Philip Giraldi (sintesi)
La procuratrice di Jeffrey Epstein, Ghislaine Maxwell, è finalmente in Tribunale per la “selezione dei giurati” e per l’apertura del processo dopo 17 mesi di permanenza al Metropolitan Detention Center di Brooklyn.
Vista la dipartita “un po’ sospetta” di Epstein in quello che potrebbe essere stato un omicidio piuttosto che un suicidio, Maxwell è stata imprigionata sotto un regime “leggermente” più intrusivo: sorveglianza continua e una limitata capacità di fare qualsiasi cosa, oltre il sedere su una branda di cemento a contemplare il suo futuro.
Si è lamentata spesso del suo isolamento, degli abusi da parte dei carcerieri e del cibo terribile. Riguardo il cibo, aveva indubbiamente ragione.
L’offerta di ben 28 milioni di dollari di cauzione in cambio della sua libertà, in attesa del processo, è stata rifiutata dal Giudice perché la Maxwell aveva più di quindici conti bancari o d’investimento, nonché passaporti multipli.
Il Giudice ha ritenuto che la Ghislaine potesse avere molto più denaro (e beni) nascosto fuori dagli Stati Uniti e che, quindi, fosse “a rischio di fuga”, presumibilmente per andare in Israele, che non ha accordi di estradizione con gli Stati Uniti.
C’è da considerare un retroscena significativo quando si esamina la saga Ghislaine Maxwell/Jeffrey Epstein.
Il sospetto che Epstein lavorasse per il Mossad (o per l’intelligence militare israeliana) si basa su prove consistenti … e che fosse “protetto” è stato apparentemente confermato da fonti sia israeliane che americane.
In effetti, Epstein fu oggetto di un’insolita clemenza quando, nel 2008, fu condannato in Florida per crimini sessuali contro 19 ragazze minorenni — la Sentenza fu poco più di uno schiaffo sul palmo della mano.
Successivamente, il Procuratore degli Stati Uniti per Miami, Alexander Acosta, riferì che l’arresto e la condanna erano al di sopra delle sue possibilità.
In altre parole, gli sarebbe stato detto che Epstein apparteneva ai Servizi Segreti e che bisognava “lasciarlo stare”. Per questa dichiarazione, non è mai stato perseguito dagli investigatori.
Inoltre, in un recente libro — “Epstein: Dead Men Tell No Tales” (scritto da Ari Ben-Menashe, un ex ufficiale del Mossad, sedicente gestore dell’”operazione Epstein”) — l’autore sostiene che Epstein ricattasse “politici di spicco” per conto dell’Intelligence israeliana.
A suo dire, Epstein lavorava per il Governo israeliano fin dagli anni ’80 e la sua “operazione”, finanziata da Israele e da eminenti ebrei americani, era la classica “trappola al miele”.
Usava ragazze minorenni come esca per attirare politici di tutto il mondo, fra i quali il Principe Andrea e Bill Clinton.
Clinton avrebbe volato almeno 26 volte sul “727” privato di Epstein, il “Lolita Express”, verso una villa in Florida e un’isola dei Caraibi, entrambe possedute da Epstein.
Da quelle parti era chiamata “l’isola dei pedofili”.
I politici venivano fotografati e videoregistrati quando erano a letto con le ragazze. In seguito, venivano avvicinati per chieder loro dei favori a vantaggio d’Israele.
Ghislaine Maxwell, in effetti, è figlia di una spia israeliana di rilievo, Robert Maxwell.
In Israele, dopo la sua misteriosa morte (1991), fu oggetto di un “funerale di stato” al quale parteciparono il Primo Ministro e tutti i capi dei Servizi Segreti di quel Paese.
Si presume che la Ghislaine abbia partecipato attivamente all’”operazione Epstein” come “procacciatrice di giovani ragazze” … e, in almeno un’occasione, ha lasciato intendere di sapere dov’è che sono nascosti i film a luci rosse realizzati da Epstein.
Non ci vuole molto per mettere tutto insieme e porre la domanda: “Chi, fra le celebrità e i politici di alto livello che Epstein coltivava, era in realtà una spia israeliana?”.
E, naturalmente, c’è una sotto-trama.
Se Epstein avesse effettivamente gestito agenti americani di alto livello, coinvolgendoli in “operazioni di condizionamento” che potrebbero aver implicato il ricatto, a quel punto sarebbe consequenziale concludere che sia stato ucciso in prigione e che la storia del suicidio sia solo una comoda copertura.
Il caso Epstein resta tecnicamente “aperto” anche se tutto sembrerebbe fermo — segno sicuro che “l’establishment” si sta assicurando che nulla di incriminante venga a galla.
Così, messo tutto assieme, potremmo ragionevolmente chiederci perché la copertura mediatica del caso Maxwell (nonostante il fascino del sesso deviato combinato con il possibile spionaggio) sia tutto sommato così modesta rispetto finanche ai recenti processi Rittenhouse e Arbery?
E ancora meno del processo in corso contro Elizabeth Holmes?
Bè, la risposta è in realtà abbastanza semplice, nonostante il desiderio dei media liberal d’infiammare le passioni razziali ogni volta che sia possibile.
Siamo in un’epoca di “controllo governativo dell’informazione” e stiamo assistendo alla gestione selettiva delle accuse alla Maxwell, per eliminare ogni possibile danno agli alti politici americani o allo Stato d’Israele.
Nonostante i drammi-tribunalizi-televisivi sostengano a volte il contrario, le persone possono essere processate solo dopo essere state accusate in anticipo di crimini specifici, che dipendono da ciò che emerge dalle indagini della Polizia e delle altre Forze dell’Ordine.
Il risultato va poi a un Procuratore Distrettuale spesso politicamente prevenuto che, se è d’accordo sul fatto che ci sia un “caso”, lo passa a un Giudice eletto o nominato politicamente per quello specifico processo.
Questo significa, in pratica, che i “processi con giuria” passano attraverso un’opera di selezione prima di raggiungere un’”aula di tribunale” e ciò che viene fuori, alla fine, è spesso solo ciò che il “sistema di giustizia penale” considera “vincente o desiderabile”, a seconda del punto di vista politico prevalente.
O, per dirla in altro modo, sulla Maxwell e su Epstein, nonostante le prove, niente lascia intendere che la Polizia di New York e il Federal Bureau of Investigation li abbiano mai interrogati seriamente sulle loro relazioni con Israele e i suoi Servizi Segreti.
Inoltre, non c’è alcuna indicazione che “celebrità” che potrebbero essere state prese di mira, come ad esempio Bill Clinton, siano mai state interrogate.
Non è una coincidenza, ovviamente. Israele, nonostante il massiccio spionaggio condotto negli Stati Uniti, è improbabile che venga mai accusata in un’”aula di Tribunale” perché, al riguardo, c’è un consenso bipartisan.
Ecco perché la Maxwell è stata accusata solo di aver aiutato un predatore sessuale, Epstein, a trafficare e abusare sessualmente di quattro donne, tre delle quali minorenni — oltre che di aver mentito in una causa civile.
Lei ha negato le accuse ed è pronta a difendersi il che comporterà, probabilmente, lo smascheramento della natura della sua relazione con Epstein.
Un adeguato patteggiamento, dopo alcune settimane di giostra in Tribunale, è il risultato più probabile.
Gli “otto capi d’accusa” della Maxwell sono stati emessi il 29 marzo. Se la sua difesa non fosse convincente e venisse condannata per tutte le accuse, potrebbe essere condannata fino a 80 anni di prigione.
Anche Epstein, in fondo, era accusato solo di “traffico sessuale e abuso di minori” quando morì in prigionia in attesa del processo — non di essere coinvolto con un Paese straniero nello spionaggio contro gli Stati Uniti e altre nazioni.
Fra l’altro, ci sono Leggi specifiche contro questo tipo di attività, compreso l’Espionage Act del 1918 e il Foreign Agents Registration Act (FARA) del 1938 — l’ultimo dei quali è stato recentemente applicato contro i media russi.
Se qualcuno si aspettasse che la questione dello spionaggio possa emergere (anche solo implicitamente) durante il “processo Maxwell”, sarebbe terribilmente deluso perché Alison Nathan — la Giudice nominata da Obama nella United States District Court for the Southern District of New York — non lo permetterà, il Procuratore non lo richiederà e gli “avvocati della difesa” si guarderanno bene dal farne menzione nelle loro argomentazioni.
In conclusione, non aspettatevi che succeda qualcosa di drammatico nel Tribunale di New York.
La storia del Mossad che gestisce un importante giro di spionaggio negli Stati Uniti attraverso un pedofilo potrebbe essere troppo difficile da tollerare per alcune “persone al potere” che, di conseguenza, si sono assicurate che questo aspetto della storia non possa mai vedere la luce del giorno.
Questa è la storia vera, convenientemente coperta. Israele spia e Washington nega.
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Link: https://www.unz.com/pgiraldi/ghislaine-maxwell-is-finally-on-trial/
Scelto e tradotto da Franco