Berlusconi, di soppiatto, meno di un mese fa ha comprato circa il 9% della tedesca Pro-Sieben, una rete tedesca. A breve giro ha dunque deciso di fondere le sue attività spagnole ed italiane, con l’aggiunta della partecipazione tedesca, in una nuova entità. Tale aggregato italo-ispano-tedesco ha nei fatti giustificato la ridenominazione del gruppo in società europea di broadcasting, essendo autorizzato a spostare la sede in Olanda, dove i diritti di voti del blocco di controllo valgono doppio. Ovvero Berlusconi, l’unico che tra i miliardari continuava a pagare le tasse in Italia, sposterà anche lui la sede all’estero.
La domanda non è se sia lecito o meno fare questo – infatti è perfettamente lecito -, la vera domanda è chi resterà a pagare le tasse in Italia, in primis per pagare le pensioni (i cui maggiori percettori, in termini di pensioni elevate, sono i magistrati itaiani, ora capiteperchè sono così pro-euro, ndr). Meglio detta, sia FCA che Ferrari che Mediaset hanno il cuore delle loro attività nella Penisola; eppure le tasse vengono pagate all’estero. Anche la Ferrero, la grande Ferrero di Alba, ha attività produttive in Italia ma il cuore è in Lussemburgo, dove c’è il trading: là si acquistano i beni e le materie prime e si vendono i prodotti finali, ottimizzando fiscalmente. Perfettamente lecito. Il problema è che così facendo i dipendenti che lavorano in Italia a stipendio pagano il 50+% di tasse mentre l’azienda ne paga in generale molto meno, diciamo tra il 10 ed il 20%, tutto compreso. E tutto questo mentre le PMI italiane pagano di tasse anche il 70%….
Tradotto: chi paga le tasse in Italia, altissime, sono le PMI, o professionisti ed i dipendenti. Le grandi aziende, delocalizzando ed ottimizzando, pagano molto meno.
Parallelamente, emigrate le grandi aziende, terminato il motore a ciclo termico – sostituito da quello elettrico, per volere espresso dell’EU franco-tedesca, filiera che oggi da lavoro ad un numero smisurato di aziende nel nord Italia – le PMI italiane sono destinate in gran parte a sparire. Ovvero, le aziende che sopravviveranno in Italia saranno solo le grandi aziende ex partecipazioni statali, fino a quando la troika non arriverà e costringerà il Paese a vendere anche quelle. Chiedetevi chi pagherà le tasse che verranno inevitabilmente a mancare…
Facile prevedere l’indigenza per il Belpaese nell’arco di 5 anni al massimo. In tutto questo le soluzioni possono essere solo due:
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- cambiare il paradigma, ossia andare alla radice del problema attuale del Paese invertendo il trend della deindustrializzazione legata alla permanenza nell’euro, o
- imporre una mega tassazione per restarci.
Visto che anche la Lega dice ormai che dall’euro non si esce più, rinnegando le proprie promesse pre-elettorali, resta solo la mega-tassazione. Inevitabile, non ci sono alternative. Fate però conto che una megatassazione italica per i residenti in un ambito di debacle economica, di delocalizzazione di aziende sistemiche, di fallimenti stile Mercatone Uno, o di chiusura di Whirpool, porterà tasse altissime per quelli che restano e/o sono italianamente solvibili. Tassazione incrementale che causerà ancora minori consumi locali, ossia altra, ulteriore crisi. Unite a questo la crisi generale dell’export globale, vedi per i dazi di Trump, vedi per il minor vigore commerciale internazionale, vedi per la recessione prospettica e si capisce come la situazione italiana rischi di diventare esplosiva.
Il miniBOT sarà il patacon italiano? Nel caso, chi sarà il Domingo Cavallo italiano?
Ossia la megatassazione è ad un passo, restando nell’euro. Ed anche il Far West. Sappiate che se la crisi diventerà selvaggia i passi che il governo si troverà a dover giocoforza compiere saranno purtroppo pochi: tasse stratosferiche o riduzione dei costi statali. Visto che la voce di maggiore spesa dello Stato sono pensioni e Sanità, aspettatevi riduzione delle prestazioni INPS ed una sanità al collasso. E riduzione dei trasferimenti dello Stato, in generale. O la troika…
Restano i miniBOT, la scelta alternativa della Lega per restare al governo evitando di mollare la cadrega, appunto, alla troika: tali buoni fiscali saranno la panacea o la nemesi dell’Italia? Non dico nulla in riguardo. In ogni caso, visto che i miniBOT sono stati espressamente approvati come mozione alla camera da Forza Italia e PD, con giusta la mera sottoscrizione della Lega, con il fine di pagare i fornitori sostituendo gli euro dovuti ai fornitori con carta di nessun valore, almeno fuori dall’Italia (come faranno i fornitori a comprare i beni di importazione con detti miniBOT?), il rischio è altissimo che lo scopo del governo sia solo quello di sostituire gli euro in cui si sono indebitati con aria fritta, riducendo le passività a bilancio dello Stato per un egual ammontare.
Da questo ragionamento assolutamente cartesiano capite che il problema dei miniBOT sarà prima di tutto di coloro che tali miniBOT riceveranno in prima battuta, visto che dovranno poi disfarsene.
Mi sembra di aver capito che gli italiani vogliono i miniBOT, ossia vogliono dare fiducia a Salvini, Giorgetti & Co. sulla base della promessa che detti miniBOT saranno la salvazione per l’Italia. Bene, io non mi metterò di traverso. Ed infatti non spiego nè spiegherò nulla, nè le basi logiche e dottrinali dello strumento nè le implicazioni nè le conseguenze, non è il mio ruolo, sul blog.
Per non sbagliare state dunque alla ratio generale: o si resta nell’euro o si accettano tasse a dismisura, con o senza miniBOT.
Visto che la responsabilità sarà degli italiani, visto che vogliono restare nell’euro accettando i minoBOT, quello che succederà successivamente dovrà essere accettato senza lamentarsi. L’aspetto psichiatrico di tutto questo è che nessun italiano ha chiesto formalmente ai politici cosa significhi praticamente applicare tali ricette “vodoo” atte a restare nella moneta unica senza pagare formalmente il debito contratto e pur senza aumentare le tasse agli italiani (appunto, gli italiani sperano nel miracolo leghista).
Dunque, chi sono io per mettere in discussione tale miracolosa fiducia riposta nei governanti gialloverdi? Posso solo dire che chi scrive ritiene chiarissimo che la scelta migliore, l’unica scelta se si vuole preservare un minimo di benessere per l’Italia oltre che l’Unità nazionale, è prendere il toro per le corna uscendo dalla moneta unica senza artifizi, saldando (e non pagando) il Target2, ossia con un costo di ca. 150 mld, molto meno di quanto l’Eu vorrebbe far pagare all’Italia con la troika.
Gli italiani sapranno accettare le conseguenze delle loro scelte, io non vado oltre.
Mitt Dolcino
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