Girano voci a Roma di un nuovo partito, da ottobre, in cui far confluire chi non tocca palla soprattutto lato Giorgia Meloni, che governa il partito con fare – si dice – dittatoriale. A cosa servirebbe tale veicolo politico?
In breve, tutti sono coscienti che esiste una enorme parte dell’elettorato che è contro i migranti, contro la deriva socio-economica, contro le leggi liberticide ad es. da lockdown. E contro le tasse, folli, ma necessarie per restare nell’euro.
La maggioranza degli italiani sembra per altro anche infuriata con una certa EU, che poi è quella di Eva Kailli, la bella guagliona che sembra si faceva il contante sottobanco, questo almeno sembrerebbe dalle indagini in corso (lei resta saldamente in galera in Belgio, più i piddini italiani coinvolti nello scandalo delle ONG).
Dunque, qualcuno forse ha pensato, in Italia, magari tra i trombati e/o arrivisti della politica, “c’è un bacino enorme di voti da arraffare“.
E qui torniamo al paradosso dei miniBOT: servono per restare nell’euro o per uscirne? Se servono per uscirne, per noi ottimo strumento. Peccato che, come emerso recentemente dalle posizioni della Lega, in contrasto con la retorica al contorno, argomenti diventati ad esempio per bocca del fido Centinaio, plenipotenziario economico della Lega, i migranti sembrano essere diventati fondamentali per il successo economico del paese. Mentre una volta….
Insomma, un nuovo partito servirebbe solo per illudere di nuovo gli italiani.
Chiaro, ne verrà fuori un altro, visto che – altrimenti- in pochi andranno a votare . O forse si punterà diretti al golpe elettorale: chi crede davvero che gli italiani siano passati da un 35% a Renzi, poi ad un 35% alla Lega, a nel durante a numeri bulgari al M5S a finalmente Meloni al 30% in cinque anni?
Io no, non ci credo, per inciso. Quindi certamente non sarò tra quelli che si faranno convincere da un nuovo partito fatto da trombati in cerca d’affetto e di cedolino. Anche perchè ho più di mille ed un dubbio… Ritengo infatti che le elezioni italiane siano con massima probabilità taroccate da anni, lo ammetto.
Resta il problema di fondo: abbiamo perso in nord!
Ovvero restando in EUropa, c’è stata deindustrializzazione tanto profonda da mettere a rischio le filiere, ad esempio quella sull’acciaio.
Si sono fatti errori enormi sull’auto elettrica, uccidendo la componentistica locale tipicamente termica.
L’energia è stata pur anche trascurata, ovvero causando aumenti spropositati dei costi energetici che non sono più riassorbibili strutturalmente. Se non facendo arrivare migranti a basso costo e senza crediti INPS, i più ignoranti possibile. Ovvero suicidandosi a termine, visto che così si fa scappare know how e soprattutto si predilige manodopera di basso potenziale.
Se poi aggiungiamo che le persone italiane preparate se ne vanno all’estero, magari tornando nella penisola solo per vacanze, si capisce come la ricetta sia mortale a termine per il paese.
Purtroppo, tale ricetta fu troppo spesso cucinata negli anni proprio dagli stessi trombati che oggi vorrebbero fare un nuovo partito…
Se poi aggiungete che l’EU stessa è insostenibile per l’Italia, come costi e sacrifici alla luce i quello che si ottiene (manco protegge più dall’inflazione, ndr), è solo questione di tempo prima che l’Italia faccia crack.
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Infatti un paese dove il numero dei lavoratori è inferiore al numero di pensioni erogate resta insostenibile. A meno o di tagliare il numero dei pensionati (si chiama selezionare/depopolare i vecchi e gli inutili, di questo si tratta, soprattutto se consumano risorse sanitarie e di welfare, ndr).
O tagliando i costi strutturali, minori stipendi, minori pensioni anche e soprattutto via inflazione non compensata. Magari taroccata negli indici, che è anche peggio.
Come capite non se ne esce.
Il problema a è che a Roma e Milano, due facce della stessa medaglia, fanno finta di non accorgersene.
Dunque la bomba sociale è pronta ad esplodere, coi migranti pronti a ribellioni seriali, solo questione di tempo. Molto probabilmente pilotate dall’estero. Ed i francesi da sempre pronti a portarsi via un pezzo d’Italia.
Resta il gigante americano coi piedi d’argilla, l’ultimo tutore italico rimasto a disposizione ma anche e soprattutto in difesa dei suoi interessi, oggi Washington per altro sotto attacco da parte di una Gladio globale che sembrerebbe essere stata esportata oltreoceano.
Dunque, stanti i gravi errori del governo Meloni in politica interna ed economica, dove Berlusconi collega tutti i fili visto che molte famiglie politiche milanesi e romane sono a libro paga, non aspettatevi cambiamenti prossimi politici rilevanti venturi, nemmeno con un nuovo partito di trombati senza idee.
In tale contesto l’asse economico Russia-Germania pro North Stream, ossia per cancellare MacKinder e Yalta d’un sol colpo, contrapposto al potere tradizionale anglo anche in Europa, con un confronto sempre più palese e “caldo” non potrà che causare sfracelli ovunque, in EUropa.
Ben sapendo che forse oggi, in Italia, non si è poi così lontani da quello che era la vita nel nord Italia durante la RSI: gerarchi del regime nazi-europeo che facevano/fanno propaganda, chiedendo sacrifici, argomentando balle. Ma con frigoriferi pieni e conti bancari grassi, avendo come contraltare “ignorante” una popolazione morente ed affamata, da irretire.
La guerra civile che seguì, ai tempi, non fu dunque un caso, post debacle nazista, ma una normale conseguenza di cotanto odio accumulato.
Anche oggi non si farà eccezione, ritengo, ma più avanti.
Dunque, supportare un tale partito utile solo a dare una cadrega a qualche arrivista, non serve assolutamente a nulla. Meglio, se non boicottarlo direttamente, certamente non supportarlo.
Servirebbe infatti un partito di programma, etico, senza cadreghe annesse, per fare solo il bene del Paese. Ovvero senza tradire gli elettori come ad esempio riteniamo fece Antonio Maria Rinaldi (che, sottolineamo, resta saldamente in quota Lega, quanto meno fino ai risultati della prossima tornata elettorale Europea, eh eh eh) , col suo piano B per l’uscita dall’Euro. Poi diventato, appena eletto all’europarlamento, nella sua intervista a Il Foglio, in virgolettato, “mai detto che volevamo uscire dall’euro“…
In Italia, tale speranza è una mera illusione, oggi…
Meglio una fine rapida dunque, almeno si può sperare di ripartire (sperando di aver sposato la causa giusta, noi in buona fede quella atlantica).
MD