Abbiamo letto ieri l’analisi elaborata dal nostro Franco su Afghanistan e dintorni, precisa e puntuale, come pochi hanno osato fare finora. Quello che però vorrei fare oggi è riassumere ed andare al punto, con pragmatismo prospettico e senza giri di parole. Infatti pragmatici oggi sembrano essere proprio i cinesi.
La cosa più interessante, che si fa fatica a dire, lo so, è che l’Afghanistan eventualmente nuclearizzato per cancellare l’invasore (cinese?) non sembrerebbe molto diverso da come in larga parte è già oggi (ad esclusione della capitale, come tutte le città facilmente controllabile, vedasi oltre), un mezzo deserto con gente che vive come 200 anni fa, ad esclusione della polvere da sparo diffusa, di qualche arma tecnologica e dei telefoni cellulari.
Io ebbi la fortuna di conoscere un grande stratega delle Prealpi, grandissimo direi, sebbene lui non sapesse di esserlo. Le sue analisi, precise e puntuali, sono state per decenni per orde di interessati le migliori sulla piazza, per come ci prendeva nei trends che gli interessava valutare.
Anni fa, in dialetto stretto, lo sentii disquisire sul perchè venissero spese armi, mezzi, uomini, soldi lato Occidentale e soprattutto italiano per una landa semi-desertica (gli USA, pur standogli simpatici per averci salvati dai tedeschi, interessavano poco, a lui interessava il “suo Paese”).
Con la sua loquacità spiccia, fece un’analisi che ai tempi non compresi ma che oggi è millimetrica:
“… Guarda il mappamondo e poi ricordati che se gli americani lasciano l’area di lì a poco la Cina invade l’Afghanistan con un milione di soldati: poi non ce n’è più per nessuno“.
Pensandoci bene è davvero un’analisi perfetta.
Le invasioni passate dell’area furono infatti perpetrate da stati o lontani, Gran Bretagna, USA ecc. O da Stati con interessi non a 360 sul paese afghano. O per ripicca, rispetto ad altri stati che magari avrebbero ambito al territorio. O che non avevano bisogno delle risorse afghane, tutto sommato ne avevano già di loro. O – soprattutto – da Stati non sufficiente popolosi da permettersi di inviare 1 milione+ di soldati, fregandosene dell’opinione pubblica (vedasi l’URSS, che era una federazione di fatto, coi loro islamici integrati nel Paese).
In tale contesto, oggi abbiamo di fronte l’unico paese che ha piena e totale necessità di accaparrarsi l’Afghanistan, per tutti i motivi, assieme, sopra citati: trattasi della Cina comunista nemica degli USA.
Per chi non avesse ancora capito il passaggio, fondamentale, dell’abbandono Afghano lato USA perfettamente organizzato dai militari che controllano di fatto i gangli vitali del paese americano – solo il giusto caotico nella fuga USA, tanto per far capire a Biden anti-patriota che la sua elezione non passerà sotto silenzio ma sarà un’onta -, questo è il preludio di cosa verrà dopo. Che chiaramente è stato pianificato, vedremo in concreto (…). Qui mi fermo sui drivers, per ovvie ragioni.
Ovvero, siamo prossimi ad uno scontro – tutto sommato prevedibile – tra titani nell’area, visto che l’India non può permettersi un Afghanistan cinese (e l’India chiaramente parla inglese, ndr).
Mi chiedo quanto stupidi siano gli strateghi italiani che oggi blaterano post-mortem su Kabul; quando dovevano invece parlare prima, soprattutto gli ufficiali dell’esercito, come al solito di tremendamente basso livello visto che quelli che contano sono troppo spesso cresciuti – di norma – nel pieno nepotismo romano.
Dunque, dato per scontato che l’Afghanistan è la porta per l’Oceano Indiano, ossia Afghanistan uguale controllo dell’India, visto il corridoio con la Cina con cui l’Afghanistan confina, data per scontata la ridotta bellicosità del suo popolo in termini numerici, viste le immense risorse minerarie dell’area e la necessità cinese di materie prime in periodi di post-COVID, certamente i cinesi ci stanno pensando.
A prendersi in una stagione o giù di lì un paese di soli 38 milioni di pastori in armi, donne e bambini inclusi, intendo. Per l’ex Impero Celeste, tutto sommato una passeggiata.
Riletta, la Cina, un paese di fatto comunista e senza elezione diretta del governo, con un solo partito, un paese dittatoriale insomma, per altro strapopolato, è davvero il paese perfetto per fare quello che nessuno ha mai osato fare in passato, in Afghanistan.
Meglio detta: trattasi di invadere l’Afghanistan con qualche milione di soldati in armi e strumenti di guerra ipertecnologici, “dedicati” ad un paese che solo la lontananza dalle capitali del Vecchio Mondo e la pavidità occidentale, ossia l’assenza di pragmatismo occidentale, ha sempre (finora) impedito di annettere. Di fatto. Anche disintegrando la sua gente e la sua cultura, diluendola – che so – con 50 milioni di cittadini cinesi fatti arrivare apposta… I cinesi sembrano essere maestri in quello.
Pensate che la Cina abbia problemi a cancellare le culture nemiche del partito e del Paese, se ci sono enormi interessi nazionali in ballo? Uiguri vi dice qualcosa, che per altro sono di fattezze simili ai cinesi? Xi è eletto a vita, come il Papa, lo ricordo.
Ritengo la Cina non avrà alcuna paura a disintegrare l’Afghanistan, soprattutto se messa alle strette. Solo questione di tempo. Vedasi cosa hanno combinato col COVID, al mondo. Come ritengo che alla fine questo sarà il vero redde rationem dei paesi che verranno travolti da cosa verrà dopo. Non parlo di paesi asiatici nè americani…
Resta l’attesa, a tutto tondo (ma senza dettagliare oltre).
E il rimpianto di non aver cavato dallo stratega delle prealpi altre preziose analisi, stufo ormai di leggere fregnacce mainstream sui giornali oltre ad ascoltare bugie interessate in TV.
MD
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