Abbiamo intervistato il Dottor Antonello Sannia. Un grande professionista, esperto di fitoterapia, nonché Presidente della Società Italiana di Medicina Naturale.
Ci ha pacatamente esposto le sue idee in merito al vaccino. Un uomo affabile e molto aperto al dialogo.
Anche se la pensiamo diversamente dal Dottor Sannia, abbiamo voluto ascoltare le sue ragioni. Pensiamo che un dialogo aperto e sereno possa rappresentare uno dei mezzi per traghettarci fuori da questa situazione.
Siamo una piattaforma democratica, che intende ospitare tutte le voci, pur non rinunciando al nostro punto di vista.
Ringraziamo di cuore il Dottor Sannia e invitiamo tutti a leggere questa intervista, senza pregiudizi, ma con uno spirito di critica costruttiva.
*****
Si presenti ai nostri lettori. Chi è e che cosa fa.
Io sono Antonello Sannia, medico specialista in endocrinologia attualmente sono il Presidente della Società Italiana di Medicina Naturale, che è una società scientifica che fa ricerca avanzata sulle matrici vegetali sia alimentari, sia medicinali.
Che cos’è la fitoterapia?
La fitoterapia come dice la parola è una terapia, una cura a base di piante officinali che possono essere piante medicinali in senso stretto, tipo valeriana, gincobiloba e chinacea, oppure piante alimentari, che hanno però una valenza salutistica, ad esempio l’olio d’oliva, il vino rosso, il pomodoro eccetera.
Quale differenza intercorre tra il farmaco di sintesi e il fitocomplesso?
Il farmaco di sintesi è un’unica molecola che ha un bersaglio ben specifico, ben individuato. Il fitocomplesso, come dice la parola, è un insieme di molte sostanze, alcune più medicamentose, altre meno, che però è proprio l’insieme di tutte queste sostanze che garantisce, diciamo alle piante questa capacità curativa ad ampio spettro e, non solo, garantisce anche in genere un’ottima tollerabilità.
La fitoterapia non è medicina alternativa.
Non è medicina alternativa, è medicina tradizionale, classica. Solamente che ove possibile naturalmente, magari insieme ai farmaci o in alternativa ai farmaci, quando è troppo usare un farmaco per esempio, si possono usare degli estratti di piante officinali.
La fitoterapia potrebbe essere utile nella cura e nella prevenzione di una malattia come il Covid?
Stanno comparendo molti studi che dimostrano che alcune piante officinali sembrano essere utili per il trattamento del COVID. Va però detto che sono principalmente studi fatti nell’animale.
Ce ne sono solo uno o due fatti nell’uomo, quindi bisogna prenderli con un po’ di prudenza, però i dati che compaiono sono molto interessanti e ci potrebbe essere un utilizzo delle piante officinali come cura coadiuvante per il Covid-19.
Che idea si è fatto della vaccinazione contro la Covid? Può essere utile? Molti medici e ricercatori sono perplessi sull’efficacia di tali vaccini.
Non è solo utile, secondo me è, indispensabile. Anche tenendo conto degli effetti collaterali di alcuni di questi vaccini in particolare, a mio parere, è necessario fare il vaccino per raggiungere un’immunità di gregge il più in fretta possibile in modo da poter ripartire con le attività economiche e non dico al cento per cento, ma insomma abbastanza, perché altrimenti rischiamo di non morire di Covid, ma di morire di povertà.
Il Professor Tarro dice che l’immunità di gregge è ormai già stata raggiunta.
No, non ancora perché è vero che i pazienti guariti dal Covid hanno un’immunità che può durare forse un anno, forse di più, forse di meno, ma in Italia i pazienti malati sono circa, mi pare, due milioni.
Quindi come fa con due milioni a raggiungere l’immunità di gregge?
È impossibile. È matematicamente impossibile. È chiaro che però se noi sommiamo ai vaccini i malati già guariti dalla malattia non dico che raddoppiamo la cifra, ma quasi. Per cui in Italia abbiamo già vaccinato poco di dieci milioni di persone e quattro milioni con la seconda dose.
Se noi aggiungiamo circa tre milioni di malati guariti, quindi immuni e beh caspita andiamo a tredici, quattordici milioni, quindi cominciamo ad avviarci sulla strada buona.
Quindi lei è per la vaccinazione di massa?
Assolutamente.
Io non ho intenzione di farlo. Cosa succede a chi non lo vuole fare? Dovrebbero entrare nelle case e tenere fermo chi non vuole e iniettargli il vaccino?
Chi non fa il vaccino, primo mette a rischio se stesso.
Uno può anche dire: “Accetto il mio rischio”. Il problema è che mette a rischio gli altri. E questo secondo me è molto grave.
Purtroppo può infettarsi chi non si è vaccinato, magari lui non si ammala, ma magari trasmette agli altri la malattia e questo effettivamente non mi piace.
A me sembra che la popolazione sia spaccata a metà.
No. Ci sono anche i NoVax, però sono a quanto si legge una minoranza notevole.
Io non mi considero un NoVax. Non farei mai questo vaccino, neanche sotto tortura. Mia figlia ha fatto i vaccini regolari..
E però bisogna farlo, mi creda. Non fare il vaccino, espone le persone al rischio di contagio, che è già una cosa grave, perché purtroppo ci sono quasi quattrocento morti al giorno. Senza il vaccino, noi avremmo quattrocento morti in media, con gli effetti collaterali ne abbiamo 0,5. Quindi tra quattrocento e 0,5, direi che la differenza è notevole. Non solo. Il danno economico.
Se noi raggiungeremo presto un’immunità di gregge, possiamo riprendere con l’economia.
Noi non possiamo più permetterci di fare i debiti. Che poi qualcuno i debiti li deve pagare.
Chi li paga? Se l’economia non cresce forte noi andiamo in default come la Grecia. Non fosse altro che per l’economia bisogna rischiare. Un Paese senza economia non si regge in piedi. Già il nostro era debole prima, figurarsi adesso.
Abbiamo il 160% del debito sul PIL. Io non so come faremo a ripagarlo. Me lo chiedo. I nostri figli e i nostri nipoti non so come faranno. Me lo chiedo.
*****
l’Alessandrino