Redazione: Ringraziamo Maurizio Agostini, contributore e amico caro del blog MittDolcino. In questa analisi, Maurizio Agostini, prende le mosse dall’articolo di Matt Ehret pubblicato qualche giorno fa.
Che cosa rappresenta la rivoluzione green?
Quali saranno le conseguenze di questi due anni folli?
Ma soprattutto chi si nasconde dietro alla bandiera verde dell’ecologismo più spinto e alla pandemia?
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Maurizio Agostini
Le migliori penne dell’informazione libera sono ormai concordi a sostenere che dietro l’attuale sconcertante rivoluzione, dietro al coronavirus, dietro alla crisi energetica-ambientale e alla nuova economia verde, ci sia in realtà un disegno unitario.
Ciò sostiene anche Matt Ehret nel suo articolo ‘L’epica frode della finanza verde e il Grande Reset’ pubblicato e tradotto da Mittdolcino.
Mervyn King, governatore della Banca d’Inghilterra dal 2003 al 2013, ci aveva già avvertito, prima del Covid-19, che il mondo si stava avviando verso un Armageddon finanziario. Infatti, nel settembre 2019, si era verificata la famosa crisi del mercato interbancario americano ‘pronti contro termine’ che aveva richiesto un immediato intervento notturno della Fed per scongiurare il collasso di Wall Street. Sembra che sia stato proprio questo episodio a far esplodere in anticipo la crisi sanitaria del Covid-19, originariamente prevista per il 2025.
Ma, dice Ehret, sarebbe un errore confinare il dibattito nell’ambito strettamente finanziario e pensare che, passata la solita crisi periodica del capitalismo, tutto torni come prima.
Questa volta è diverso. Questa volta c’è un piano per un Grande Reset che stravolgerà il mondo.
Mark Carney (a capo della Banca d’Inghilterra dal 2013 al 2020), ci informa sempre Ehret, sta promuovendo ‘un sistema finanziario verde basato su un nuovo sistema di valori del tutto antitetici a tutto ciò che si sarebbe supposto che un banchiere di Goldman Sachs credesse circa l’economia. Piuttosto che aumentare la produttività il mondo deve imparare a diminuire la produttività, riducendo così la quantità di carbonio’.
Per un banchiere sono concetti sconvolgenti, il Grande Reset programmato vedrà un mondo dove non si possiederà più niente (ma ‘si sarà felici’!?) e che consumerà molto meno di oggi. Per ridurre dell’80% le emissioni di anidride carbonica in 30 anni, come si vagheggia, ci sono solo due strade, tra loro sinergiche: ridurre la popolazione in modo consistente e renderla molto più povera.
È in effetti quello che sta accadendo, almeno in Occidente, senza che vi siano proteste di rilievo.
Conclude Ehret: secondo le élite al potere c’è bisogno di un Grande Reset del capitalismo ed è proprio questo che stanno perseguendo, agendo come un sol uomo.
Secondo noi, sarebbe forse più opportuno precisare che, alla fine del processo, il ‘capitalismo’ in quanto tale non esisterà più, sostituito da un mondo neo-feudale, in cui una ristretta minoranza signoreggerà su grandi masse di diseredati. Quasi tutti infatti non si sono ancora accorti che stiamo assistendo alla Morte del Capitalismo.
A meno che non si voglia, ancora una volta, cavalcare una deriva linguistica che stravolge il significato della parole (non basta essere ricchi per essere capitalisti), bisogna ammettere che il Capitalismo non esiste già più, con buona pace dei vetero-marxisti che cercano ancora di aggrapparsi alle loro arcaiche categorie di pensiero ormai prive di ogni significato.
Per convincere le masse ad accettare la morte del capitalismo, della libertà di muoversi e di lavorare, di esprimersi liberamente ma anche della libertà di ‘fare shopping’, è però necessaria una nuova religione, un nobile ideale. Dobbiamo farlo perché la nostra etica ce lo impone.
Il mantra ideato per per giustificare tale drastica involuzione è ‘Salvare il pianeta dal cambiamento climatico dovuto all’anidride carbonica, perché è il solo pianeta che abbiamo’.
Ovviamente si tratta di una colossale stupidaggine, sbugiardata da tutta la scienza vera da decenni (https://storiasegreta.com/2019/09/30/la-bufala-del-riscaldamento-globale/), ma che viene imposta, tramite un martellamento mediatico senza precedenti, al di là di ogni evidenza, nella nota strategia goebelsiana che ‘ripetere una menzogna milioni di volte la fa diventare una verità’.
Ehret constata che c’è però una grande parte del mondo che non ci sta a subire questa agenda demenziale (la Russia, molti paesi in via di sviluppo, in primis la Nigeria, forse la stessa Cina) e apre a una speranza: ‘Abbiamo una scelta’: o seguiamo la melodia degli oligarchi finanziari o il pensiero dei leader dei paesi in via di sviluppo, che desiderano ripristinare obiettivi di crescita industriale su larga scala.
Di certo il Grande Reset non è fatto per l’interesse dei popoli ma per quello dei banchieri.
Purtroppo il suo articolo si ferma qui e ci lascia, come dire, con il fiato sospeso, in attesa della prossima puntata. Evita di rispondere alla domanda fondamentale: chi glielo ha fatto fare ai grandi banchieri di avviare una rivoluzione che significa la ‘morte del capitalismo’, il ribaltamento di tutti i valori di crescita nati con protestantesimo, con l’illuminismo, con la rivoluzione industriale?
Essi avevano già il pieno controllo del mondo, o almeno dell’Occidente. Perché rischiare di buttare il bambino con l’acqua sporca, imbarcandosi in una mega-rivoluzione mondiale in cui si pretende che i popoli si accontentino della loro miseria in cambio di un ambiente ‘pulito’?
Nessuno può credere che la decrescita felice sia accettata con entusiasmo e, se il loro Grande Reset dovesse fallire, sono proprio le élite che rischiano una decrescita che non sarà molto felice.
Sono sì molto potenti oggi ma hanno anche delle debolezze. Ad esempio sono molto pochi di numero e la loro forza, in fondo, è una sola: la stampa della moneta dal nulla, con la quale si comprano tutto il necessario per perpetuare il loro potere. Al loro servizio hanno solo mercenari pronti ad abbandonarli non appena il vento cambia. Nessuna ideologia li sostiene, nessuna religione, nessun spirito di gruppo, nessuna vera etica, nessuna vera morale.
Se gli oligarchi non riescono ad arginare il crollo finanziario incombente rischiano veramente che qualcuno riesca a sostituire le loro monete usuraie con una moneta del popolo e per loro sarebbe la fine.
Valeva la pena di rischiare così tanto?
Ehret non risponde, per ora. Noi abbiamo cercato di dare una qualche risposta su cosa sta dietro al Grande Reset in un piccolo libro di sapore apocalittico (Maurizio Agostini, ‘L’assassinio della Storia’ https://amzn.to/3I2HX5J) ma qui vogliamo sviluppare solo qualche considerazione in libertà.
La sensazione che il varo del Grande Reset, in anticipo sui tempi programmati, sia stato una sorta di mossa della disperazione per evitare il collasso delle monete a debito e della finanza mondiale non sembra essere del tutto peregrina.
Nonostante la potenza dei mezzi messi in campo, i risultati, a due anni dall’inizio della pandemia, sembrano inferiori alle attese. È pur vero che il crollo di Wall Street, di Blackrock, di Vanguard, di State Street e delle famiglie che vi sono dietro non vi è stato, ma i problemi dell’eccesso di moneta in circolazione non è ancora risolto.
Tutte le monete fiat nascono come debito e un debito si può cancellare solo in tre modi: pagandolo, non pagandolo, facendo perdere valore alla moneta in cui è espresso. Non ci sono altre possibilità.
Il modo più tradizionale per cancellarlo è pagarlo. Per far scomparire la moneta a debito basterebbe cioè restituire il debito. Ciò non è possibile usando altra moneta (perché vorrebbe dire fare altri debiti) ma è possibile dando ai banchieri beni reali da noi posseduti.
Questo è ovviamente l’obiettivo primario dei banchieri: farci pagare i ‘debiti’ con le nostre case e i nostri risparmi.
Per saldare il debito dello Stato italiano, ad esempio, sarebbe necessario espropriare gli italiani della metà dei loro risparmi, in primis delle loro proprietà immobiliari e dei loro depositi bancari.
Riusciranno i nostri eroi a imporre una tassa sulla casa e sui conti correnti così devastante come vorrebbero?
Purtroppo per loro però il resto del mondo (USA in primis) non ha risparmi abbastanza consistenti da poter cancellare l’eccesso di moneta a debito. Le masse sono già povere di capitale e per loro il debito si cancellerà solo con fallimenti (cioè non lo si paga) e con l’inflazione (che lo rende inferiore in termini reali).
Tra parentesi questo spiega perché proprio l’Italia sia nel mirino delle oligarchie, perché qui c’è ancora un patrimonio e un risparmio del popolo di cui appropriarsi mentre altrove non c’è già più.
Se il popolo italiano riuscirà a capire per tempo che dietro la pandemia, l’emergenza energetica e climatica c’è in realtà la volontà di confiscare le loro case e i loro risparmi, non è detto che il disegno riesca.
Per ora il nostro popolo non si è dimostrato molto sveglio ma non è detto che, quando si metterà mano al suo portafoglio in modo esplicito, si possa anche destare all’improvviso, cacciare Draghi, gli oligarchi e le mezze calzette sul loro libro paga, e reinventarsi la rivoluzione, quella vera.
Nel resto del mondo comunque le situazioni sono diversificate e non è questa la sede per un commento approfondito. Si può però notare che ‘i più furbi’ tra gli oligarchi stanno già uscendo dai casinò finanziari internazionali e questo significa che l’inflazione sta per partire.
Bill Gates, Mark Zuckerberg e Elon Musk stanno smobilitando le loro posizioni per investire in terreni agricoli, le monete fiat stanno cominciando a defluire dalla loro prigione per trasferirsi nell’economia reale.
Quando questo accadrà, partirà un’inflazione colossale ma soprattutto crolleranno gli schemi Ponzi dei derivati, sommersi dalle richieste di smobilitazione.
Quanto tempo hanno le élite prima che ciò accada?
Sono passati giusto cinquant’anni da quel 1971, quando Nixon sganciò il dollaro dall’oro e iniziò l’era delle monete fiat: è la Bibbia che ci avverte: dopo cinquanta anni il Grande Giubileo (la cancellazione totale dei debiti) è regola di Dio.
Hanno quindi poco tempo, anzi sembrerebbe che, a credere al Dio della Bibbia, il tempo sia già scaduto.
Forse l’emergenza in atto ci condurrà verso l’applicazione della legge divina (la remissione dei debiti, cioè la loro cancellazione gratis) e non verso il Grande Reset, con cui le élite cercano di rubare ai popoli tutto quanto è loro rimasto, dalle cose materiali, alla libertà, alla democrazia, alla salute, prima che inizi il collasso del loro mondo.
Nell’attesa di saperlo potremmo pregare come ci insegnarono i nostri padri in tempi non sospetti: ‘Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori’.
Quanti tra i cristiani che recitano a pappagallo il Padre Nostro, senza capirne il significato, hanno mai sospettato che Dio volesse dirci proprio questo?
Che ogni tanto i debiti vanno azzerati e che, prima poi, il Grande Giubileo deve arrivare. Altrimenti sono guai.
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