L’antica Roma cadde a causa dei tradimenti interni. Anche l’Italia rischia di fare la stessa fine, lo diciamo da tempo.
Oggi apprendiamo che la Francia di Macron, dotata di una faccia tosta di dimensioni abissali, candida Enrico Letta – che, ricordo, oggi lavora per la scuola dei servizi segreti francesi – a capo del Consiglio Europeo. Per ora i gialloverdi dicono no. Resisteranno?
Certo, qualche romano d’adozione – di attinenze nordiste – sono certo che sarebbe anche pronto a concedere la “grazia” al “nemico” letta, nonostante si sia schierato ripetutamente per i nostri avversari attuali, oltralpe. Ricordando che Enrico Letta è nipote del gran consigliere Gianni Letta, il consigliere massimo dell’ex Cavaliere.
Ricordiamo per altro che durante la reggenza Letta alla fondazione Nens, anche per il tramite della fantomatica figura di Lisa jeanne, venne paventata la necessità di vendere Finmeccanica…. ai francesi! Che caso!!
Or dunque, che Enrico Letta stia calmo: nè lui nè Matteo Renzi dovranno essere candidati dall’Italia per nessuna posizione in EU. Ci vogliono dei punti fermi: se Roma farà diversamente, se i leghisti in particolare autorizzeranno tale nomina (magari spinti dall’anima di Berlusconi, che come ben sappiamo può tutto nei confronti di Salvini, …), trarrete voi le conseguenze del caso.
Fattuale: chi attacca la Francia “dove fa male” è il M5S. La Lega NO, anzi è proTAV. Perchè Salvini, invece di far parole, non manda in aula la legge di ratifica del Trattato di Cessione di mare alla Francia (Caen)?
In tutto questo resta il dilemma sul perchè la Lega continui a voler concludere la TAV, che resta a vantaggio francese; infatti costa tantissimo, non è redditizia, è asimmetrica nei costi a svantaggio italiano e come indotto porta poco o nulla al sistema Italia (con lo stesso costo di potrebbero fare una decina di progetti a molto maggiore moltiplicatore). Che volete che vi dica, ci saranno i soliti interassi particolari, sinceramente non vedo altra spiegazione. In tutto questo non capisco nemmeno perchè non si decida di portare in aula la mozione per autorizzare, come da prassi, il Presidente della Repubblica ad approvare il trattato di Caen firmato dal filo-francese Gentiloni, dove è stato concordato, previa passaggio in aula, la cessione di mare italiano alla Francia: un semplice voto negativo in aula farebbe decadere il Trattato, per sempre. Perchè Borghi, che tanto sbraitava sul mare ceduto quando era all’opposizione, ora non fa nulla? Ed anzi dicendo che la prassi non prevede approvazioni in aula? (falso)
Bei tempi, quando Borghi all’opposizione mimava Bartali, “coi francesi che si incazzano, che le balle ancora gli girano…”
PS: Che si ricordi che chi scrive aveva i nipoti di Pietro Micca praticamente come compagni di banco, a scuola…
Viene da chiedersi a che gioco stia giocando Borghi e la Lega con la Francia, troppo accondiscendenti nei fatti. Sappiate nel caso che ho pronta documentazione a supporto su casi simili di approvazione di trattati internazionali di cessione territoriale, dunque so cosa sto dicendo (ossia si può dimostrare quale debba essere la prassi, ovvero che nel caso Borghi fa il “furbetto”, in questo caso specifico).
Dunque abbiamo il bicchiere mezzo pieno dei gialloverdi che non candidano E. Letta al Consiglio EUropeo (chapeau!) mentre dall’altra abbiamo i nostri romani che incredibilmente si piegano agli interessi francesi, quando invece non passa giorno che Parigi ci trattati come pezza da piedi. Se continua così bisogna cambiare passaporto, che senso ha continuare ad essere italiani quando i propri governanti pur potendo rispondere per le rime a chi ci insidia, non lo fanno?
Mitt Dolcino
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