Giulio Tremonti si è espresso poche ore fa presso al Centro Studi Americani, trattando argomenti cardine per il futuro dell’Italia e dell’EUropa. Fondamentali i passaggi in relazione al vacuum che si è creato in EUropa su alcuni argomenti chiave che la riguarderanno – assieme all’Italia – durante circa i prossimi 10 anni.
Chiaramente l’Italia sarà una pedina importante nello schema che andrà delineandosi nei prossimi mesi. Una pedina tanto importante da dover essere valorizzata in ambito continentale e globale, con la nuova Presidenza della Repubblica. Presidenza che dovrà giocoforza essere illuminata (…).
La perdita di peso specifico in EU da parte della Penisola – aggiungiamo noi – non è solo questione antistorica ma anzi rischia di scavallare degli equilibri di potere che sono e saranno fondamentali per garantire la pace in Europa.
Chiaramente la difesa EUropea va ripensata, come giustamente ammicca Giulio Tremonti. Anzi meglio detta, “bisognerà riflettere” sulla difesa EU, integrata in ambito NATO naturalmente.
Come ha aggiunto l’Amb. Massolo, presente all’evento, non è certo che l’Ucraina sarà mai della NATO, anzi – diremmo noi – resta storicamente improbabile. Chi spingesse, forse, per tale epilogo avrebbe altri schemi in testa; che vanno probabilmente nella direzione di rompere Yalta e non di mantenerla (…).
Forse una riflessione andrebbe fatta su, appunto, “cui prodest rompere Yalta” (leggasi: non sarebbe a diretto vantaggio della Russia; viceversa si favorirebbero i poteri ex coloniali Europei usciti sconfitti dall’ultima guerra mondiale, ossia da Yalta; poteri oggi a letto con il “nuovo arrivato”, che a Yalta manco c’era: la Cina, ndr).
La pillola del prof. Tremonti su PNRR e eurobonds incompiuti è basilare: un buon punto di partenza ma restano insufficienti (assolutamente, ndr).
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In conclusione il messaggio emerso durante l’evento parte dalla necessità di rivalutazione del ruolo strategico dell’Italia, con la nuova Presidenza della Repubblica. Passando per una NATO che integri la difesa EU. Pensate ad esempio che rischi si correrebbero a dare in gestione in toto la difesa EUropea (anche nucleare) agli stessi che hanno fatto un disastro inenarrabile nella crisi energetica Europea in corso, unico stato-continente dove c’è tale crisi, evidentemente frutto di fallace programmazione prima di tutto politica.
In ultimo è emerso chiaro il messaggio che questa EU non va òproprio a meraviglia nella gestione economica: PNRR e eurobonds sono solo il punto di partenza.
La domanda invece a cui non è stata data risposta è cosa succederà se l’EU franco-tedesca preferirà, “a choix”, andare da sola nella difesa EUropea; o se non volesse completare il cammino di integrazione economica iniziato con PNRR ed “eurobonds incompiuti”.
Certamente la figura di Giulio Tremonti non andrà sprecata nel prossimo futuro, dandogli anzi – per quanto ci riguarda – massimo risalto nella politica nazionale, al più alto livello Istituzionale. Non solo nel bene dell’Italia ma anche dell’EUropa, relazioni transatlantiche annesse.
Qui mi fermo per ovvie ragioni, anche di rispetto Istituzionale.
MD