Tutti avranno memoria della crisi scoppiata in Europa nel 2008 iniziata in USA con il fallimento della Lehman-Brothers, a seguito del problema causato dai mutui sub-prime nel 2007.
Ebbene sembra una storia grottesca, all’epoca dei fatti Hank Paulson, il segretario del tesoro americano, non potendo agire direttamente come mano pubblica, per via delle indicazioni politiche, aveva trovato un accordo con le grandi banche affinché comprassero Lehman, ormai prossima al fallimento.
Certo Lehman con il suo comportamento speculativo sui mutui sub-prime, in barba agli obblighi morali verso i correntisti, non era certamente un buon affare.
Quando gli accordi sembravano fatti, una banca inglese comunicò il suo distacco da questo progetto a causa di un veto imposto da Alistair Darling, consigliere dello scacchiere, cioè l’equivalente britannico di Paulson.
Paulson cercò disperatamente di telefonare a W. Buffett, uno degli uomini più ricchi del mondo, ma sfortunatamente non lo trovò.
Il finanziere era a cena con il fondatore di Google e sua moglie, e ormai fuori tempo massimo, quando seppe “dell’affair”, disse ci sarebbe stato il rischio di un suo parziale acquisto.
Barclays è sotto il controllo di una potente famiglia, già banchieri della Casa Reale britannica.
Sarà stata un caso la telefonata di Darling? Potrebbe aver ricevuto una telefonata a sua volta? Qui si entra nell’ambito delle ipotesi maliziose e certamente non vogliamo fare illazioni di nessun genere.
Il lettore potrà fare le sue valutazioni liberamente ed approfondire come ritiene opportuno.
Sta di fatto che quella scintilla innescò non solo il fallimento della banca, con la relativa perdita del posto di lavoro per i dipendenti, ma diventò una crisi mondiale che coinvolse milioni di persone.
[Approfondimenti su “L’altra Europa” pagg. 329 – 330 Paolo Rumor]
La crisi salpata dagli USA approdò in Europa e si tramutò in una recessione che ancora persiste, soprattutto nei cosiddetti paesi deboli, come l’Italia, dove è bene ricordare che all’epoca le nostre banche non hanno generalmente avuto problemi, perché non esposte ai quei tipi di strumenti.
E qui torniamo al sottotitolo, ma veramente possiamo credere che tutto questo sia stato un caso?
Certo una qualche incertezza e casualità ci sarà stata, ma è difficile pensare che non ci sia stata una via tracciata entro la quale far cadere gli eventi, un alveo nascosto, invisibile, ma efficace.
A tal proposito, G. Palast scrisse sul Guardian del 26 giugno 2012 che l’idea che l’euro avesse fallito sia perlomeno ingenua.
“L’euro sta facendo esattamente quello che il padre fondatore, e quel facoltoso 1% che l’ha adottato, previde e pianificò che dovesse fare.”
L’ideatore dell’euro, R. A. Mundell, spiegò al giornalista Palast che alla base della nostra moneta c’era la sua teoria delle aree ottimali, studi che gli valsero il nobel nel 1999.
“L’euro farà davvero il suo lavoro quando la crisi colpirà. La soppressione del controllo esercitato dai governi sulla loro moneta impedirà agli eletti del popolo di utilizzare quegli strumenti Keynesiani per far uscire il loro paese dalla recessione.”
Infatti senza questi strumenti il solo modo che resta agli stati è attuare una riduzione dei salari per rimanere competitivi e non piombare in una disoccupazione da rivoluzione civile.
Quindi spazzare via le regole sociali, privatizzare in massa industrie e servizi, buttare giù dallo scarico lo stato sociale sono le tappe di una strada che queste scelte economiche impongono implicitamente.
L’acqua per completare l’opera della sciacquone sarà gentilmente offerta dai compratori a saldo di ciò che era uno stato.
A sentire Mundell, tutto questo doveva essere propedeutico a convincere gli stati che solamente l’unione (Europea) avrebbe potuto risolvere i problemi, di conseguenza le nazioni avrebbero ceduto la loro sovranità in favore di un bene comune più grande.
Sembra però che non sia andata così, il perdurare delle sofferenze sociali ha fatto nascere l’idea che l’Europa non sia la soluzione, ed al posto di creare uno spirito unitario diffuso, si è creato uno spirito di rottura che porterebbe alla dissoluzione del progetto stesso.
Ancora mi domando e vi domando, veramente possiamo pensare che tutto questo sia solo un errore?
Grave magari, ma un errore in buona fede?
Ci viene naturale dubitarne.
Pandemie, guerre, crisi, sono veramente eventi casuali che il cielo ci manda per volontà di qualche capriccioso Dio, oppure c’è una struttura che disegna e pianifica?
L’orizzonte degli eventi è certamente nebuloso, ma si può anche affermare che certi giochi di potere non si fanno scrupoli a porre i loro guadagni davanti all’interesse dei popoli.
L’hanno fatto e ancora lo faranno fino a quando non incontreranno una consapevolezza diffusa e sufficiente grande da mettere nel ridicolo le loro scene da teatro dell’orrore.
Consapevolezza, questo è il nostro piccolo compito quotidiano.
R.Z.
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