Tom Luongo per Gold Goats ‘n Guns
Fu subito chiaro, quando Joe Biden entrò alla Casa Bianca, che la storia della Polonia sarebbe diventata importante.
Il Paese è uno dei cattivi ragazzi dell’Unione Europea e, con il ritorno di Barak Obama (l’americano preferito dalla Gente di Davos), tutti i suoi problemi all’interno dell’UE non potevano che inasprirsi.
Con il gasdotto Nordstream 2 quasi completato, il tempo sta rapidamente scadendo per Andrej Duda e per il suo Partito, Diritto e Giustizia (PiS).
La settimana scorsa ho discusso sia dell’Ungheria che del Primo Ministro ungherese Viktor Orban. In particolare, se quest’ultimo avesse sufficienti carte da giocare per resistere alle pressioni dell’UE.
Orban è un giocatore molto abile. Si è comportato in modo ammirevole davanti all’intransigenza dell’UE sulla sua agenda sovranista.
Ha sempre saputo di doversi bilanciare fra le grandi potenze per poter guidare l’Ungheria.
Alla Polonia non è andata altrettanto bene.
Andrew Korybko, in un recente post, ha giustamente affermato che:
“Duda è in una posizione di netto svantaggio per aver irresponsabilmente formulato la sua politica estera sull’aspettativa che Donald Trump avrebbe vinto le elezioni — continuando a modellare la geopolitica europea in stretto allineamento con gli interessi polacchi”.
Con Trump al potere, la Polonia era diventata sempre più decisa nella sua opposizione alla Germania e alla Russia, pensando che la politica degli Stati Uniti sarebbe continuata su questa direttrice ancora a lungo.
È stata una cattiva scommessa.
Se qualche leader polacco avesse effettivamente parlato con Vladimir Putin adesso saprebbe che gli Stati Uniti “non sono capaci di accordi” [palese il riferimento a una recente dichiarazione di Putin, ndt].
Comunque, a parlare non è solo “il senno del poi”.
I polacchi erano stati ripetutamente avvertiti, anche durante la presidenza Trump … ma hanno sempre voluto la botte piena e la moglie ubriaca.
Pensando che Trump coprisse loro le spalle, potevano assecondare la loro russofobia e allo stesso tempo opporsi al Nordstream 2, flettendo la loro sovranità contro la Germania.
Avrebbero potuto, invece, emulare (prudentemente) Orban … contrastando l’UE ma solo fino a un certo punto — coltivando buone relazioni sia con Putin che con Trump.
Orban ha avuto una migliore visione strategica rispetto a Duda. Aveva ben in mente quale fosse la sua posizione nel sostenere le istanze energetiche e commerciali dell’Ungheria.
La Polonia, di conseguenza, è ora in balìa dei tedeschi a causa del Nordstream 2, tramite il quale la Germania controllerà i flussi di gas verso tutta la rete europea dei gasdotti.
Ne avevo già parlato nel 2017:
“La Germania vuole usare il gas che arriva dal Nordstream 2 per premere politicamente sulla Polonia e sul resto dei Paesi di Visegrad. Per la Polonia, è questo il vero nodo della questione. I polacchi sono liberi di acquistare il GNL dagli americani, ma a tre volte il prezzo del gas russo.
La Polonia può aiutare se stessa solo schierandosi con la Russia sui separatisti del Donbass … ma non lo farà perché il PiS è interamente controllato dai globalisti statunitensi”.
Certo, i polacchi hanno ottenuto una vittoria quando la “Corte di giustizia Europea” si è pronunciata in loro favore sull’uso dell’oleodotto Opal da parte della Gazprom — ma è poca cosa. Nel migliore dei casi un brodino riscaldato.
Palesemente, la Polonia avrebbe dovuto tendere le braccia alla Russia piuttosto che pensare di poter tenere testa alla Germania, operando all’interno della stessa struttura politica creata per aumentare il potere e l’influenza tedesca: l’UE.
Ha acconsentito ad acquistare il costoso GNL americano, piuttosto che accettare la solidarietà offerta dai Paesi di Visegrad.
Conseguenza della loro opposizione al Nordstream 2 i polacchi sono stati facilmente manipolati dai Paesi NATO, contribuendo a destabilizzare l’Ucraina e la Bielorussia.
Non hanno compreso che sarebbero stati massacrati nel momento in cui Davos si fosse liberata di Trump ristabilendo il legame tra Washington e Bruxelles.
E ora, come ha sottolineato Korybko, il PiS sta affrontando una concorrenza sempre più agguerrita da parte nientemeno che di Donald Tusk — miserabilmente fallito quando era Presidente del Consiglio Europeo.
Davos sta quindi facendo le sue mosse per riaffermare il dominio sulla Polonia.
Questo lascia il PiS nella poco invidiabile posizione di non avere alcuna opzione praticabile se non quella che segue.
La soluzione proposta da Korybko è un “patto di non aggressione” con la Russia per placare i timori di una sua avanzata militare … perché, a questo punto, la Polonia non ha davvero altre carte da giocare:
“Non è chiaro esattamente quali potrebbero essere i termini di un informale ‘patto di non aggressione’ russo-polacco, ma potrebbe essere modellato su quello molto più grande che gli Stati Uniti e la Russia stanno informalmente cercando di negoziare dopo il vertice Biden-Putin del mese scorso.
La cosa più importante è che la valutazione delle reciproche minacce superi i sospetti sulle reciproche motivazioni strategiche, fino al punto in cui possa entrare in gioco una “nuova normalità”, in grado di regolare in modo più responsabile la loro competizione regionale”.
A questo punto, il problema più grande per la Polonia è la perdita del transito del gas attraverso l’Ucraina.
Le recenti dichiarazioni della Russia sulle sue storiche relazioni con l’Ucraina rendono questi timori sempre più incombenti. Di conseguenza, il governo di Kiev sta precipitando nella disperazione.
Il prossimo incontro del Presidente Zelensky con la Cancelliera Angela Merkel sarà incentrato sul fatto che la Germania paghi all’Ucraina un risarcimento per il Nordstream 2.
Sono abbastanza d’accordo con questa richiesta, perché la Merkel faceva parte del gruppo che diede inizio ai problemi dell’Ucraina, con l’accordo di adesione all’UE che fu bloccato da Putin e che mise in moto tutte le assurdità degli ultimi otto anni.
In effetti, dopo aver frantumato il Paese, la Merkel non ha mostrato alcun interesse nel cercare di aiutarlo a rimettersi in piedi.
Probabilmente, però, l’Ucraina non otterrà niente di sostanziale dalla Merkel, ora che la Cancelliera si è lavata le mani dai problemi del Paese ed è diventata una sorta di anatra zoppa.
A questo punto, tutto questo è davvero solo teatro.
L’Ucraina sarà solo un avamposto nell’Europa Orientale, utile per lanciare Rivoluzioni Colorate in tutta la regione, comprese la Polonia e la Bielorussia.
Questa è sempre stata la posizione di ripiego di Davos e dei globalisti statunitensi.
Per me, la vera soluzione per la Polonia è di sedersi intorno a un tavolo con Zelensky e Putin per elaborare un futuro che assicuri il transito e la consegna del gas fra tutti e tre i Paesi.
Da quello che ha detto o lasciato intendere, Putin sarebbe più che felice di fare quest’accordo. Un’Europa Orientale forte e vibrante sarebbe un cuscinetto perfetto fra l’UE e la Russia.
Quindi, seguendo la strada tracciata da Viktor Orban in Ungheria, riusciranno i leader polacchi a vedere la sola strada che si apre davanti a loro?
Si renderanno finalmente conto di quanto sia debole e marginale la loro posizione?
Tenderanno le braccia ai loro potenziali alleati (Ungheria, Repubblica Ceca) e a chi non vuole assolutamente combattere (Russia), rafforzando di conseguenza la loro posizione?
Oppure continueranno a precipitare nel vortice che loro stessi hanno creato, senza capire chi è che li vuole distruggere?
Un suggerimento per Duda … non è Putin.
L’ironia di questa storia è che la Polonia sia ancora preoccupata per i comunisti dell’est … quando i veri comunisti stanno sorgendo a ovest.
Come l’Ungheria e la Cechia, la Polonia ha ancora la sua moneta. Recentemente, ha acquistato oro per sostenere lo Zloty.
C’è quindi una reale opportunità per questi Paesi di formare, assieme alla Serbia, un blocco economico davvero forte, che li renda una buona destinazione per il capitale d’investimento, piuttosto che essere visti come carne da cannone nell’eterna guerra dell’UE contro la Russia … che non è finita, ma è solo in stand by.
Se i polacchi non faranno in fretta ad avviarsi lungo questa strada, la finestra di opportunità per rompere con l’UE si chiuderà non solo per loro, ma forse per tutta l’Europa dell’Est.
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Link: https://tomluongo.me/2021/07/19/today-hungary-tomorrow-poland-german-pressure-eastern-europe/
Scelto e tradotto da Franco
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