Redazione: Abbiamo scritto più volte che la soluzione per il Venezuela sarebbe arrivata nell’ambito di un accordo globale fra Russia e Stati Uniti, che diversi segnali ci suggeriscono sia stato raggiunto, anche se non ne conosciamo i termini esatti.
Banale il tentativo di far apparire il ritiro dei contractors russi come una mera questione di soldi. Avendo il Venezuela le più grandi riserve petrolifere al mondo, uno swap contro petrolio non corre molti rischi d’inadempienza. Ma, per salvare le apparenze, va bene anche questa versione, senza che nessuno ci creda molto.
Crediamo che non ci siano più molte speranze per il regime di Maduro, anche se resterà storica la figuraccia di Bolton e Guaidò, sul cui futuro politico non punteremmo molte fiches. Un altro successo, forse, per l’Amministrazione Trump.
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Tyler Durden per Zero Hedge
Un importante Contractor russo se ne va dal Venezuela, ritirando la maggior parte dei consiglieri militari, in quello che sembra essere un forte segnale di disimpegno dalla difesa del governo Maduro.
Il Wall Street Journal ha scritto che si tratta di un durissimo colpo per il Presidente venezuelano – anche se il ritiro sembra motivato più che altro dalla mancanza di fiducia nella capacità di Caracas di pagare il conto – che potrebbe significare la perdita del suo più grande sostenitore internazionale.
Inoltre, arriva in un momento in cui gli Stati Uniti hanno ribadito la promessa di mantenere una forte pressione sul Venezuela, anche se il Cremlino ha continuato a condannare i “tentativi di colpo di stato sostenuti dagli Stati Uniti”.
Il WSJ riporta i seguenti dettagli:
“Il Contractor militare russo Rostec, di appartenenza statale, dopo aver addestrato le truppe venezuelane e aver promosso importanti contratti per la fornitura di armi, ha ridotto il suo personale in Venezuela a poche decine di persone, dal migliaio raggiunto al culmine della cooperazione fra Mosca e Caracas – ha detto una persona vicina al Ministero della Difesa russo”.
Il rapporto parla di un “ritiro graduale”, ma notevolmente accelerato negli ultimi tempi, citando alcune sue fonti per sostenere che sia dovuto alla “mancanza di nuovi contratti” e in modo particolare “alla presa d’atto che il regime di Maduro non ha più i soldi per continuare a pagare i servizi Rostec associati ai contratti precedenti”.
Il paese socialista, ricco di petrolio ma scarso di contanti, è da molto tempo in default sui pagamenti ai creditori internazionali, con molti miliardi dovuti alla Russia e alla Cina, cui lo swap petrolio-per-debito non è più in grado di tenere il passo, conseguenza della caduta della produzione di petrolio degli ultimi due decenni, ovvero dalla nomina a Presidente di Hugo Chàvez.
Tra i benefici che la Russia e la Cina hanno ricevuto, nei loro accordi prestiti-contro-petrolio con il Venezuela, ci sono i più grandi contratti per “difesa e tecnologia” dell’America Latina – il Venezuela è infatti il più grande cliente latino-americano della Russia.
Allo stesso tempo, Maduro ha cercato di “vendere” ai suoi potenti partner globali [Russia e Cina] di essere riuscito a respingere il totale isolamento e di aver rafforzato la sua reputazione interna sostenendo di avere il supporto necessario per resistere all’aggressione statunitense.
Ma, secondo il WSJ, il ritiro della Rostec mette grandemente in pericolo il precedente status quo:
“Il ritiro di personale sia permanente che temporaneo da parte della Rostec rappresenta una grave battuta d’arresto per Maduro. Egli ha spesso sostenuto che l’assistenza russo-cinese sia il segnale che alcune potenze globali siano disposte ad assisterlo, portando come prova il vistoso stallo nell’azione statunitense, conseguenza dell’impegno russo a difendere il Venezuela da qualsiasi invasione straniera”.
Mosca, certamente, continuerà a dare sostegno politico e morale a Caracas – forse schierando occasionalmente dei bombardieri a lungo raggio, come avvenuto lo scorso Dicembre – ma un tale visibile ritiro di tecnici e appaltatori militari russi sarà preso come un segnale, da parte di Washington, che la Russia e gli altri sostenitori esterni non prenderanno le difese di Maduro se durante il prossimo scenario di crisi – o se la pressione e gli sforzi militari degli Stati Uniti diventassero più muscolari – la fine del suo regime sembrasse inevitabile.
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Link Originale: https://www.zerohedge.com/news/2019-06-02/major-russian-defense-contractor-exits-venezuela-huge-blow-maduro
Scelto e tradotto da Franco
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