Tyler Durden per Zero Hedge
Mercoledì, i futures azionari sono andati in rosso come conseguenza degli avvertimenti del Dr. Anthony Fauci sulla presunta “terribile minaccia” posta dalla “variante Delta”, che continuano ad essere drammaticamente amplificati dai media americani.
Ieri abbiamo approfondito la questione della “variante Delta” visto che, negli Stati Uniti, i casi giornalieri di Covid stanno aumentando, dopo aver toccato i livelli più bassi dall’inizio della pandemia.
I dati hanno fatto partire un altro giro di avvertimenti sulla fascia relativamente ampia di americani che rifiutano di farsi vaccinare.
Mercoledì, Bloomberg ha così riassunto: “… il tasso di vaccinazione in una pugno di Stati in profondo rosso ha sostanzialmente abbassato quello di tutto il Paese”.
Anche se, ha ammesso Bloomberg: “… a livello nazionale, la campagna di vaccinazione è fra le più riuscite al mondo”.
Anche lo studioso Timothy Callaghan, citato nell’articolo, ha avvertito che: “… ci saranno contee dove la vaccinazione è scarsa e lontana dal conferire l’immunità di gregge mentre, in altre, la situazione è opposta. Potremmo andare verso un Paese diviso”.
Inoltre, un’analisi della scorsa settimana (effettuata in 700 contee) ha trovato che la nuova “variante Delta” sia più frequente nelle contee statunitensi meno vaccinate.
Ma la “variante Delta” è davvero “molto più contagiosa” delle precedenti iterazioni della SARS-CoV-2?
In un recente articolo pubblicato da the Blaze, lo scrittore Daniel Horowitz ha spiegato che i dati esistenti suggeriscono che la “variante Delta” non sia più letale o più contagiosa degli altri ceppi.
Horowitz ha descritto gli avvertimenti degli epidemiologi e dei burocrati come il Dr. Fauci come “panic porn travestito da scienza”:
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L’implicazione dei titoli dei giornali è che, in qualche modo, questa variante sia più trasmissibile e mortale, che sfugga all’immunità naturale e ai vaccini e che, quindi, si debba paradossalmente farsi vaccinare, continuando a fare tutto quello che non ha funzionato per le altre varianti!
Dopo che ogni città o Paese ha cominciato ad attribuirsi la propria “variante”, i “mercanti del panico” si sono resi conto che le masse avrebbero compreso la “truffa delle varianti” e, così, hanno deciso di rinominarle Alpha (britannica), Beta (sudafricana), Gamma (brasiliana) e Delta (indiana) — il che sembra più una gerarchia di progressione e gravità piuttosto che un’indicazione di quando ogni regione sia stata colpita, conseguenza della stagionalità.
Tuttavia, se la gente guardasse i dati effettivi, si renderebbe conto che la “variante Delta” è, in realtà, meno mortale delle altre.
Questi titoli guadagnano slancio solo per l’assurda percezione pubblica che, in qualche modo, l’India sia stata colpita in modo peggiore rispetto al resto del mondo.
Ma non è vero … quel Paese ha un settimo del “tasso di mortalità pro capite” degli Stati Uniti!
In realtà, l’India è stata solo colpita più tardi come conseguenza della stagionalità (ovvero, quando i Paesi Occidentali l’avevano in gran parte superata), dando così l’illusione che quel Paese abbia sofferto più degli altri.
Ora, i nazisti della salute pubblica stanno trasferendo al Mondo Occidentale la loro prima grande bugia su quello che è successo.
Fortunatamente, il Governo del Regno Unito si è già mosso definendo i titoli dei giornali una colossale bugia.
Il 18 giugno, il Public Health England ha pubblicato il suo 16° rapporto su “SARS-CoV-2 variants of concern and variants under investigation in England”.
Questa volta raggruppando le varianti per lettere greche.

Come si può vedere, la “variante Delta” ha un tasso di mortalità (CFR) dello 0,1% su 31.132 infezioni rilevate.
E’ un tasso analogo a quello dell’influenza e, comunque, molto più basso del CFR del ceppo ancestrale e di qualsiasi altra variante.
Come sappiamo, il CFR è sempre più alto del “tasso di mortalità” delle infezioni (IFR), perché quelle più lievi e asintomatiche non vengono documentate, mentre i casi confermati tendono a essere polarizzati verso coloro che sono più evidentemente sintomatici.
In altre parole, la “variante Delta” è letteralmente un’influenza, con un CFR pressoché identico.
E’ esattamente quello che ha fatto ogni pandemia respiratoria nel corso della storia: si è trasformata in una forma più trasmissibile e meno virulenta, che estromette le altre mutazioni.
Né le mascherine, né i lockdown né i vaccini sperimentali sono stati in grado di farlo.
Nella misura in cui è più trasmissibile, diventa anche meno mortale, come nel caso del comune raffreddore.
Nelle zone al di sotto della soglia di “immunità di gregge” (ad esempio in Scozia e nella parte nord-occidentale del Regno Unito), la “variante Delta” si diffonderà in proporzione al tasso d’immunizzazione, finché un’altra mutazione non la soppianterà.
Ma i decessi continueranno a scendere.
Secondo il suddetto rapporto, la “variante Delta” ha rappresentato, da metà maggio, più del 75% di tutti i casi del Regno Unito.
Se fosse davvero così mortale, dovrebbe esserci stata una strage nel corso delle ultime settimane. Ma non è così.

Si può facilmente vedere una quasi perfetta “relazione inversa” fra i tassi di ospedalizzazione nei mesi di aprile/maggio e la diffusione della “variante Delta”.
Di tanto in tanto, in alcune zone potrebbe anche esserci una leggera oscillazione legata al progredire dell’immunità di gregge, indipendentemente da quale variante sia in circolazione.
Tuttavia, la mortalità resterà al di sotto di quella relativa a una comune influenza stagionale e, comunque, non sarà più un’epidemia.
Per quanto riguarda i vaccini, non c’è alcuna prova che forniscano una protezione migliore rispetto a quella di un’infezione precedente dovuta a qualsiasi ceppo del virus — né la “variante Delta” giustifica un ulteriore utilizzo di questi vaccini sperimentali.
Semmai, i dati del Regno Unito mostrano che, quando ci sono decessi dovuti a tale variante, questi sono proporzionalmente maggiori fra i già vaccinati.

Di nuovo, i numeri sono bassi e non c’è alcuna prova che il vaccino sia un imperativo maggiore come conseguenza di questa variante.
La stessa India sembra aver raggiunto l’immunità di gregge con un settimo del tasso di mortalità dell’Inghilterra, ma con un quarto della percentuale di persone vaccinate.
Quindi, la buona notizia è che la maggior parte dei Paesi ha raggiunto un ampio grado di “immunità di gregge” — e, quindi, non c’è alcun pericolo che gli ospedali possano essere invasi, a prescindere dalla variante.
La cattiva notizia è che, dopo la Delta, ci saranno l’Epsilon e altre 19 varianti, secondo le lettere dell’alfabeto greco.
Questo permetterà al circuito della disinformazione, della paura, del panico e del controllo di prosperare.
E, siccome c’è già in circolazione una “Delta +”, le opzioni saranno infinite fino a quando la nostra società non raggiungerà l’immunità al “pornopanico Covid”.
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Detto questo, gli Stati Uniti non sono l’unico Paese vittima dell’isteria della “variante Delta”.
I giornali di mercoledì mattina hanno affermato che i leader dell’UE stavano progettando di tenere un meeting telefonico per discutere di maggiori restrizioni di viaggio.
Ma non tutti sono caduti nell’inganno. Il Senatore Rand Paul, ad esempio, è stato uno dei critici più duri dell’isteria relativa alla “variante Delta”.
In un tweet di ieri mattina ha esortato il pubblico a non permettere che i paurosi vincano:
Anche se, a giudicare dal rosso di Wall Street (di mercoledì mattina), molti non hanno seguito il suo consiglio.
E poi, come ha sottolineato Horowitz, se quest’ondata di paura si spegnesse ci sono pur sempre molte altre lettere nell’alfabeto greco che possono essere usate per provocare la paranoia.
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Link: https://www.zerohedge.com/covid-19/panic-porn-dressed-science-exposing-truth-about-delta-variant
Scelto e tradotto da Franco
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