Tyler Durden per Zero Hedge
Mai, come negli ultimi sette giorni, il Sudafrica è stato così vicino al fallimento. I saccheggi hanno ridotto le due Province di Gauteng e KwaZulu-Natal in una grande zona di guerra.
Il Paese è agli inizi di una guerra civile. Il Governo ha risposto dispiegando 25.000 militari della riserva, nel vano tentativo di sedare la violenza.
John Steenhuisen, leader provinciale del principale Partito d’Opposizione, la Democratic Alliance, ha detto al Financial Times :
“È una zona di guerra … città deserte, negozi saccheggiati, corpi che giacciono sulle strade. Un conflitto interno all’African National Congress si è trasferito sulle strade del KwaZulu-Natal … I Servizi di Sicurezza hanno completamente perso il controllo della situazione. Hanno urgente bisogno di rinforzi”.
Il Gauteng e il KwaZulu-Natal sono stati travolti dai rivoltosi neri, molti dei quali sono sostenitori dell’ex Presidente Jacob Zuma, che è stato condannato e arrestato all’inizio di questo mese per corruzione.
L’arresto di Zuma ha scatenato disordini in tutta la componente nera del Paese, più specificamente nelle due Province sopra menzionate.
Il Presidente Cyril Ramaphosa non è stato in grado di soffocare i disordini perché la polizia locale e i militari sono stati sopraffatti. Il Paese è totalmente senza legge.
Il Ministro della Difesa Nosiviwe Mapisa-Nqakula ha detto al Parlamento di aver presentato una richiesta per il dispiegamento di più o meno 25.000 soldati. Ma non ha detto niente su quando le truppe aggiuntive sarebbero arrivate sulle strade.
Mercoledì sera avevamo riferito che la riserva dell’esercito sudafricano aveva ordinato a “tutti i suoi membri” di presentarsi in servizio giovedì mattina. Ma è tutto così confuso. Non si sa niente con certezza.
Finora, sono morte oltre 70 persone e più di 1.000 sono state arrestate. Le catene di approvvigionamento sono collassate. Sono state chiuse le maggiori raffinerie di petrolio e anche i porti … danneggiate le infrastrutture e saccheggiati i magazzini.
Alcune fonti stimano che 45.000 imprese di Durban, una città costiera del KwaZulu-Natal, siano state distrutte.
Armerie, drogherie, farmacie e centri commerciali o sono stati saccheggiati o hanno esaurito le scorte, dando inizio a una massiccia penuria di beni.
“Abbandonate a sé stesse, le minoranze razziali, come i bianchi e gli indiani, stanno imbracciando le armi per difendere le loro case e le loro famiglie”, ha scritto il National Justice.
Nhlanhla Lux, residente a Johannesburg, ha dichiarato al FT di aver dovuto difendere con la forza le imprese locali, assieme a un pugno di poliziotti e di soldati:
“Non possiamo restare seduti mentre l’economia della township viene ulteriormente intaccata. Il più grande Centro Commerciale, quello che impiega il maggior numero di persone, è la sola cosa rimasta in piedi. Se cadesse, sarebbe come abbattere l’ultimo elefante”.
Lux, è pronto anche a morire pur di fermare i disordini: “Siamo sul punto di mangiarci a vicenda”.
Chris Faure di The Saker Blog ha posto diverse importanti domande:
“Allora, cos’è questa? Una guerra civile, un colpo di stato o l’istigazione a una situazione tipo Rwanda? Oppure, semplicemente, sono i poveri che mangiano i ricchi?
La domanda principale è: perché l’Apparato di Sicurezza dello Stato non se l’aspettava? Oppure, nel caso se lo fosse aspettato, perché non ha fatto niente?
E poi, dov’è lo ‘stato d’emergenza’? Dove sono i gas lacrimogeni per disperdere la folla? Dove sono i cannoni sonori e quelli ad acqua? Perché la folla non viene dispersa?
In questo momento non si capisce bene cosa stia succedendo. C’è molta confusione anche su chi stia guidando la ribellione”.
Secondo “Unrest Map” via PolicyLab, seppur a stento i disordini stanno cominciando a spegnersi sia nel Gauteng che nel KwaZulu-Natal. La preoccupazione è che possano diffondersi in altre Province.
Il Governo sta attivando migliaia di nuovi soldati. Sulla base di questa notizia, il rand ha recuperato contro il dollaro per il secondo giorno consecutivo.
Tuttavia, resta una nazione sull’orlo della guerra civile, con l’economia distrutta, le catene di approvvigionamento paralizzate, i porti chiusi e le infrastrutture in fiamme — oltretutto, non si sa nemmeno quanto tempo ci vorrà per ricostruirle.
Ecco altre immagini del caos in Sud Africa. Chi vive nelle città sta allestendo dei posti di blocco perché non ci sono né polizia né militari.
La realtà di oggi a Durban. Lunghe file per i beni di prima necessità. A quando una crisi umanitaria?
Altri posti di blocco.
La gente comincia a morire di fame. Nessuno si era preparato per tutto questo.
Sono immagini dei saccheggi della scorsa notte nel KwaZulu-Natal. Altre persone in fila in attesa di cibo.
Cosa ne sarà di questo Paese resta una grande incognita.
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Scelto e tradotto da Franco
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