Avete notato che sia l’ONU che Soros si sono scagliati contro i tassi in salita da parte della FED?
Certo, i tassi in discesa dell’era Obama fecero accumulare enormi ricchezze alle elites globaliste. Oggi i tassi in salita fanno invece arricchire relativamente gli USA come sistema ma senza far accumulare ricchezza nelle tasche dei soliti noti, che infatti si lamentano, parlo dei globalisti/persone fisiche.
In realtà ieri Jay Powell ha fatto un passo oltre: ha detto che l’inflazione non è l’unico metro per decidere se far salire i tassi. Da ieri c’è anche la disoccupazione, ossia l’indisponibilità di manodopera. Minore sarà tale disponibilità, maggiore inflazione verrà implicata e dunque tassi in salita ulteriore.
Sappiate che questo è il più grande game changer degli ultimi 10 anni. Il motivo è semplice: il progetto globalista incentrato sull’euro, ossia Davos, punta alla sostituzione del dollaro come valuta di riferimento globale. Per compensare a tale modifica di assetto la competitività EU deve essere fatta aumentare, con un mix di nuove tecnologie e minori costi in generale.
Ovvero anche con la depopolazione, visto che gli anziani improduttivi costano solo. Il motivo è semplice: l’EU è deflattiva per natura, salgono inflazione ossia tassi e salta tutto, in EU. Forse in tale contesto abbiamo inquadrato la follia del COVID come strumento per imporre dei vaccini non testati in modo canonico dall’EMA ovvero con l’enorme rischio talidomide correlato, danni collaterali e morti improvvise incluse, nel caso.
Dunque, ecco perchè l’inflazione e i tassi in salita fanno bene agli USA, che hanno tutto: materie prime, mercato popolazione in crescita; mentre uccidono l’euro.
Stante che, come i sieri COVID sembrano dimostrare , la depopolazione selettiva in EU sarà vieppiù la pietra angolare dei prossimi anni per ridurre i costi nel vecchio continente, il fatto di introdurre il concetto di maggiori tassi in forza di minore disponibilità di lavoratori soprattutto esperti cambia il paradigma.
Anche perché nei prossimi anni gli USA faranno una concorrenza spietata alle risorse umane pregiate soprattutto europee, visto che i cinesi verranno tagliati fuori. Dunque, per molti anni l’EU avrà tensioni rispetto alle risorse umane di pregio, che scapperanno all’estero, parlo di gente formata. Lo capirete più avanti.
Resta che i tassi in USA salgono e ciò costringe la BCE a fare lo stesso.
Dunque, non è questione se i paesi europeriferici ad alto debito – e fuori dai giochi delle policies costantemente asimmetriche EU – faranno crack: solo questione di quando!
Ad esempio, un aumento dei tassi del 2%, come è il caso quest’anno, sostenuto fino a metà 2023, si può stimare comporterà una salita del costo del debito del 50-60% circa. Ovvero, 40-50 mld € annui di extra costi da debito, per i prossimi decenni.
Se ci aggiungete l’inflazione chiaramente taroccata al ribasso, per fare vedere una crescita del PIL (reale) che in realtà non c’è, lavorando sul deflattore del PIL appunto taroccato, capite che è solo questione di tempo prima che il castello crolli miseramente, vedasi oltre.
Diciamo che a fine 2023 tutto dovrebbe essere pronto: inflazione entrata in circolo, richieste di aumenti salariali, aziende non in gradi di pagare in più o lavoratori, impossibilità delle famiglie di arrivare a fine mese, parametri di Maastricht da rispettare…
Tradotto: rivolte sociali, criminalità alle stelle, crollo etico. E stranieri a cercare di spolpare ad es. la Penisola.
Discorso cartesiano, solo questione di tempo.
Va infatti atteso anche un crollo degli immobili in Italia, soprattutto quelli di minor pregio: a tassi impliciti di ipoteca via mutuo oltre il 5% si fermeranno anche le compravendite immobiliari. Ossia un crack bancario con fallimenti al seguito è nelle carte.
La depressione inflattiva insomma è davanti a noi, solo questione di qualche mese (nessuno osa pronunciare la parole depressione).
La fine dell’euro dunque, partendo dai paesi europeriferici assolutamente non in grado di sopravvivere onorevolmente allo tsunami 3D in arrivo, è solo questione di tempo. Ben sapendo che la FED è di mazzo e dunque saprà lei quando far invertire la curva delle aspettative, ossia anche il valore del dollaro, SENZA ABBASSARE I TASSI: basterà una parole messa bene nel prossimo speech della FED.
Noi scommettiamo ciò succederà precisamente quando l’inflazione EU entrerà in circolo sotto forma di richieste di aumenti salariali/dimostrazioni violente di piazza/crollo dei consumi (il petrolio, dove gli USA sono il PRIMO PRODUTTORE MONDIALE, sarà di supporto al piano, statene certi, ndr).
Ovvero, la BCE dovrà SEMPRE correre dietro all’America, che intanto farà schiantare l’EU.
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Eccoli di nuovo, sempre i TEDESCHI!
Vogliono riproporre a danno delle FAMIGLIE ITALIANE il piano Capaldo&Cassese, la patrimonialona differita sugli immobili
Con ipoteca di legge al seguito
Sappiamo già dove vogliono parare!@GiorgiaMeloni lo spieghi agli italiani@FratellidItalia https://t.co/FMTIs9rgOm— mittdolcino.com (@mittdolcino) November 2, 2022
Nel contesto, la reazione franco-tedesca, ossia dei globalisti, ovvero di Davos, è assolutamente prevedibile: cercare di fare il sacco dei paesi europeriferici che:
– con la loro protesta possono fracassare l’euro
– che con le loro dimensioni possono fracassare sia l’EU che l’EUro
– che con le loro proteste possono causare confronti sociali, che possono diventare bellici, all’interno dell’Unione Europea
In due parole, l’Italia è da spolpare prima che possa mettere a repentaglio l’esistenza dell’euro.
Da qui le rinnovate pressioni per la patrimonialona, ovvero la confisca dei beni delle famiglie del sud- Europa.
Vi ricordo cosa è la proposta Cassese/Capaldo di patrimoniale differita sugli immobili. La trovate QUI. In buona sostanza si tratta, come proposto recentemente da fonti tedesche, di mettere una tassa del 10% o 15% su TUTTI gli asset fisici degli italiani, case incluse.
Nel caso degli immobili si tratterebbe di mettere una ipoteca di seconda sugli immobili degli italiani a compensazione di un’imposta futura, alla prima transazione sull’immobile stesso (successione, donazione, cessione ecc.). Una vera e propria confisca insomma, ma a termine.
Sappiate solo che, con Enrico Letta ad insegnare a Parigi, e con Cassese come fido tecnico sempre amorevole coi francesi, Parigi addirittura propose ufficialmente, come STATO FRANCESE, la stessa imposta da applicare all’Italia fin dal 2017.
Ovvero, restando nell’euro gli italiani verranno spogliati, inevitabile.
La nostra risposta ai tedeschi che vogliono la confisca dei beni delle famiglie italiane per salvare l’Euro, ossia Parigi e Berlino…
Da qui la scelta? Si resta nell’euro, a farsi confiscare la casa? O se ne esce, con il supporto USA?
La nostra posizione l’abbiamo espressa bene ieri su Twitter, ieri, ai commentatori tedeschi.
Inutile commentare oltre.
L’EU è cd. “fottuta” e può solo diventare anche formalmente di nuovo nazista per cercare di evitare la fine dell’euro, EU a seguire.
MD