Vogliamo introdurre questo articolo con un breve spezzone filmo-grafico tratto dal Rerepertorio di Pierpaolo Pasolini.
Il filmato che vi suggerisco di guardare è molto crudo, ma ci permette una analogia importante.
Fra il potere che si sta palesando ormai da tempo e la patologia comportamentale degli uomini.
Tema sviluppato magistralmente nel film, dall’immenso Pasolini, in tempi assolutamente non sospetti.
In fondo non esiste un motivo reale per cui i popoli debbano soffrire.
Non ci sono in vista pericoli naturali o cosmici.
Tutto sommato pur con piccoli aggiustamenti la relazione pianeta / uomo funziona.
Quindi le sofferenze che stiamo vivendo sono esclusivo frutto del nostro comportamento ed in particolare di come il potere concepisce le regole di funzionamento della società.
Passerei senza indugio a guardare il breve filmato cliccando nella finestra qui sotto
(VISIONARE IL FILM SOLO SE MAGGIORENNI)
Buona Visione
Il film completo lo potete trovare QUI (è’ di libero dominio)
Cosa rappresentano le scene che abbiamo appena visto? Sostanzialmente mostrano alcune modalità del potere.
Possiamo scorgere la struttura del potere, la figura apicale del duca, che invita i suoi “amici” ad una sorta di democrazia, un confronto fra pari, nell’esprimere il giudizio sul più bello.
Scorgiamo anche la struttura piramidale del potere, più avanti riprenderemo questo concetto.
Infatti il personaggio che esegue gli ordini della maggioranza, è controllato (sottomesso) ed allo stesso tempo controllore degli sgherri che sui trovano sotto di lui.
E’ possibile vedere anche la massa, rappresentata dalle persone “appecorate”, sottomesse e senza diritto di democrazia.
Tornando al potere, esso trae origine e forza da una pulsione fondamentale.
Ed è presente negli uomini e nelle donne, trascende il genere ed in parole povere può essere sintetizzato con il desiderio di controllare gli altri.
Controllo da cui discende necessariamente il dominio sugli altri, nelle varie forme che la nostra mente può immaginare.
Strumenti di tipo militare, religioso o economico, magari potenziati da nuove tecnologie non immaginabili solo un decennio fa, sono l’arsenale del potere dei tempi moderni.
Chiare “spie” di un mondo sempre meno democratico.
C’è da considerare che sopra questi desideri di controllo c’è la ricerca della sicurezza da parte di queste persone, che per qualche verso hanno paura del campo bianco, figlio della libertà.
Infatti il desiderio di controllo si incrocia con il desiderio di essere controllati, entrambi offrono sicurezza.
Se notate il potere è una struttura gerarchica, perlopiù piramidale, chi sta all’interno di questa organizzazione è allo stesso tempo controllore e controllato.
Chiunque sia inserito in quella struttura subisce chi sta sopra di lui e a vario titolo è aguzzino di chi sta sotto.
Si noti nel film come scattano i sottoposti controllati dal “gerarca” quando con un cenno del viso di quest’ultimo bloccano la faccia del ragazzino terrorizzato.
Abbiamo visto bene come agisce questo doppio filo del controllo e dell’essere controllato, figlio della pulsione del desiderio di sicurezza.
L’atto del controllare sconfigge, o meglio cerca di sconfiggere il nostro senso di finitezza, tipico di un essere senziente che vive pro tempore.
Per chi non si sa abbandonare alla realtà, accettandola ed entrando in contatto con essa, subisce un terrore che lo accompagna per la vita.
Il senso di finitezza della nostra esistenza è per loro frustrante ed insopportabile.
Queste persone non sono in grado di avere una fantasia metafisica che permette di percepire qualcosa oltre la dimensione fisica e terrena, oltre la morte e prima della nascita.
Queste persone che definirei malate si incontrano e fra loro si riconoscono, proprio per la pulsione irrefrenabile della ricerca di sicurezza, controllo e in definitiva potere.
Costruiscono infrastrutture e reti gerarchiche, che a dosi corrette hanno anche una loro funzione.
Le infrastrutture sono una sorta di scheletro dove possono essere concepite delle norme che organizzano a scopo di bene la società umana.
In parte questi infrastrutture aiutano l’umanità offrendo l’organizzazione che efficienta il sistema.
E’ questo il motivo per cui, almeno inizialmente, nessuno si oppone a queste concentrazioni di potere, in fieri futuri centri di dominio.
Sul lato opposto dei malati di potere, si ergono gli uomini liberi, che tollerano queste organizzazioni infrastrutturali.
Almeno fintanto che la collettivà riceve un utile maggiore, rispetto al costo del controllo delle libertà.
Questo è il motivo fondamentale per cui uomini e donne libere hanno indulgenza verso il potere.
L’equilibrio fra le azioni libere e le organizzazioni piramidali è necessario per procedere felicemente al nostro accrescimento culturale ed umano.
Tuttavia è proprio in queste organizzazioni che si concentrano questi uomini malati, perché sostanzialmente sono innamorati del potere.
Ne hanno bisogno , desiderano esercitarlo e accettano di stare in quelle catene di comando e obbedienza.
La patologia di cui sono affetti questi “innamorati del potere” ha la capacità di far vedere ai loro occhi anche un certo grado di libertà
In altre parole a loro sembra libertà poter controllare gli altri.
Essendo questo desiderio di controllo una pulsione agisce come le altre pulsioni fisiche, ed è prevalentemente insaziabile.
L’unica possibilità di frenare queste pulsioni è la resistenza, la rivolta degli uomini liberi.
Al di sotto fra il potere e gli uomini liberi, ci sono le masse inconsapevoli.
Sono le vittime più colpite, se loro volessero potrebbero abbattere facilmente i loro torturatori ed il potere stesso.
Le masse sono più numerose, ma non reagiscono, sostanzialmente le masse sono passive.
Purtroppo, quasi sempre, gli uomini liberi agiscono in ritardo e gli psicopatici malati di potere riescono a prendere il controllo della società combinando dei disastri terribili.
Solo dopo gli uomini liberi formano un alleanza e si compattano.
Solo dopo si produrranno azioni che contengono questi pazzi rimettendoli in condizione di non essere pericolosi.
Un esempio fra tutti: le guerre, non c’è mai bisogno di distruggerci, ma lo facciamo.
Noi stiamo vivendo un momento distruttivo, anche grazie a straordinari cambiamenti tecnologici.
Che hanno fornito una leva amplificatrice alle oligarchie di tutto il mondo.
Loro erano pronte, da anni occupavano i gangli della gerarchia del potere e del controllo.
La creazione di un mondo distopico, diseguale e senza armonia, era fatale ed inevitabile.
Considertato che il potere è spinto da una irrefrenabile pulsione.
Non voglio nemmeno pensare a cosa potrebbe ancora succedere.
Prima che la rete degli uomini liberi reagisca con la forza necessaria.
Stiamo vedendo apparire i contorni di un disegno mostruoso e folle.
La cosa che più dispiace è che molti tardano a capire, soprattutto , se posso fare una allegoria, quelli che nel filmato erano in ginocchio.
Cioè le masse ignave e sottomesse.
Queste ultime in fondo non sono innamorate ne del potere ne della dignità.
Chiedono semplicemente di vivere e riprodursi, quasi come un gregge.
Chiedono di essere spensierate.
Non è nemmeno giusto biasimarle, ognuno dovrebbe poter vivere come vuole.
E’ un diritto fondamentale e andrebbe sempre rispettato.
Il problema è che facilmente le masse vestono l’abito della preda, facilitando i predatori.
Un ulteriore pericolo consta nella possibilità che le oligarchie riescano a scatenare le masse passive contro gli uomini che amano la libertà.
Il nostro compito è quello di accorciare il più possibile questo periodo barbaro.
Dobbiamo rivolgerci alle masse passive, suscitando in loro la consapevolezza e portarle verso l’amore per la libertà.
Nessun tempo può andare male per sempre, è questo l’augurio e insieme la speranza.
Vai tu a spiegare a questa massa di politicanti, sottomessi al pensiero dei banchieri che la corrente azione è inutile se vuoi raggiungere la felicità.
Al posto di chiusure e controlli secondo uno schema quantistico ed inafferrabile, a quando le scelte di aumentare i posti in rianimazione?
A quando cure efficaci e puntali anche se non arricchiscono le big pharma?
Verrà mai il momento di un trasporto degno di quel nome?
A quando una scuola che non crolli in testa agli alunni e che li formi secondo i principi costituzionali?
A quando un disegno di convivenza con i virus, che sono qui da prima di noi e misure ragionevoli di economia?
Questione di soldi? No.
Questioni di scelte politiche, scelte di potere, quello da noi dato e malriposto in voi.
R.Z.
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