Piccola riflessione sul comportamento politico attuale di Silvio Berlusconi, in apparente attivo boicottaggio del governo Meloni.
Chiaramente egli rappresenta – volente o nolente, volontariamente o meno – anche “degli” interessi, apicali: quelli della sua famiglia, che sta comprando Pro-Sieben tedesca, è in parola per una TV in Francia, ha una TV in Spagna. Ovvero punta alla EUropea.
Dunque, secondo voi con chi sta, Berlusconi? Forse con l’EU?
La logica dice infatti che potrebbe suo malgrado star in qualche modo/misura barattando l’Italia per i suoi interessi. Anzi, barattando la democrazia in Italia, chissà…. A guardare i fatti attuali, il dubbio esiste purtroppo. O sbaglio?
Chiaro, tedeschi e francesi usano il metodo della corruzione dei gerarchi locali da secoli, per approfittarsi dei paesi che diventano loro obiettivo, ne parleremo domani per la Francia. Dunque tale ipotesi, puramente ipotetica sottolineo, “Berlusconi al soldo dell’EU e contro gli interessi anglo“, anzi interessi ATLANTICI, non sembra del tutto campata in aria, ci potrebbe anche stare.
Peccato che tale posizionamento tradirebbe, nel caso, il suo Paese, i suoi stessi concittadini e pure Giorgia Meloni, che resta l’unica – e ultima – speranza patriottica del Paese.
Che poi Berlusconi abbia rapporti ottimi con Putin da Pratica di Mare non è un segreto: peccato non sapere se tali ottimi rapporti sono coincisi anche con business – diretti e/o indiretti – nel gas russo portato in Italia saltando l’accordo storico con ENI per cui Gazprom non sarebbe entrata in Italia da sola, nemmeno per interposta persona. O forse nessuno glielo ha mai chiesto….
Ecco, forse questa sarebbe una domanda da fare! Tutto legale nel caso, ben inteso…
Premettendo, in tutto questo, che chi scrive non è contro i russi, anzi, il contrario, noi puntiamo a riappacificare Russia e USA nel contesto di una rinnovata Yalta, vedasi oltre (l’ostacolo al riappacificamento riteniamo sia oggi l’EU franco-tedesca, ndr).
Resta il fatto che Berlusconi, per sua stessa essenza imprenditoriale, dà “da mangiare”, intendo stipendi, a molte famiglie, anche forse di gente che sta in politica, magari indirettamente. Dunque Berlusconi crocevia. Di interessi, chiarissimo, ci sta.
Ossia l’Italia ha gli Elkann, che fanno i loro interessi oligarchici. Ha Debenedetti che fa gli interessi del suo giro oligarchico. I Benetton, idem. Ed anche i Berlusconi. Ma, chiedetevi, chi pensa agli italiani?
Oggi siamo arrivati al bivio: se l’Italia sbaglia questo colpo, a breve gli italiani finiscono come la Grecia nel 2012, stessa storia di secoli.
Forse, come sto ripetendo da anni, varrebbe la pena rileggere con attenzione – e criticamente – i Promessi Sposi, ad esempio nella mirabile spiegazione del critico dell’ottocento, Francesco De Sanctis: per i Promessi Sposi si tratta di un’opera storica, che spiega perfettamente la storia del periodo in cui fu trasposta. E anche successiva, riflettendo la vita del Manzoni lombardo.
Inoltre i Promessi Sposi sono una denuncia: sulla corruzione dell’epoca in Lombardia, memento la Colonna Infame, in calce ai Promessi Sposi. Dove i potenti locali erano a letto con gli invasori stranieri, dunque si concedevano di sopraffare i concittadini locali, mentre gli stranieri si fregavano il resto.
Tradotto, la Lombardia che fu eretta a Capitale Morale dell’Italia, non si sa perchè (Ambrosoli fu uno a morire, ma quanti giudici siciliani sono morti combattendo per la giustizia? Ve lo rammenta uno del nord….), in realtà già ai tempi di Manzoni era corrottissima. Anzi, Renzo e Lucia furono gli esempi della persecuzione di un sistema, quello della nobiltà lombarda, che per sistema metteva sotto scacco la povera gente locale (Lucia era una bella figliola, dunque …). Una regione, lo rammento, la Lombardia del periodo, in cui anche la Chiesa locale era a suo modo corrotta, ma senza sporcarsi le mani, memento Don Abbondio (forse qualche parallelismo con il card. Schuster, che di fatto salvò i nazisti, andrebbe fatto…). Ovvero, la povera gente lombarda dell’epoca alla fine veniva salvata – si suppone – da un meridionale, Fra Cristoforo
Una Milano da bere del passato insomma.
In tale contesto il supporto alle persecuzioni erano strutturate su vari livelli, dove Don Rodrigo era quello più in basso: esisteva un malaffare per sistema.
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al LINK
Milano per altro fu il centro della mafia italiana, da fine anni ’50, quando Joe Adonis, il potentissimo e ricchissimo boss italoamericano, si dice addirittura ereditario di una parte della fortuna di Al Capone, venne mandato in Italia come premio per le gesta di Lucky Luciano in Sicilia contro i nazisti. Adonis era il più ricco e tra i più potenti: viveva in via Albricci a Milano. Dove visse per anni.
Cito:
“Indagini condotte tra il 1970 e il 1971 rivelarono come Adonis avesse ancora funzioni di “capo” mafioso e che la scelta di Milano come sua residenza fosse stata determinata da precise esigenze strategiche: la direzione del traffico internazionale di preziosi, soprattutto brillanti, con ramificazioni in Francia ed in Svizzera ed il coordinamento del contrabbando di stupefacenti.” (LINK)
Se non si parte da Adonis, la radice, non si riesce a capire cosa successe a Milano a partire dagli anni ’70. Fino a forse arrivare a Mangano (…).
Chiaro, qui nessuno dice Berlusconi sia mafioso, NESSUNO, ci mancherebbe! Piuttosto si preferisce sottolineare , il dubbio, come la sua personale etica rischi di portarlo a preferire i suoi interessi anche se a danno di quelli della comunità a cui dice di appartenere. Parlo del Berlusconi attuale naturalmente.
Nulla di diverso dall’epoca di Don Rodrigo in fondo, pensando bene al significato di vari eventi passati tra Arcore e gli outskirts del San Raffaele.
Ovvero nulla di illegale, ma che oggi – comunque – rischia di andare contro gli interessi NON solo di quello che dovrebbe essere il suo Paese ma anche e soprattutto di Yalta.
Solo così si spiega l’incredibile presa di posizione per una Ronzulli, ex infermiera, da far assurgere al ruolo di ministro. Della serie, verrebbe da dire, come meritocrazia e competenza, siamo già al tanto peggio tanto meglio, per il Paese, dopo Di Maio ministro? Forse…
Insomma, Berlusconi ha fatto il suo tempo e va messo da parte (anche per questioni anagrafiche, ndr).
Chiaramente molti potentati, molte fonti di ricchezza laterali per le famiglie di una certa politica, spariranno con la sua dipartita. Ma oggi il gioco è troppo grosso per non imporre una svolta: si rischia infatti, agendo altrimenti, di far terminare l’Italia.
Ed anzi di ridiscutere gli effetti della sconfitta nazista nella WWII. E’ troppo.
Amici americani ci chiedevano esplicitamente, settimane fa, con chi sarebbe stato Berlusconi: adesso lo sappiamo. Dunque Berlusconi va messo da parte, ora se ne ha la conferma.
MD
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