La Cina ha un serio problema: dipende per il suo benessere dagli acquisti occidentali dei suoi manufatti. Si ferma l’import straniero, ovvero si ferma l’export cinese, e la Cina implode “dal di dentro”: le fabbriche si fermano, l’occupazione crolla, la cuspide del partito imperante salta.
Appunto, trattasi di un regime comunista, che non deve fare utili: il suo solo compito è mantenere la pace sociale (anche con la coercizione, vedasi DDR). E l’occupazione.
Facendo un passo oltre, va ricordato che – in assenza di materie prime quale è il caso della Cina – la situazione diventa addirittura esplosiva in caso di bizze dei clienti che, riducendo i propri consumi di prodotti cinesi, possono assestare un colpo mortale all’occupazione nella terra di Xi. Leggasi anche fin della pace sociale ovvero del regime che ne è al comando, nell’ex impero celeste.
Da quanto sopra deriva la necessità di espansionismo cinese, a lungo termine: chiamarla via della seta o controllo dei canali commerciali marini non cambia.
Stante la fattualità di quanto sopra è chiaro che un’America che diventa, assieme all’Occidente, protezionista verso i prodotti cinesi automaticamente diventa una minaccia addirittura mortale per la cuspide comunista di Pechino.
Dunque a Xi, per rompere l’assedio, non resta che tentare di dividere il fronte occidentale. E per fare questo Pechino non può che allearsi coi nipoti dei nazisti, come ha fatto, parlo dell’EU franco-tedesca.
Peccato che la guerra in Ucraina, in grado potenzialmente di tagliare gli approvvigionamenti di energia (russa) ai tedeschi del 90%, all’EU per più del 50%, costringa Berlino a scendere a più miti consigli
(notasi: gli USA stanno in Ucraina NON per creare problemi ai russi ma per poter “osservare da vicino” le pipelines oil and gas tra la Russia e l’Europa che fanno prosperare le industrie tedesche, ndr)
Dunque, che mai potrà fare la Cina per uscire dal giogo?
Da una parte può destabilizzare gli USA, dal di dentro, vedi comprando i politici americani, da qui il richiamo USA di queste ore a combattere presunte infiltrazioni politiche pro Dem dell’apparato cinese nelle prossime elezioni presidenziali.
O supportare attentati mirati a minare la filiera produttiva USA (non sono incidenti), epilogo sotto molti punti di vista preconizzato da John Loftus, “The Belarus Secret” (/…).
O a far leva sul fentanil esportato dalla Cina negli USA via Messico e Canada, devastando la salute e la voglia di battersi dei giovani americani.
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Cosa manca per completare il puzzle?
A logica, destabilizzare i paesi alleati degli USA. O comprando i loro politici (da tempo ci chiediamo chi incassasse le laute consulenze dal grande operatore del commercio online cinese per la vendita del Made in Italy a Pechino e dintorni…).
O, nel caso di alleati pavidi, anche spaventandoli a morte. Anche con le armi puntate, nel caso.
E qui entra in ballo lo strano sequestro dei droni DA GUERRA cinesi destinate alla Libya; armi che non si capisce a cosa servirebbero se non a prendere le parti di “qualcuno” proprio a cavallo dei confini italiani. Tre mega sequestri in pochi mesi di armi da guerra, anche droni da tonnellate di stazza, momento molto pericoloso va detto chiaro.
Forse si sta cucinando una guerra davanti alla Sicilia? Con armi cinesi?
O magari tutto questo sta accadendo per difendere – lato cinese – l’alleato francese di Pechino che, se privato dell’accesso in Libya, perde ogni accesso all’Africa del Franco CFA? Ovvero implode distruggendo l’euro…
Resta che gli squilibri economici globali tra i vari blocchi restano colossali, con l’America iper-indebitata che difende con le unghie il dollaro egemone, facendo leva sui suoi consumi a debito. E con l’EU che inizia ad intravedere la fine della moneta unica (post fine del LIBOR, 30.9.2024). E restano le armi cinesi sequestrate a Reggio Calabria, andavano in Libya…
In tale contesto la Cina, disperata nella sua cuspide ormai a rischio esistenziale, termine, non può fare altro che contrattaccare.
L’importante in tutta questa narrazione è capire il contesto, poi ci lasceremo tutti stupire da come la Cina affronterà il ritorno di Trump.
E come Trump reagirà ai tradimenti EUropei, visto che mezzo establishment EU è a letto con Pechino in qualche forma.
Ricordo infatti che Trump mise il veto sul raddoppio del North Stream, storcendo pure il naso al North Stream I approvato da Obama: appena fu eletto Joe Biden al suo posto, invece, tale raddoppio si concretizzò con il deliberato supporto francotedesco, a letto con San Pietroburgo. Ma – notate – non a letto con Mosca.
Le conseguenze le conosciamo: anche in tale frangente l’Italia venne attaccata e quasi annichilita in veste di primo alleato USA in EUropa
Domani ri-succederà? E, nel caso, in che termini? E’ una domanda che va fatta.
MD
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Image:
Italian customs officers intercepted a shipment of Chinese “wind turbines” that were en route to Libya and in reality turned out to be a pair of Wing Loong II attack UAVs for the Libyan National Army.
I funzionari doganali italiani hanno intercettato un carico di “turbine eoliche” cinesi in viaggio verso la Libia, che in realtà si è rivelato essere una coppia di UAV d’attacco Wing Loong II destinati all’esercito nazionale libico.