che oggi è MOLTO più bassa, in termini di percentuali di positivi sul numero di test fatti; ad esempio in confronto con lo scorso anno nella crisi da virus (oggi i media vi vogliono convincere che c’è l’ “ONDATA” perchè i contagi sono alti; peccato che questi contagi, oggi, siano in percentuali svariate volte inferiori al numero di effettuati test rispetto all’anno scorso: si sa infatti che il numero di contagiati è proporzionale al numero di test fatti, ndr).
Dunque, anche da quanto sopra, vi prego di non farvi fregare dai numeri. Personalmente, ve lo assicuro, da ingegnere (non gestionale) non mi faccio fregare.
Il punto saliente è però un altro: i test COVID , soprattutto in Italia, danno una montagna di FALSI POSITIVI. Anche superiori, nel caso, al 90%.
Dunque, più test si fanno (ad alti Ct, vedasi oltre), maggiore è il numero di falsi positivi. Da qui forse l’ “ondata” mediatica…
Si, avete capito bene: i test COVID fatti in massa, taroccando l’interpretazione statistica dei numeri in realtà sovrastimano enormemente i reali contagi (ossia asserendo via grancassa dei media che c’è l’ONDATA COVID perchè il numero di positivi è alto; ma ad es. senza fare le dovute proporzioni tra TEST FATTI vs. POSITIVI; oggi e l’anno scorso ad esempio).
Anche il dipartimento di medicina di Yale, assieme al New York Times che l’anno scorso ha sollevato il problema, evidenzia le criticità tecniche del test PCR COVID, ad alti Ct. Ossia evidenziando di riflesso come le stesse autorità sanitarie USA ammettano incredibilmente che alcuni testi senza significato sono stati invece considerati “erroneamente” positivi, vedasi reportage della CBS di Sacramento, citato sotto.
Tutto dipende da un coefficiente, il Ct.
Tale coefficiente rappresenta i cicli di amplificazione del campione per rilevare il virus. Ben sapendo che a Ct troppo alti, per definizione, qualsiasi campione rischia di diventare positivo, identificando ad esempio frammenti di virus anche comuni ad altri ceppi virali o già neutralizzati come virus dal sistema immunitario (lo stesso ideatore del test PCR, il Nobel Prize prof. Mullen, casualmente morto appena prima dello scoppio della pandemia proprio per una polmonite incurabile (…), aveva indicato che a amplificazioni (Ct) troppo elevate il test perdeva di significato, vedasi oltre).
Accade in America: le autorità dicono in TV che i test PCR non sono significativi ma dopo vengono considerati positivi anche i test, appunto, non significativi… (fonte: LINK)
Sulla nota di Mullis sui test PCR deflagrata sulla stampa irlandese si sono accaniti i fact checkers, evidentemente per normalizzare la piece of news, che avrebbe messo in crisi la verità mediatica. Noi abbiamo preso a riferimento – naturalmente – il principale fact checker irlandese, locale, il quale, dopo aver portato l’argomento su discorsi assurdi (…), evidenziando dunque le assurde conclusioni sulla base di ipotesi – ripeto- assurde (….), tra le righe conclude quello che a noi interessa. Ossia che con Ct pari a 40 o superiori il test non ha di fatto significato (e che anche i test con Ct da 37 a 40 secondo svariati autori sono parimenti non significativi).
“… È stato affermato che chiunque può generare un test positivo eseguendo 60/65 cicli di amplificazione, invece di 40 come al solito. Questo non è accurato. La tabella riassuntiva dei protocolli disponibili tenuta dall’OMS contiene protocolli di test RT-PCR da Cina, Francia, Stati Uniti, Giappone, Hong Kong e Germania.
Questi protocolli dichiarano che il numero massimo di cicli è 40, con molti che stabiliscono anche che un Ct di 38, 39 o 40 è un risultato ambiguo. I test eseguiti dal NHS nel Regno Unito in cui il Ct è superiore a 40 vengono trattenuti e non notificati. …”
Al LINK.
La cosa si fa interessante…
Andando a scavare, a fine anno 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha guarda caso anche lei riconosciuto che con Ct troppo elevati si possono avere falsi positivi, ammonendo cautela nell’interpretazione dei test, sotto, fonti citate (!).
“Gli utilizzatori di reagenti RT-PCR devono leggere attentamente l’IFU per determinare se la regolazione manuale della soglia di positività della PCR è necessaria per tenere conto di qualsiasi rumore di fondo che può portare a interpretare come positivo un campione con un risultato ad alta soglia di ciclo (Ct).”
“Il principio di progettazione della RT-PCR significa che per i pazienti con alti livelli di virus in circolazione (carica virale), saranno necessari relativamente pochi cicli per rilevare il virus e quindi il valore Ct sarà basso. Al contrario, quando i campioni restituiscono un valore Ct elevato, significa che sono stati necessari molti cicli per rilevare il virus. In alcune circostanze, la distinzione tra il rumore di fondo e la presenza effettiva del virus target è difficile da accertare.”
(enfasi in grassetto aggiunta)
Quanto sopra va considerato congiuntamente con l’articolo del New York Times e con l’analisi, assai più significativa, pubblicata dal dipartimento di medicina dell’Università di Yale (New Haven Hospital), in USA, una delle più importanti degli States, in risposta al quotidiano della Grande Mela.
Fonte: Università di Yale (al LINK)
A guardare bene anche la scienza ufficiale ci dice la stessa cosa: papers scientifici avallano le tesi sopra citate, dando anche qualche numero; ossia che con un Ct pari anche solo a 35 i falsi positivi sono anche del 90%! (al LINK).
La pandemia di COVID in Italia – ed in gran parte dell’EU – è INESISTENTE per colpa dei falsi positivi! Lo dice la scienza ed i magistrati (portoghesi). Dunque i lockdown ed i “Chiudete tutto” hanno fatto un disastro. Chi paga?
Dunque, ricapitolando, abbiamo (1) il padre del test PCR usato anche per il COVID, (2) l’OMS, (3) l’Università di Yale, (4) il New Times, (5) i fact checkers irlandesi ed anche (6) papers scientifici a supporto [usati ad es. dai tribunali portoghesi per invalidare test e lockdown, vedasi oltre] che ci dicono che a Ct troppo elevati corrispondono falsi positivi nei test PCR sul COVID, rendendoli inaffidabili.
Ovvero, tutti i positivi che i media dicono esserci, in realtà NON esistono, sono in grandissima parte falsi positivi.
In soldoni, tutto il panico su base mediatica per l’ondata di contagi resta NON giustificato.
In ascissa, il valore Ct del test PCR COVID; in ordinata, scala a destra, la % di positivi alla 1a, 2a e 3a post test (rosso, giallo e grigio scuro) unitamente alla % di negativi alla cultura di conferma (grigio chiaro), in funzione del Ct. Si noti, con Ct superiore a 26, le percentuali di test negativi alla cultura di conferma, ossia di falsi positivi, sono addirittura superiori ai positivi alla 1a, 2a o 3a settimana. Con Ct>34 il test PCR sembra perdere significatività (fonte: al LINK)(stessa fonte usata dai giudici lusitani per decretare inattendibili i test PCR COVID, vedasi oltre).
Parimenti, ad esempio in Italia, anche statisticamente si fa ormai una gran confusione coi positivi al test; ossia non considerando il rapporto % positivi/test fatti: oggi tale rapporto è molto più basso dell’anno scorso ad esempio!
In ultimo i morti: di COVID non muore più quasi nessuno, ora che è stato trovato un protocollo di cura efficace, trend confermato dall’OMS, vedasi sopra..
Resta il tam tam mediatico per fare vaccinare tutti – grazie al panico sui contagiati? – , ben sapendo che il COVID, essendo della famiglia dei virus del raffreddore, muta assai velocemente; dunque un vaccino fatto oggi nei prossimi mesi, NON ANNI, è molto probabile che non avrà più nessuna efficacia (…).
Ma parimenti imponendo – le istituzioni – vaccini base mRNA che sono tanto intrinsecamente insicuri da aver ottenuto dall’EMA solo un ‘autorizzazione temporanea all’uso nell’EU (nessun vaccino è MAI stato testato prima con tale meccanismo biologico di inibizione della malattia; ad es. i cinesi, più saggi, usano un vaccino standard, a virus indebolito, metodo Pasteur per intenderci, NON quello mRNA di Pfizer e Moderna ad esempio, inoculato in massa ai vostri nonni e genitori!).
Il test siciliano (anche se sparisce ci sono decine di copie disseminate in rete, in blockchain)
Voi direte: ma che test vengono usati in Italia?
Bene, vi confermo che, sulla base di documenti disponibili, la regione Sicilia ad esempio usa Ct con valori SUPERIORI a 40 per vaticinare un risultato positivo COVID ai test! (i test PCR COVID italiani seguono le direttive dell’Associazione microbiologi clinici italiani [Prot. U060-2020, Milano, 28 agosto 2020] (*), che NON indicano che Ct sia stato usato, ma solo genericamente un Ct>35!!! Ossia anche superiore a 40, dove la bibliografia internazionale – ed ora i giudici portoghesi – concorda che siano di fatto insignificanti!)
Tutto questo senza dimenticare che gli stessi tribunali EU hanno affermato solennemente che i test PCR NON SONO AFFIDABILI e la quarantena è contro la legge (vedasi al LINK, LINK).
Ossia tale test PCR COVID usato in Italia e nel mondo è, sulla base dei dati sopra indicati, ad altissimo rischio di essere totalmente inaffidabile se positivo, un falso positivo insomma, causa Ct (troppo) elevato.
Or dunque, questa farsa della pandemia mediatica di COVID, oggi, DEVE FINIRE, nei termini di panico che vengono diffusi dai media.
Non si può continuare a dire alla gente certe cose, in questo modo troppo spesso anti-scientifico, spaventandola.
Ed ammazzando l’economia, usando argomentazioni che un minimo senso di precauzione obbligherebbe a prendere con le pinze. No, oggi il fine ultimo sembra davvero voler bloccare l’economia (Grande Reset?) con discorsi che vedete sui media, troppo spesso falsi-scientifici, da parte di gente che si dubita ormai fortemente sia cooptata al progetto. Senza affrontare gli argomenti coi fatti e coi dati, ossia con metodo, gli stessi che vi ho indicato sopra.
MD
Note
(*) Prot. U060-2020, Milano, 28 agosto 2020, “Significato e applicazione dei test sierologici per SARS-CoV-2“, http://www.amcli.it/wp-content/uploads/2020/08/U060-2020_Significato-e-applicazione-dei-test-sierologici-per-SARS-CoV-2.pdf
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