Evidentemente qualche genio (non ho detto Geraci e nemmeno Centinaio, …, …) pensava che mettersi d’accordo con Pechino per fissare un cap (ossia un limite massimo) allo spread italiano a 300 bps fosse una genialata, come sotto paragrafo dell’accordo sulla Via della Seta.
Purtroppo la genialità è merce rara a questo mondo, anzi chi si crede volpe alla fine rischia – se non appartenente ad una razza davvero superiore – di finire in pellicceria. E le razze politiche superiori in Italia si sono estinte da tempo, mi sa….
Sui fondi di salvataggio (Bailout) la Grecia paga poco più dello zero% di interesse, ossia meno dell’Italia (ma come contropartita ha dovuto svendere tutto!)
Dunque, fu così che una vittoria ipotetica rischia di trasformarsi in cocente sconfitta: oggi, se è vero che lo spread italiano ancora non esplode al rialzo, va parallelamente rilevato come lo spread tra Italia e Grecia sia arrivato sotto i 50 bps; ossia Atene paga solo circa 0.45-0.50% in più di Roma per finanziarsi sui mercati del debito a 10 anni nonostante Atene rappresenti un paese fallito, dove la mortalità infantile è a livello di terzo mondo e la disoccupazione giovanile è a livelli spaventosi (non lontani purtroppo da quelli italiani, …). Un paese insomma dove la propria gente sta tornando in forma smagliante, solo perché fa la fame…
Già l’aspetto sopra in pochi ve lo fanno notare, sull’onda della strepitosa vittoria leghista della scorsa domenica (…). Ma quello che nessuno vi dice è quale sia il trend del differenziale di rendimento tra le obbligazioni più disastrate del mondo occidentale diciamo avanzato: lo spread Italia-Grecia si è infatti dimezzato in un mese, addirittura è diventato meno di un terzo da inizio anno, o giù di lì (oggi è sotto i 50 bps, a gennaio 2019 era oltre 160 bps, ndr).
Grecia schiava del proprio debito, in mano a chi le impone l’austerità, per almeno 50 anni… (un successo, ma non per i greci, che invece rischiano l’estinzione)
Tradotto, il trend ci informa che a breve il rendimento delle obbligazioni greche sarà inferiore a quello dei BTP. Addirittura si può ipotizzare che, vista la struttura del debito ellenico praticamente a zero interessi per circa il 70% di stock totale di debito pubblico in mano a BCE ed FMI oltre che all’EU/ESM come contropartita per l’austerità imposta alla troika negli scorsi anni (ossia su tale quota parte di debito Atene restituirà solo il capitale o poco più, praticamente senza interessi, ndr), sia ragionevole pensare ad un rendimento dei decennali ellenici equivalente ad uno spread di poco meno di 200 bps, nell’arco di qualche mese. Ossia di 1/3 inferiore a quanto paga l’Italia oggi.
A maggior ragione se la palma del paese più disastrato del mondo occidentale passerà mediaticamente all’Italia.
La troika austera: un successo per i colonizzatori francesi e tedeschi (prossimamente anche in Italia?)
Ovvero il sorpasso italiano in tema di spread con la Grecia è letteralmente il bacio della morte finanziaria per il Belpaese. A tal punto lo spread italiano diventerà il simbolo della situazione dell’Italia, ossia Italia uguale spread uguale default, mentre le obbligazioni greche andranno incontro ad un rapido miglioramento, con incremento dei prezzi. Da lì il passo sarà breve a far diventare Roma il carry trade del debito, con oscillazioni violente alla prima crisi, anche solo ipotetica.
Aggiungeteci il fatto che la stagflazione in Cina, verso la depressione inflattiva, drenerà nei prossimi 18 mesi enormi risorse cinesi, et voila’, una volta vaticinato l’infame sorpasso italico in termini di spread sarà un attimo sfondare la fatidica soglia dei 300 bps appena la Cina andrà in crisi (inevitabile), solo questione di tempo. E tutto questo drenando ricchezza dall’Italia sotto forma di interessi versati a percettori esteri, che verranno pagati con le tasse degli italiani.
Non so se il leghista Salvini ha pensato a questo aspetto ma, nel momento in cui si dovesse rinunciare a tasse che oggi esistono (e che già oggi vanno a pagare gli interessi versati ai detentori stranieri di BTP, ad esempio con una nuova Flat Tax), visto che uscire dall’euro è impossibile come si farà a compensare l’ulteriore buco nei conti gialloleghisti? A maggior ragione se la comparazione con Atene ci farà apparire come i più rischiosi e disastrati del mondo avanzato….
Per una volta i piani dell’EU sono stati rispettati: la Grecia schiava del proprio debito, da cui lucrano gli EUropei che impongono austerità, per generazioni!
Salvini continua a dire che non ci sarà nessuna patrimoniale classica, sebbene nessuno glielo chieda: che sia una classica forma di excusatio non petita, accusatio manifesta? Rendiamo merito alle parole del leader: certamente la patrimoniale italica, INEVITABILE RESTANDO NELL’EURO, non sarà quella classica pagata da tutti, inesorabilmente, come in Svizzera ad esempio. No, in Italia scommetto che sarà NASCOSTA e comunque SOLO A CARICO DELLE FAMIGLIE E DI QUELLO CHE RESTA DELLA CLASSE MEDIA, NON DEI MILIARDARI (sono aperte le scommesse). Vedremo dunque in che forma, certamente inusuale, certamente celata, tale inevitabile impista straordinaria sui patrimoni NON miliardari verrà sdoganata dal governo.
Tenete dunque sott’occhio lo spread Grecia-Italia come termometro della crisi addivenire: quando gli ellenici pagheranno meno dell’Italia per finanziarsi a 10 anni la partita si farà interessante. Anche violenta se volete.
Speriamo che a Roma sappiano cosa fare (…).
Resto come sempre dell’idea che decidere di non voler uscire dall’euro (lato leghista) sia stato un errore ciclopico, al pari di aver deciso di tradire gli USA con la firma dell’accordo sulla Via della Seta.
Mitt Dolcino
(l’ultimo dei Mohicani pro-ITALEXIT, solo perché non ci sono alternative se non si vuole diventare una colonia)
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