In un intervento a un libro a cui ho contribuito scrissi che il sovranismo non ha radici essendo mera protesta (…), nata nelle more di un contesto socio-storico-economico critico per la tenuta democratica del Paese e, perché no, del sistema capitalistico occidentale (ricordo infatti che il “secondo molti” futuro dominus, la Cina, resta un paese NON democratico, ma fondamentalmente proto-comunista e semi dittatoriale). A causa dell’assenza di radici ideologiche, che vanno elaborate ed impiantate, il supporto popolare per il sovranismo è e resterà assai volubile. In questi giorni abbiamo innanzi la conferma dell’analisi succitata, con il supporto popolare per il governo in crollo verticale a seguito di una manovra economica che dire sciagurata è dir poco (temo che quando i simpatizzanti ne sperimenteranno gli effetti pratici ci sarà una vera e propria debacle nei consensi, ndr). Dunque, la manovra giallo-verde ha tradito le aspettative dei votanti, scontentando tutti. Il messaggio peggiore del governo – e della Lega in particolare – non è stato cedere via a vis con l’EUropa franco-tedesca ma il modo in cui l’ha fatto: non è infatti possibile considerare l’epilogo, una manovra dettata da Bruxelles, come un fatto positivo. Infatti non lo è. Sarebbe stato più semplice – logico, oltre che fattuale – dichiararsi pubblicamente impotenti chiedendo fiducia e supporto al Paese, con la promessa di rivedere le cose appena possibile. O magari – assolutamente possibile – spiegare alla gente che si è stati ricattati (come Paese? Personalmente?) e quindi bisognava “momentaneamente” cedere. Invece si è deciso di camuffare il deficit iniziale al 2.4% con un tragico 2.04% di fantozziana memoria (si dice che l’artefice della “trovata” sia un ex concorrente del grande fratello cooptato nella fila governative, ho detto tutto sul “cambiamento in corso”, …); solo per essere poi sbertucciati dal Moscovici di turno con la richiesta di scendere ulteriormente sotto il 2%, con annessi ritardi nell’approvazione della manovra tra Natale e Capodanno sperando che gli Italiani fossero meno attenti ai dettagli – infatti è stato così, chissà se anche questa trovata è pentastellata, … -. Siate consci che questa è la ricetta perfetta per il disastro. Infatti il cedimento c’è stato – sigh – su tutta la linea, una vera Caporetto, con una manovra economica del tutto sovrapponibile a quella che avrebbe potuto fare il PD (non ho detto “un governo tecnico”, a cui temo in futuro verrà demandato – restando nell’Euro – il compito ingrato di fare la madre di tutte le manovre, quella che prevede un prelievo straordinario dell’ordine del 10%+ del risparmio degli italiani, sgravando i politici – inevitabilmente conniventi – da tale ingrato compito, ndr). ____________________________________ Quello che va capito è il motivo di cotanta, subitanea, tragica resa. Molti ritengono che i due capi fazione al governo siano stati ricattati personalmente; chi scrive ritiene tale interpretazione assolutamente plausibile, sapevamo da tempo che l’EU avrebbe FATTO DI TUTTO PER EVITARE CHE IL GOVERNO ITALIANO RAGGIUNGESSE I RISULTATI SPERATI. In realtà dobbiamo guardare oltre: la debolezza Italiana è coincisa con la debolezza di Trump. La situazione oggi è assai fluida, le cose cambiano rapidamente. Dopo le Midterm, dopo la svolta post Jeff Sessions al DoJ, la presidenza USA pensava di aver la strada sgombra per il “grande repulisti”. In realtà i suoi stessi alleati di governo, diciamo i “patrioti”, si sono ribellati, hanno detto no. In rapida successione i generali McMaster, Kelly, Mattis e mezzo Stato Maggiore sono stati sostituiti. Resta solo l’Adm. Rogers (da Tel Aviv), che con il suo avatar da mesi sta dando le diritte giuste alla Casa Bianca, che già ha in mano – da tempo – tutte le informazioni necessarie ma non può usarle (…). Il problema è che, al contrario dell’Italia, è lo stesso sistema USA – al contrario dell’Italia – ad opporsi ad un “ugolinismo” che divora lo stesso sistema che ha generato il cambiamento (in Italia il conte Ugolino del “cambiamento a tutti i costi” sta infatti divorando le Istituzioni). Oggi vediamo l’accordo USA con la Russia in Syria, prodromico ad un macro evento in cui Mosca non abbia a che dire (…). Dunque l’Italia improvvisamente è diventata secondaria, lo si vede in mondovisione. Per il prosieguo del 2019 ritengo che ci sarà una sfida per interposta persona tra USA ed EU, con la Cina da affrontare per via geo-economica. Ma i veri problemi americani saranno ben altri, a partire dalla difesa del petrodollaro, pietra angolare del benessere americano del 1945 in avanti. Restando all’Italia, andrà valutata la piega che prenderà la sfida USA sul triplo fronte economico (Cina e petrodollaro) ed anti-EUropa franco-tedesca ossia la normalizzazione di un ex alleato.
Tradotto, la debacle governativa italica è stata determinata da decisioni prese lontano da Roma; cosa succederà al Belpaese nei prossimi mesi ed anni NON dipenderà dagli italiani – sempre a carro – ma da come si svolgeranno gli eventi. Nel mentre, non potendo fare nulla, il più classico esempio del “tirare a campa’ “, o anche il più classico “tengo famiglia” prende il sopravvento nella politica romana, con le solite schiere di lacchè pronte a dare interessato supporto. Oltre alla vecchia politica che si ricicla nelle fila di un supposto nuovo che in realtà sta emanando provvedimenti del tutto sovrapponibili a quelli che avrebbe promulgato il PD europeista (tenendo conto che, se i gialloverdi non avessero fatto il loro governo, questa volta non ci sarebbe stato un governo politico ma uno assolutamente tecnico con il compito ingrato di imporre la madre di tutte le imposte patrimoniali – 10%+ del patrimonio delle famiglie -, con il duo Cottarelli-Cassese a dirigere le danze, manovra monstre solo rimandata). Senza considerare che – da scellerati, purtroppo – questa volta la tenuta democratica ed istituzionale del Paese è davvero a rischio, visto che i poteri vetero-coloniali europei (mai morti) non possono più permettersi di rinunciare al serbatoio di ricchezza a forma di Stivale, ne va della loro stessa sopravvivenza. Ma questo sarà argomento di un intervento successivo. Mitt Dolcino
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