La storia ci illumina, forse troppo. Nel senso che troppe informazioni spesso confondono, soprattutto se chi scrive i libri che raccontano il passato non è onesto, criticità per altro risaputa. Sta di fatto che non è un mistero (storico) che Berlino da sempre vorrebbe dirigere l’Europa. E dall’Europa, il mondo. La prima e la seconda guerra mondiale sono a lì, a testimoniarlo.
In entrambi i conflitti non ci è riuscita; sebbene nella WWII abbia addirittura in un certo qual modo cooptato Parigi, come ben ebbe a spiegare Robert O. Paxton agli stessi francesi, anche a quelli di sinistra; ovvero che Vichy non avvenne per caso ma per calcolo e per affinità nella volontà – soprattutto delle elites francesi – di sopraffazione dell’Europa, per comandarla.
Sappiamo come andò a finire.
Ma il dettaglio, riassunto nell’operazione Paperclip, dovrebbe dirci che forse c’è dell’altro: alla fine della WWII i nazisti di peso, in qualsiasi settore che potesse essere utile alla sfida con la nascente URSS, furono cooptati dagli americani; ben ricordando come fosse operativa da tempo una base economico-lobbistica tedesca a New York, dentro la Banca Thyssen anche prima della II guerra mondiale, creata anche – e forse soprattutto – con lo scopo di evitare che gli States entrassero in conflitto contro l’Asse.
Sta di fatto che molti dei nazisti di punta dopo il conflitto mondiale o sparirono misteriosamente, fino a dubitare che fossero stato cooptati segretamente dagli americani, viste magari le loro tremende e pubbliche malefatte; o vennero assunti dall’OSS, ora CIA, ovvero dagli apparati industrial-militari statunitensi in corsa per il predominio post nucleare con Mosca: Von Braun, Gehlen, Skorzeny sono forse i casi più emblematici. Mengele e Muller (Gestapo) i casi più misteriosi. Nel mezzo, decine se non centinaia di ex criminali nazisti che hanno collaborato post guerra mondiale con la potenza vincente.
Sano pragmatismo, forse. Direi anche un rischio, nel caso.
Ovvero – a termine – quello di creare diciamo una testa di ponte tedesca, anzi ex nazista nei valori, assolutamente potente negli USA, per fini diciamo non pianificabili ai tempi. Ma a disposizione. Nel contesto si deve inevitabilmente tenere da conto il fatto che, sì, di capo dell’Occidente ce ne può solo essere uno. E questo oggi è americano, sebbene i tedeschi vorrebbero essere loro, il primus inter pares occidentale di Augustea memoria.
*****
Con un salto di 75 anni arriviamo ai giorni nostri: direi inevitabile dover rilevare il troppo di strano successo da fine 2019/inizio 2020 ad oggi: prima le tensioni con il presidente Trump, poi una elezione USA assai contestata, il COVID, il caso vaccini, …, le prospezioni liberticide di vari governi mondiali per combattere una malattia che uccide pochissimo… Tutti sommovimenti che sembrano chiaramente legati se non coordinati.
Permetteteci di fare un’osservazione d’insieme, senza farci prendere dai complottisimi (che non amiamo): è la prima volta dalla fine della WWII in cui, negli accadimenti globali, non vediamo un indirizzo chiaro e preciso con marchio USA per quello che sta accadendo nell’intero mondo occidentale.
Senza dimenticare per altro la sfida sempre occidentale, ma meglio “anglo”, alla Cina, in crescendo. Ossia avendo presente che, prima dell’alleanza col Giappone, la Berlino che poi diventerà nazista era vicinissima a Pechino; avendo ben compreso – base pragmatismo tedesco – che per sfidare gli USA, la potenza in ascesa, ci voleva massa critica (l’alleanza col Giappone arrivò solo dopo, a seguito di una mossa certamente azzardata lato giapponese, ma che pagò: invasione del nord della Cina, ndr).
E qui arriviamo, passando per scontri di piazza che si sono ripetuti a cavallo delle elezioni USA dello scorso Novembre, al titolo. Ossia alle stranezze del caso Rittenhouse, forse simbolo di quello che sta capitando nel mondo. Simbologia che, incredibilmente, sembra quasi fare da collante di una interpretazione della storia imbibita di pragmatismo.
Il giovane Rittehouse, faccia da bambino, ma con un cognome che dire altisonante è davvero poco per la storia americana (…), viene portato in giudizio per un fatto che, a vederlo dall’esterno, sembrerebbe si tratti di legittima difesa: armato di fanciullesco idealismo, scese in strada durante la notte degli scontri a Kenosha per difendere la proprietà privata e fare da deterrente agli scontri, con un fucile in mano. Chiaramente per qualcuno non è andata proprio così (…), anche se pare che parte delle prove a sua difesa potrebbero essere state tenute nascoste dall’FBI (…)(work in progress).
Dall’altra parte della barricata, soggetti che sono stati uccisi dal Rittenhouse (2) o feriti (1), vedremo se in modo illegittimo o meno. Soggetti che, al contrario del giovincello armato, non portano cognomi pesanti per la storia a stelle e strisce: detti Anthony Huber, 26, and Joseph Rosenbaum, le due vittime. E Gaige Grosskreutz, ferito. Tutti bianchi.
A giudicare il caso, il giudice Bruce Schroeder, bianco anche lui. E anche lui un cognome non così altisonante per gli USA, certamente molto di più in altri paesi europei (…).
Sopra tutto, va rimembrata secondo chi scrive la famosa votazione per la scelta della lingua ufficiale in cui scrivere le leggi americane, scegliendo se introdurre anche il tedesco. Sappiamo tutti che il voto vide vincitore l’inglese ma per un solo voto, 42 a 41, sancendo la scelta della lingua ufficiale USA. Questo per dire che il peso della cultura tedesca negli USA, soprattutto nelle zone del nord-est oggetto di forte emigrazione europea, è sempre stato diciamo ad “alto peso specifico”.
Quello che poi osserviamo nel processo Rittenhouse è davvero un aspetto simbolico: durante il processo, comunque vada, il giudice Schroder ha deciso di assumersi un ruolo di star nei suoi atteggiamenti, comportando un certo qual travagliamento – al di fuori della decisione finale – per la vita processuale del giovane Rittenhouse. Ossia venendo addirittura richiesto, mentre la giuria stava decidendo la sua sorte, che il processato uscisse a sorvegliare la Corte da eventuali attacchi, come nella notte di Kenosha (…).
In tal contesto non possiamo che essere d’accordo con la CNN, ossia che forse mai come in questo caso ci sarebbe bisogno di un giudice nero con giuria di colore, visto che imputato e vittime sono tutti bianchi.
*****
Resta la considerazione strategica, ossia se quanto accaduto a Kenosha sia sintomo di una profonda faglia interna negli States, rivangando antiche rivalità tra mondo anglo e mondo proto-tedesco.
Dubbio che si incanala nel solco sopra descritto; ossia che dall’operazione Paperclip in avanti ci siano state innervature di altissimo livello nell’intelligence USA da parte di soggetti ex nazisti diciamo non raccomandabili nei loro propositi, intendo comunque nemici – sebbene sconfitti – degli USA. USA, lo ricordo, che da sempre sono l’avversario da sconfiggere, per arrivare alla “testa” del mondo occidentale idealizzato da Berlino.
Tutto questo, sempre dando alto peso specifico a soggetti di origine prettamente tedesca che sono chiaramente costantemente presenti nella cultura americana “che conta“; sebbene, come nel caso Kissinger, spesso non si possa dire che rappresentano l’anima a stelle e strisce, visto che ad esempio il venerato Henry è nato lui stesso nella Germania che di lì a pochi anni sarebbe diventata nazista.
In tale contesto arriviamo finalmente al titolo: forse non ci sarebbe da stupirsi se la Stasi o quello che ne resta (oggi assorbita in altri istituti, ndr) avesse agito indirettamente anche all’interno degli USA, per destabilizzarla. Non ci azzardiamo ad ipotizzare come tale ipotetico fine potrebbe essere perseguito, chiaramente.
Ci limitiamo ad osservare la storia di Antifa, nata come movimento in Germania, nel 1932 (Antifaschistische Aktion), per combattere il fascismo rappresentato ai tempi da Mussolini. E poi transitata, quello che ne restava, nella DDR, suo alveo naturale in termini di teorico posizionamento politico (…).
Ossia potendo fare leva durante la guerra fredda sulla potenza organizzativa di quella che fu la struttura molto abilmente governata da Markus Wolf, la celeberrima Stasi.
Oggi Antifa diffusa in tutto il mondo ed organizzata quasi militarmente nei suoi diciamo “interventi” globali, potrebbe ben essere stata un obiettivo/strumento dei servizi segreti ex DDR? Impossibile escluderlo, anzi (memorabili sono state ad esempio le sue proteste contro la Presidenza Trump, ndr).
Salvo dover rilevare che la Stasi abbia finanziato ed addestrato anche i membri della RAF – Rote Armee Fraktion, nota anche come Baader-Meinhof Gang: dopo la caduta del governo comunista nella Germania orientale, nel 1989-1990, si scoprì che la RAF era stata addestrata, rifornita e aveva ricevuto protezione dalla Stasi, la polizia segreta dell’ex regime comunista.
John Philip Jenkins, professore emerito di Storia presso la Baylor University, afferma che le tattiche della RAF sono simili a quelle utilizzate oggi da Antifa:
“L’obiettivo della loro campagna terroristica era quello di innescare una risposta aggressiva da parte del governo, che secondo i membri del gruppo avrebbe scatenato un movimento rivoluzionario più ampio”.
Bettina Röhl, giornalista tedesca del Neue Zürcher Zeitung, il 2 giugno 2020 ha presentato ad esempio una imperdibile analisi sull’argomento, rilevando come gli Antifa vengano pagati dal governo tedesco per combattere l’estrema destra (…). Spingendosi addirittura ad affermare quanto segue:
“Ci si potrebbe chiedere se il movimento Antifa sia qualcosa di simile a una RAF ufficiale, un gruppo terroristico finanziato dallo Stato con il pretesto di ‘combattere contro la Destra‘ “.
Che poi detta Antifa possa essere stata coinvolta nelle proteste di Capitol Hill, in base a denunce pubbliche di rappresentanti al Parlamento USA (repubblicani), vere o false che siano tale denunce, non possiamo escluderlo. Basta rifarsi alla cronaca di inizio anno 2021 per verificare le tracce lasciate sul campo.
*****
Resta la considerazione di fondo: forse gli USA non sono così uniti come possono apparire. E forse esiste una forza motrice occulta che potrebbe fare leva su tali divisioni interne per indebolire la “testa” del mondo occidentale, magari proprio su base teutonica.
Tale considerazione per altro giustificherebbe il caos globale “direttivo” in seno all’Occidente da almeno due anni a questa parte.
Memori dunque di cosa comportò – negli eventi a venire – la scoperta del famoso Zimmermann Telegram (il telegramma diplomatico tedesco che, facendola breve, tentava di fomentare una rivolta messicana contro gli USA durante la prima prima guerra mondiale, in modo da evitare un coinvolgimento bellico a stelle e strisce nella Grande Guerra), restiamo ad osservare gli eventi.
Consci dell’insegnamento di Mark Twain, ossia che spesso la storia, se non si ripete, fa comunque la rima…
MD
Foto di Chickenonline da Pixabay