Trump è abilissimo, si sa. Per questo è temuto, un Patton della politica, lo devi uccidere per fermarlo.
Ciò viene dimostrato dai fatti recenti. Non intendo il killer mancato, apparentemente un inside job deragliato dai militari USA, in qualche modo, ma dagli aspetti economici ai più invisibili.
Oggi i nemici della pax americana recriminano l’indebito privilegio di scambiare carta verdastra, dollari, con merci. Lo stesso privilegio che prima si arrogarono inglesi, portoghesi, olandesi, spesso gli stessi che oggi invidiano e pure nel caso confliggono con gli USA. Oggi tali nemici della pax americana vorrebbero infatti “superare” il dollaro come valuta di scambio globale, si sa. Fatto di per se lecito.
Non ci si può però aspettare che Washington accetti senza opporsi.
Infatti a novembre eleggerà Trump, nonostante le macchine contavoti dello stesso tipo di quelle usate da Maduro per farsi rieleggere, più e più volte: in America basta l’NSA sia d’accordo, come nel 2016 ed il gioco è fatto
Poi Trump farà quel che deve fare.
I piani di Trump emergono già oggi.
Prima di tutto i bitcoin saranno un asset strategico nazionale americano; ossia NON una criptovaluta delle banche centrali, no, gli USA vogliono al contrario ad esempio dell’EU una cosiddetta “crypto” decentralizzata, che tutti posseggono, grande differenza con le CDBC. Tale bitcoin affiancherà il dollaro, come da noi perfettamente previsto.
Praticamente gli USA avranno due valute: bitcoin e dollaro, vedasi oltre.
Tale mossa, semplicissima, fa “gioco, partita, incontro” in termini tennistici.
Infatti, da una parte la Cina, ricca di bitcoin per altro, ha immense quantità di dollari che regolarmente minaccia di vendere, assieme ai Tbond americani in cui tali dollari sono investiti.
Tali immense quantità di USD derivano dal fatto che la Cina ha bisogno dei clienti occidentali, ed americani in particolare, per prosperare. Dunque vende i propri prodotti agli USA ed all’Occidente in generale, in dollari. E poi tali dollari incassati li investe in Tbond, creando inflazione monetaria.
Qualcuno ha pensato che la minaccia di vendere Tbond fosse definitiva, a rischio di creare una guerra difensiva scatenata dagli USA.
Bene,la risposta di Trump dimostra che gli USA non dichiareranno una guerra per il dollaro, casomai sarà la Cina, gli sfidanti del dollaro, a dichiararla.
Tale soluzione è talmente geniale e definitiva che Trump verrà eletto al 100%, sta ormai nell’interesse superiore americano.
A meno di ucciderlo. O di scatenare una guerra affinché non venga eletto, ad esempio nel Mediteranno (ben venga tutto sommato tale guerra…).
La Cina in ambasce
Ora, Pechino è all’angolo: dopo ieri, ogni Tbond venduto o minacciato di essere venduto verrà comprato dalla Fed.
Ed i dollari emessi dalla Fed stessa per acquistarli verranno dati agli stranieri per bitcoin, di fatto, con 1 a 1 di emissione supplementare, bitcoin valore strategico nazionale significa questo (…).
Che se ne faranno gli stranieri di tali dollari ottenuti vendendo i loro bitcoin poco importa: possono spenderli, per prodotti fisici. O investirli in azioni . O tenerli, come cimelio.
Trump è stato chiaro: per il commercio in dollari, come valore strategico si avranno invece i bitcoin.
Chi non è fesso sa come andrà finire.
Dunque, da ieri la Cina di Xi vede chiaramente crollare i suoi piani egemonici, Cina per altro destinata ad essere odiata dal resto del mondo, a termine, solo questione di tempo, visto che dovrà depredare i paesi di fatto da Lei colonizzati delle materie prime che Pechino non ha.
A pensarci bene trattasi dello stesso epilogo seguito da Francia, Germania, Gran Bretagna nei secoli. Ma non di Russia ed USA, i due imperi naturali globali ricchissimi di tutto (clienti, materie prime, tecnologie, popolazione, posizione e difesa strategici ecc.), gli unici. Ecco spiegato perché la Cina va d’accordo coi potentati europei ex coloniali figli di un Dio direi minore (…)
Che resta da fare, per Pechino?
O buttarla in caciara, scatenando una guerra. Ad esempio diventando nemica del mondo attaccando militarmente Taiwan. In tale caso l’ex impero celeste tornerà indietro di 100 anni in un solo fine settimana, riteniamo.
O, una guerra economica: ad esempio facendo saltare il banco sull’oro, ossia ritirando fisico e mandando il prezzo del metallo su cui si vuole basare la moneta dei BRICS sulla luna, facendolo letteralmente decollare. In tale contesto confische di massa dell’oro, da tenere come asset strategico fisico, sono da attendersi in tutti i paesi che aderiranno alla valuta dei BRICS con immani problemi di credibilità di sistema.
O liquidando fisicamente il presidente Xi, con cui è ormai impossibile accordarsi per gli USA, siamo al mors tua, vita mea.
O, unica ipotesi veramente praticabile, “bruciare” l’avversario EU, lato Cina, tradendo Francia e Germania : trattasi nel caso di permettere all’euro di disintegrarsi, ossia di sparire come valuta!
In tale modo il suo spazio, come valuta commerciale, verrebbe acquisito dallo Yuan. Un 70/30 tra dollaro e Yuan come uso per i commerci, molto meglio del 75/10/15 attuale, 15% e’ circa l’euro. Poi fra 30 anni se ne riparla.
Chiaro no?
Ecco perché, complice la fine del LIBOR al 30.9.3024, che renderà i dollari scarsi, impendendo per altro all’Europa di fatto di ottenerli quasi “aggratis”, tutto depone per la fine dell’euro molto prossima, i segnali sono ovunque.
Se poi tale epilogo fosse accompagnato da una bilancia commerciale EU divenuta strutturalmente negativa (evenienza che sembra vieppiù probabile, lo verificheremo alla pubblicazione del dato ufficiale il 13.10.2024, basta attendere e verificare, ndr), sarà la Germania a staccare la spina!
Ben sapendo che il futuro marco potrà avvalersi sempre e comunque di un saldo commerciale positivo, sebbene ridotto rispetto all’attuale con l’euro (non è così per la Francia, il vero malato d’Europa, che invece letteralmente imploderà, da qui le apparenti follie macroniane/di Davos in realtà è disperazione, ndr).
Tutto quanto sopra lo abbiamo spiegato per bene assieme ai nostri amici americani Tom Luongo e Joe Hoft, vedasi di seguito.
Fine del USD LIBOR il 30 Settembre 2024: intervista a J. Hoft e T. Luongo
Un ultimo appunto “fondamentale”
Oggi in Europa stiamo vivendo il tentativo di restaurare i governi dinastici, di sangue o di ricchezza, che sempre furono la norma in Europa dalla caduta dell’impero romano.
Il vero cambiamento fu dato dalle elezioni basate sul merito e non sul sangue o sui privilegi elitari imposte dall’America a se stessa, vedasi la ancora modernissima analisi di Alexis de Toqueville.
Ben ricordando che gli USA sono figli della Mayflower, la nave che portò i reietti europei nel nuovo mondo cacciati perché cristiani e non di rango.
In Europa, a partire dal feudalesimo (invenzione francese, come non a caso l’inquisizione, ndr), pochi ricordano che non ci sono state mai vere elezioni, ma monarchia, nobiltà e Don Rodrigo in genere che si prendevano (e si prendono) i posti al sole, sempre loro, le masse venivano lasciate ignoranti apposta, per escluderle (…).
Oggi capita di nuovo lo stesso, se notate, la tendenza è identica.
Tutto sommato ciò continuo’ fino alla fine della WWII che impose il modello americano al mondo, con le armi, a tutti, europei in primis dato che erano stati sconfitti (vedasi anche l’annessa volontà di Roosevelt di decolonizzare, cosa che poi ha fatto: oggi si sta infatti concludendo tale processo, con forte ritardo, ndr).
Questo per farvi capire che è la norma che in Europa non si vogliano le elezioni, ovvero le tarocchino: le grandi famiglie dinastiche le hanno di fatto sempre taroccate!
In America è diverso: mancando le dinastie di sangue che si tramandano il potere i drivers sono altri, portando ad una società più dinamica.
Dunque le elezioni in USA, soprattutto le prossime, restano sacre; quanto meno fino a quando gli infiltrati europei non iniziarono a incancrenire, appunto infiltrandolo, il sistema democratico locale americano, “dal di dentro”. Obama, Clinton e Biden dicono tutto.
Da ciò dovreste comprendere che il sistema USA, a partire dai militari, correggerà GIOCOFORZA le storture elettorali, a novembre prossimo. Inevitabile (a meno di uccidere il Patton della politica, in tal caso auguri a Davos…, ndr)
È un passo obbligato per l’America. E dunque Trump, che serve in quanto andrà ri-imponendo un sistema nell’interesse del 99% della popolazione mondiale, non elitaria, verrà eletto. Questione di perpetrazione del potere globale, roba grossa.
Per chiudere il cerchio basta giusto rammentare che la Cina non ha anch’essa elezioni democratiche, proprio come la vecchia Europa dinastica. Ad eleggersi sono sempre le stesse elites di partito (cinese), non è possibile scegliere candidati in modo democratico, c’è solo quello che il partito comunista cinese vuole che il popolo scelga.
Anche in questo caso i punti di contatto tra le tragicamente anacronistiche dinastie europee di sangue e la Cina sono sconcertanti.
MD