Proprio ieri il ministro Guido Crosetto, che sappiamo perfettamente allineato al nesso atlantico in nome e per conto dell’Italia, ha chiarito un concetto fondamentale: l’Italia NON vuole la guerra in Ucraina, ne’ mandare truppe, direi tanto meno armi, oggi.
Tale approccio segue l’impostazione sia Russa che Statunitense, per cui i giochi sarebbero davvero fatti, in Crimea e dintorni, con un mutuo accordo: la guerra deve finire, il Dombass tornerà nel suo alveo naturale, ex sovietico, anche tataro se volete. Idem la Crimea. Odessa starà nella vecchia Ucraina, che sarà però solo una frazione della precedente. In tutto questo il confine del Dniepr sarebbe il più logico per dividere le due entità (…).
Il vero problema è che l’Europa contava sulla spartizione dell’Ucraina per trovare risorse, un moderno lebensraum fu nazista riproposto in versione aggiornata e corretta, vedasi le confessioni del Gruppenfuehrer Juergen Stroop. Ed in Italia il renzusconi oggi orfano di Berlusconi – e prossimo alla liquidazione – sarebbe dovuto essere a supporto del piano pan-EUropeista davosiano.
L’Italia, come gli USA, si tira fuori dalla guerra in Ucraina. La Francia no…
Davos, che sta appunto al cuore del progetto dell’EU, capeggiata come WEF dal figlio di un fu filo nazista che faceva affari col Reich, è furente: il loro progetto sta infatti fallendo miseramente.
Il nesso che ha portato a tale fallimento è l’unità di intenti russa – americana, le due grandi potenze: un accordo, verso non una nuova Yalta SENZA i perdenti della scorsa guerra mondiale al tavolo (parlo di Vichy, ossia dell’asse franco-tedesco); dunque solo rinnovando la Yalta esistente senza farne una nuova come invece vorrebbe Davos.
Per Londra la storia è leggermente diversa: il peso specifico britannico attuale è quasi nullo rispetto a quello di 80 anni fa, avendo perso tutte le colonie, l’Impero. Anzi, sotto certi punti di vista Londra sta più con Berlino e Parigi che con Washington, come interessi, non fosse per quel solito retaggio semi plebeo degli eredi di Churchill, che non avendo sangue reale resta solidamente filo-anglo-americano.
Rimane che oggi Washington è saldamente al comando del fronte occidentale, praticamente da sola: sappiate che è la prima volta che succede dall’inizio del secolo breve e direi nella storia.
Macron, pro Davos, è pro guerra. A difesa dell’EU, anzi dei privilegi di Parigi nei confronti di tutta la Francia: comprensibile ma non accettabile
Il supporto di Davos al progetto revanscista per l’Occidente, EU e trasumanesiumo inclusi, è stato inutile: il piano è ormai letteralmente devastato da una parte dalla resilienza di Donald J. Trump e dell’America profonda che lo sostiene, militari in testa. Dall’altra, dalla forza dei contenuti di WeThePeople, che è sì fenomeno americano, ma che trova molti supporters anche all’estero, come questo sito (infatti – come ben sapete – collaboriamo fattivamente con amici americani per lo stesso obiettivo, ndr).
In ultimo, la spinta verso il successo, quella decisiva, è arrivata dall’establishment corporate USA, capeggiato da JP Morgan, che – non da sola – si è espressa a favore del tycoon nelle prossime elezioni, al meeting di Davos di quest’anno.
Possiamo dunque ricavare da quanto sopra, come conclusione, che i paesi che oggi che vogliono la guerra sono quelli che non ti aspetti leggendo i giornali pro-EU: ossia Francia, Germania, Polonia. L’ultimo di questi, quello di Papa Giovanni Paolo II, ha cambiato recentemente stance, essendo oggi legato al neoeletto Tusk, dunque di famiglia che fu filo-nazista ai tempi: Varsavia sogna con lui, in asse con Berlino, di rientrare in possesso di Leopoli, oggi in Ucraina, come era ante prima guerra mondiale quando era polacca, motivo molto semplice e lineare (ripeto: di comune accordo con Berlino, ndr).
La Germania invece necessita del Dombass per il litio, moderno petrolio: senza litio di Mariupol e dintorni la Transizione Green infatti abortisce prima di nascere. Ed assieme a lei l’EU stessa ossia l’euro.
I drivers dei paesi pro guerra sono chiari.
Trump ferma la guerra in Ucraina e affonda l’EU franco-tedesca, come promesso… tutto come previsto
Infatti, ben sappiamo che la Germania, da sempre senza petrolio e senza gas, se resterà anche senza litio dovrà piegarsi alla legge della forza maggiore dei nostri giorni: scegliere tra l’euro da svalutare alla bisogna e l’energia (russa) a basso costo.
Ovvero entrambe le cose non può averle, con un grande sospiro di sollievo per i paesi europeriferici, stanchi di essere vittima di colonizzazione occulta, stile Grecia post troika depredata dagli imperi centrali, leggasi asse franco-tedesco. Smettendo di essere depredati via EU ed euro da quell’insieme di poteri elitari europei che come al solito abbisognano – quale cleptocrazia storica – di impossessarsi di fattori produttivi e di risorse di terzi per sostenere le loro folli ambizioni di potenza, oltre che i loro privilegi di casta.
Chiaramente Berlino sceglierà l’energia, gettando a mare l’euro, va a poco. Ossia gettando a mare l’EU, epilogo che inevitabilmente condurrà all’implosione del paese più debole del mondo occidentale, la Francia del davosiano Macron che senza euro non dura una settimana.
Il Presidente francese è infatti letteralmente il maestro, infervorato pro-Davos. Ed è pure furente come non mai contro l’Italia, secondo l’élite di Parigi il vero traditore dell’EU; mentre secondo il popolo francese Roma è/sarà la salvatrice di quel che resta della classe media EUropea grazie al suo schieramento con Washington: così Roma, facendo crollare l’EU fu nazista “dal di dentro” (altro che “cambiare l’EU dal di dentro”!) devasterà il progetto davosiano fondato su una EU revanscista e neocolonialista che fa leva sui Don Rodrigo locali da usare come moderni gauleiter EUropeisti.
Nessuno si sogni di deragliare Trump questa volta, parola di generali…
In tale contesto le disgrazie degli Elkann, ad esempio, che sembra si approssimino a perdere i possedimenti storici nella Penisola a colpi di intercettazioni e di interventi come fosse “manu militare” da parte dell’elite delle FFOO fiscali italiane (la famiglia voleva spostare il controllo di tali assets a Parigi, dove aziendalmente risiedono, ndr), spiegano più di mille parole la direzione strategica anti-Davos intrapresa nel sud dell’Europa. In realtà – chiaro – trattasi di driver eterodiretto, sovranazionale e di pre-guerra, come sopra esposto (…).
E qui non possiamo non soffermarci sui trapassi terreni “pesanti” degli scorsi mesi: la dipartita più pesante in assoluto, post dimissioni di Angela Merkel, è quella di Wolfgand Schauble, che era non solo IL FALCO dell’EU ma soprattutto colui che integrò la Stasi nel BND quando era ministro dell’Interno, poi gambizzato. Morto lui, cade l’argine.
A seguire, anche il Putin senza sponda tedesca sta facendo la differenza, un solco col passato, oggi il potere russo è infatti passato da San Pietroburgo a Mosca, con una strategia totalmente diversa implementativa.
Parimenti abbiamo avuto la dipartita terrena di Henry Heinz Kissinger, nume tutelare di una certa intelligentia sovranazionale di casa in Europa e pure nell’est Europeo, parlo del protettore della dinastia Elkann caduta in disgrazia appena il grande vecchio tedesco-americano trapassò. Da quando non c’è più Lui un certo mondo è davvero cambiato, senza rete.
Come poi dimenticare il Cavalier Berlusconi, testimone di tanti segreti, anche lui trapassato direi quasi improvvisamente, lasciandoci dietro una inamovibile bionda calabrese come segnaposto; molti scommettevano a carro della sua dipartita terrena su una subitanea dipartita anche del suo supposto amico russo. Che poi, forse tanto amico non era, avendolo tradito, lui e Gheddafi. Solo per cimentarsi in successivi accordi per il controllo dell’EUropa di concerto con i soci del North Stream, Germania e Francia, frutto della sua passata appartenenza alla Stasi. Sorrisini Merkel-Srakozy a seguire naturalmente.
E che dire della moria di ruoli monarchici in giro per l’Europa in atto da qualche mese, trapassi, malattie e dimissioni a iosa, manco fossimo di nuovo tornati a sorvolare Ostenda. Chiaramente, tutto accade a seguito della morte di Elisabetta II, la cui lunghissima reggenza sembrava fatta apposta per sedimentare il cambio di nome e di ruolo della monarchia britannica, dalla tedeschissima Saxe-Coburg Gotha fino al 1917, all’inventato nuovo nome dei regnanti inglesi con la casata di fantasia dei Windsor.
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Intanto, la gente francese di Parigi….
Insomma, questa sporca guerra ucraina da terminare costi quel che costi è arrivata davvero a fagiolo per negare la fine della storia come l’avrebbe voluta scrivere Davos. Ossia riportando per fortuna Russia ed USA al vertice del mondo, i soli due soggetti che possono – lavorando in coppia – mettere in discussione l’intero costrutto totalmente revanscista di Davos che non esiterei a definire satanico per come vorrebbe ribaltare il mondo dalle fondamenta (…).
La Chiesa romana lo sa e spinge improvvisamente per una pace a Kiev e dintorni anche lei, non a caso.
Chiaro, la Cina, a letto con l’asse franco tedesco in veste EU, in sinergia con gli eredi dei babilonesi arian-iraniani, in condominio come gang di interesse anche coi turchi del fu impero ottomano, con la benedizione del deep state globalista, è rimasta anche lei spiazzata dalla pace russo-americana. Non passerà molto tempo prima che gli eccessi cinesi vengano regolati a dovere, ne siamo certi, soprattutto in campo economico.
Gli eccessi cinesi in campo economico sono insostenibili, dunque andranno corretti (non ci sono abbastanza clienti al mondo per la produzione cinese, a pena di un po’ di inflazione durante la correzione, inflazione che fracasserà l’EU, …)
Si, perchè tale pace in Ucraina voluta di concerto tra Mosca e Washington sta davvero disintegrando l’EU: ecco perchè Davos si sta attivando per crearne una nuova, di guerra, grossa. Questo è l’unico modo con cui Davos può pensare – forse – di sopravvivere…
Notate infatti che chi spinge – OGGI – per la guerra sono proprio i rappresentati dei paesi EU, solo essi, non i russi, non gli americani che da settembre scorso all’unisono puntano invece alla pace.
Un amore scoccato come una freccia nella notte, con la Russia improvvisamente orfana del putinismo storico, appunto da settembre scorso. Chiaramente i venti di guerra desiderati dai personaggi apicali EU sono a difesa delle elites ex nobiliari EUropee, raggruppati a Davos, soggetti che oggi sono davvero con le spalle al muro (costoro vivono – da secoli – alle spalle di almeno il 99% della popolazione EUropea, Alexis de a Toqueville docet, ndr).
Qui siamo, in attesa di vedere post elezioni russe come evolverà la situazione.
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Resta un pezzo del puzzle da inquadrare a dovere : parlo della Israele filo Davos, quella che “non ha visto” l’attacco telecomandato via Hamas contro lo Stato ebraico senza saper prevenire. E che oggi non vuole fermare il genocidio – diciamolo – degli “straccioni palestinesi“, mi si permetta l’azzardo descrittivo, per far capire la sproporzione di forze in campo.
Trattasi di uno strano Israele, che per interessi sembrerebbe addirittura pronto a mettersi a letto anche con l’Iran, lo stesso che fornisce la provvista finanziaria da vendita del gas che poi il deep state globalista dell’ONU versa fisicamente nei conti correnti dei palestinesi (Netaniahu approvò il finanziamento di Hamas da parte del Qatar, l’ufficiale pagatore di Tehran per la vendita del suo gas condiviso con Doha, unico giacimento, ndr).
Parlo della linfa alla base del revanscismo di Gaza contro lo Stato ebraico, 7/10 docet, nessuna rivoluzione avviene senza supporto – ossia risorse – esterno.
Chiaro, gli ebrei come popolo non c’entrano nulla in questo enorme caos, anzi sono come sempre vittime almeno tre volte. I colpevoli nel caso restano una ristretta cerchia apicale al comando delle operazioni (…).
Viene da dire che, forse, anzi dovrei dire “evidentemente“, anche Israele aveva dei piani che sono andati cd. a ramengo, nelle more dello schema sopra descritto, approfondiremo successivamente l’argomento (…).
Dunque capiamo che forse, oggi, in modo così’ odioso per quanto smaccato e reiterato, qualcuno a Tel Aviv forse sta davvero cercando di rifarsi in altra maniera del piano deragliato di cui sopra, “compensando la perdita” (…) con Gaza messa a ferro e fuoco oltre ogni limite.
Ma tal qualcuno, nel caso, NON è il popolo ebraico, sia chiaro! Non è infatti colpa della gens ebraica cotanto scempio a Gaza e dintorni, di fatto un caos indirizzato e gestito della cuspide politica israeliana (per altro solo di una certa etnia) che si è dimostrata incredibilmente incapace di difendere il proprio popolo.
Chiaramente, il caos tra Israele ed Hamas è capitato anche in questo caso proprio dopo il settembre 2023, sottolineo: stessa data cardine, anche nel caso di Tel Aviv attaccata dagli straccioni di Hamas, senza vederne l’attacco coi deltaplani. Per poi fare il diavolo [letteralmente] a quattro a Gaza (…).
E’ infatti noto che una certa elite ex babilonese tanto potente in Terra Santa è di casa pure tra i nobili elitari colonialisti vetero europei. Ma questo sarà l’argomento della II. parte della storia: quello del fallimento nell’invocare la cd. “fine della storia” (…) per come la voleva scrivere Davos, un epilogo che temo farà scomodare almeno una mezza dozzina di profeti dell’Armageddon.
MD
Fine I. parte – II. parte
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Image: A Good Riddance – George V of the United Kingdom cartoon in Punch, 1917.png – Public domain, thanks to WIkipedia