Redazione:
Abbiamo questa fonte pronta, da tempo. Ritenevamo però i tempi non fossero maturi per pubblicarla, consci del disastro di effetti collaterali vaccinali in arrivo. Sul sito del Brownstone Institute, in Texas, comparve 2 anni fa, circa, questa splendida analisi fatta da un importante nome de plume, … , che collegava in termini devo dire cartesiani lo sviluppo del vaccino PFIZER anti-COVID (Comirnaty), la base di ogni siero COVID oggi disponibile, ad un progetto strategico dello Stato tedesco.
Sostanzialmente emerge prepotente come il progetto di tale vaccino sia stato davvero un progetto statale tedesco, finanziato con soldi pubblici fin dal 2007. E poi promosso ai massimi livelli nel mondo, con un accordo, si noti bene, di commercializzazione, con Pfizer, molto vicina famigliarmente ad Ursula Von der Leyen, le cui attinenze famigliari naziste sono ben note (…).
Chiaramente l’ultimo atto avvenne in parallelo con la caduta di Trump, prima indebolito dal COVID e poi abbattuto dalle proteste di Capitol Hill, dopo una elezione che a molti appare ancora assai dubbia: l’esplosione del virus portò alla necessita’ (indotta) di vaccini, sebbene non testati in modo canonico dalle autorità sanitarie mondiali (…).. Faccio solo notare che le proteste di Capitol Hill emergono oggi essere stato molto probabilmente organizzate ad arte, work in progress, forse proprio per tenere Trump fuori dalla corsa presidenziale.
In realtà l’ex presidente USA aveva promesso, se rieletto, di terminare le emergenze COVID; evidentemente sapeva molte cose, da Presidente.
Oggi sappiamo invece che il deep state globalista è riuscito a non farlo diventare presidente (in tipico stile babilonese direi, ndr): peccato che Biden stia mandando avanti l’agenda trumpiana, evidentemente il collante, i militari USA, restano a fare il loro sporco lavoro di tutela del Paese (…).
Siamo dunque alla resa dei conti: sembrerebbe che una seconda Capitol Hill/elezione 2020, non debba accadere. Dunque Trump sembra spinto verso la Casa Bianca. E’ giunto quindi il momento di chiarire alle masse chi abbia sviluppato, materialmente, il vaccino COVID, in modo che – per i posteri – siano chiare le responsabilità. E le conseguenze.
Come è chiaro che una certa qual punizione per chi affossi un presidente USA meriti attenzione, come meritò attenzione marziale la caduta di Nixon, con mille conseguenze globali (Patto di Camp David su tutti, ndr).
Sembrerebbe che la sfida tra EUropa ex coloniale, mai amica degli USA, e Washington, vincitore di facciata della WWII e se vogliano anche della WWI, sia in corso. E’ infatti palese che la guerra in Ucraina serve ad altro, visto che sta devastando prima di tutto la Germania e la Francia (alleate per lo stesso fine con Pechino, ndr), una colpita dall’interno, economicamente, l’altra dall’esterno, in Africa. E negando l’agognato take over dell’Italia, addirittura bramato a Parigi.
Io vi domando: e se il progetto vaccini COVID, per cui l’epidemia COVID fu funzionale, fosse parte di un grand piano che ha al centro l’EUropa fu di Vichy? Intendo, con gli stesso valori (nazisti)…
Pian piano ci arriveremo.
Una nota metodologica: i link sono solo sul sito originale, dovete dunque andare a reperirli là; fate attenzione che alcuni link dello Stato tedesco, link ufficiali, sono stati cancellati, proprio dagli enti tedeschi. Questo per farvi capire il livello della tresca.
MD
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Il monopolio dei vaccini di Pfizer/BioNTech: i retroscena
Di Robert Kogon – 15 NOVEMBRE 2021
Bronwnstone Institut (brownstone.org)
Fonte dell’articolo: al LINK
L’idea che i mandati per i vaccini e le relative misure per obbligare alla vaccinazione siano il prodotto dell’influenza di “Big Pharma” sui governi è un luogo comune tra i critici di tali misure. Inoltre, con il vaccino Pfizer che passa da un successo normativo all’altro e che domina sempre di più il mercato del vaccino Covid-19 sia negli Stati Uniti che nell’Europa continentale (per non parlare di Israele, la cui campagna di vaccinazione è stata composta quasi esclusivamente da Pfizer), è chiaro che ciò che si intende veramente oggi per “Big Pharma” deve essere Pfizer e solo Pfizer.
A seguito della copertura mediatica negativa degli effetti avversi (in particolare la trombosi) e, in alcuni casi, dell’intervento normativo da parte delle agenzie di controllo nazionali, entrambe le altre alternative di “Big Pharma”, AstraZeneca nell’UE e Johnson & Johnson nell’UE e negli Stati Uniti, sono state relegate al rango di attori minori al di fuori del Regno Unito.
Sembra che, almeno in Occidente, si stia andando verso un monopolio virtuale del vaccino Covid-19 per Pfizer. Anche il vaccino Covid di Moderna – un’azienda che notoriamente non aveva mai portato un farmaco sul mercato in precedenza e che quindi difficilmente potrebbe essere descritta come “Big Pharma” – è sempre più sotto esame per aver causato miocardite nei giovani maschi e il suo uso è stato limitato in diversi Paesi EU.
Pfizer, al contrario, è rimasta intonsa. Questo anche se la miocardite è un effetto avverso ampiamente segnalato e ufficialmente riconosciuto di entrambi i vaccini mRNA, Moderna e Pfizer, anche se una recente analisi statistica del CDC non ha riscontrato alcuna “differenza significativa” nelle miocarditi segnalate tra i due vaccini per i maschi di età compresa tra i 18 e i 25 anni, e anche se è dimostrato che Moderna fornisce una protezione più duratura (l’efficacia del vaccino è addirittura doppia rispetto a quella di Pfizer a distanza di sei mesi, secondo questo recente studio [p. 11]).
Quale prova maggiore del potere smodato di “Big Pharma”, cioè di Pfizer, potrebbe esserci? Ma se Pfizer non dominava il mondo due anni fa, come ha fatto a dominare il mondo oggi?
Inoltre, come molti americani avranno scoperto solo quando l’approvazione completa del vaccino “Pfizer” da parte della FDA è stata data non a Pfizer, dopo tutto, ma a BioNTech Manufacturing GmbH di Mainz, in Germania, l’effettivo sviluppatore del cosiddetto vaccino “Pfizer” è proprio il partner tedesco di Pfizer, BioNTech.
Questo è già evidente dal nome in codice del vaccino: BNT162b2. Inutile dire che “BNT” non sta per Pfizer. Anche l’accordo di collaborazione tra le due aziende chiarisce abbondantemente che BNT162b2 è il vaccino di BioNTech. Pertanto, oltre ai propri ricavi diretti dalle vendite del vaccino, BioNTech riceve da Pfizer “fino a pagamenti di royalty a due cifre” sulle vendite del vaccino nei territori assegnati a Pfizer.
A ciò si aggiungono “120 milioni di dollari in pagamenti iniziali, azionari e per la ricerca a breve termine e fino a ulteriori 305 milioni di dollari in potenziali pagamenti di milestone per lo sviluppo, la regolamentazione e la commercializzazione“. (BioNTech, tra l’altro, ha un accordo simile con Fosun Pharma per la commercializzazione del suo vaccino in Cina.
Ora, lungi dall’essere “Big Pharma”, prima dello scoppio della pandemia di Covid-19, BioNTech era ancora, in effetti, una piccola start-up in difficoltà che, come Moderna, non aveva ancora portato un prodotto sul mercato. Il rapporto annuale 2019 presentato da BioNTech alla SEC descrive l’azienda come segue: “Siamo una società biofarmaceutica in fase clinica senza prodotti farmaceutici approvati per la vendita commerciale”.
Il documento continua con franchezza: “Abbiamo subito perdite significative sin dall’inizio e prevediamo che continueremo a subire perdite significative per il prossimo futuro“. Così, nel 2° trimestre del 2020, BioNTech ha registrato solo 41,8 milioni di euro di ricavi (non di prodotto) e perdite più che doppie (88,3 milioni di euro). Grazie al vaccino Covid-19, invece, un anno dopo, nel 2° trimestre del 2021, il suo fatturato era schizzato a 5,31 miliardi di euro – un aumento di oltre 100 volte! – di cui più di tre quarti (4 miliardi di euro) sono profitti.
Come ha dichiarato a Reuters l’economista Carsten Brzeski della banca olandese ING, BioNTech è passata “da 0 a 100 in un solo anno”. I risultati del terzo trimestre recentemente annunciati da BioNTech mostrano un fatturato stimato di oltre 6 miliardi di euro e profitti lordi di quasi 4,7 miliardi di euro.
La storia di come BioNTech sia passata da zero a eroe è una pura storia di interventismo governativo e di sussidi. Il governo tedesco ha infatti sostenuto la fondazione di BioNTech. È stato infatti il governo tedesco a identificare le biotecnologie come un importante settore in potenziale crescita e, nel 2005, a lanciare un programma di finanziamento il cui scopo esplicito era quello di promuovere le start-up biotecnologiche basate sulla ricerca accademica: la Gründungsoffensive Biotechnologie – in breve, la “Offensiva per le start-up biotecnologiche” – o “Go-Bio”.
L’idea, come spiegato qui (link in tedesco), è di fornire fino a due cicli di sostegno: una prima sovvenzione a un gruppo di ricerca con un progetto commercialmente promettente e poi, se il gruppo di ricerca riesce a fondare un’azienda basata sulla sua ricerca, una seconda sovvenzione alla start-up.
BioNTech è stata una delle aziende nate sotto l’egida del programma Go-Bio. Nel 2007, Go-Bio ha dapprima erogato una sovvenzione di 1,2 milioni di euro per la “Fase I”, per sostenere la ricerca del fondatore di BioNTech, Ugur Sahin, presso l’Università di Magonza, sullo sviluppo di trattamenti antitumorali,
e ha poi proseguito con una sovvenzione di quasi 3 milioni di euro per la “Go-Bio Fase II” alla neonata BioNTech RNA Pharmaceuticals GmbH nel 2010. (Per i dettagli, in tedesco, vedere qui).
Negli anni successivi, BioNTech avrebbe continuato a godere del sostegno pubblico: sia da parte del governo statale della Renania-Palatinato, di cui Magonza è la capitale, sia come membro di spicco di un cosiddetto “cluster” di aziende e istituti di ricerca della regione di Magonza che dal 2012 al 2017 ha ricevuto 40 milioni di euro di sostegno (link in tedesco) dal Ministero federale tedesco dell’Istruzione e della Ricerca. Il cluster è denominato Cluster for Individualized Immune Intervention o “Ci3”. I presidenti del Ci3 sono Özlem Türeci, moglie di Sahin e direttore medico di BioNTech, e Christoph Huber, cofondatore di BioNTech.
Ma il flusso di manna pubblica verso BioNTech è aumentato in modo massiccio l’anno scorso, quando lo scoppio della pandemia di Covid ha offerto all’azienda l’opportunità di passare dai suoi sforzi, fino ad allora infruttuosi, di sviluppare trattamenti antitumorali a base di mRNA allo sviluppo di un vaccino a base di mRNA contro Covid-19.
Secondo questa cronologia pubblicata dall’emittente pubblica tedesca SWR, BioNTech aveva già contattato l’agenzia regolatoria pubblica tedesca per i vaccini, l’Istituto Paul Ehrlich, in merito ai suoi piani di sviluppo di un vaccino contro il Covid-19 nel febbraio 2020 – in un momento in cui in Europa emergevano per la prima volta notizie sparse di infezioni locali da Covid-19 e prima ancora che l’OMS dichiarasse l’esistenza di una pandemia!
Ad aprile, i test clinici erano già in corso! (Il 15 settembre, il governo tedesco ha annunciato che avrebbe concesso a BioNTech 375 milioni di euro in sovvenzioni (link in tedesco) per sostenere il suo vaccino Covid-19. La Banca Europea per gli Investimenti aveva già stanziato 100 milioni di euro per il finanziamento del debito. Il finanziamento tedesco non deve essere rimborsato.
Ma con un’aliquota media di imposta sulle società di circa il 30% in Germania e un’aliquota federale effettiva di quasi il 16%, il governo tedesco prevede di ottenere un buon ritorno sul suo investimento. Secondo le attuali proiezioni dell’azienda, BioNTech dovrebbe avere 16-17 miliardi di euro di ricavi da vaccini Covid-19 per il 2021.
Già dopo l’annuncio dei risultati del 2° trimestre di BioNTech, l’economista tedesco Sebastian Dullien ha calcolato che i ricavi di BioNTech rappresenteranno da soli circa lo 0,5% del PIL tedesco e quindi rappresenteranno una crescita dello 0,5% del PIL tedesco, dato che in precedenza BioNTech non contribuiva sostanzialmente al PIL tedesco! BioNTech da sola rappresenterebbe quindi circa 1/8 della crescita del PIL tedesco prevista per il 2021.
Questi calcoli si basavano, tuttavia, su una previsione di ricavi leggermente inferiore e su una crescita del PIL significativamente superiore. Sulla base dell’attuale previsione di crescita tedesca del 2,4%, BioNTech da sola rappresenterebbe più di 1/5 della crescita tedesca. Secondo i dati finanziari più recenti, inoltre, la fattura fiscale dell’azienda per il 2021 ammonta a oltre 3 miliardi di euro.
Il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen consegna il premio Atlantic Council Distinguished Business Leadership Award al presidente e amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla il 10 novembre 2021.
Per quanto si parli del potere di Big Pharma, il vaccino Covid-19 che sta diventando lo standard in tutto il mondo occidentale ha uno sponsor statale molto più potente e lo sponsor statale è la Germania. Ciò solleva questioni particolarmente ovvie e spinose per l’Unione Europea, dove i contratti per il vaccino per tutti i 27 Stati membri sono stati negoziati da una Commissione europea guidata dall’ex ministro della Difesa tedesco Ursula von der Leyen.
(La Commissione è stata assistita da un “team di negoziazione congiunto” che rappresentava sette Stati membri, tra cui la Germania [vedi qui, alla voce “Negoziati sui vaccini”]; il che significa che la Germania stava, di fatto, partecipando ai negoziati con il proprio protetto. Forse non sorprende che il maggior volume di dosi sia stato ordinato nientemeno che da BioNTech/Pfizer [vedi qui alla voce “Quali sono stati i risultati…”].
Ma poiché la Germania è in grado di amplificare il suo potere e di proiettarlo su scala globale proprio attraverso l’Unione Europea, la sponsorizzazione tedesca del vaccino BioNTech/Pfizer solleva anche problemi per il mondo intero.
Robert Kogon
[Correzione: L’articolo precedente cita erroneamente un comunicato stampa di BioNTech del 2018 su un accordo di collaborazione BioNTech-Pfizer precedente a Covid, quando si parla dei pagamenti di royalty (e di altro tipo) da parte di Pfizer a BioNTech. Secondo i termini dell’accordo di collaborazione BioNTech-Pfizer per il vaccino Covid-19, BioNTech non riceve da Pfizer “pagamenti di royalty fino a due cifre” sulle vendite del vaccino, ma piuttosto il 50% dei profitti di Pfizer su tali vendite. Per ulteriori dettagli, si veda il mio articolo più recente “50-50 Split: BioNTech e l’illusione di Pfizer”. Inoltre, l’articolo ha calcolato il potenziale contributo di BioNTech alla crescita tedesca nel 2021 sulla base di una stima di Sebastien Dullien e di proiezioni di crescita e ricavi rivisti. Alla fine, i 19 miliardi di euro di ricavi di BioNTech nel 2021 rappresenterebbero quasi il 10% della crescita tedesca].