Il trend è interessantissimo: come da politica strategica di Trump basata sul re-onshoring (tornare a produrre in USA), il Pentagono sotto Joe Biden e Kamala Harris parte in quarta e sceglie Intel come azienda che produrrà i chips militari di nuova generazione. In USA.
Una ragione c’è: Intel fa tutto in casa, ossia non ha praticamente “contoterzisti”. Dunque, con il supporto dello Stato, in funzione di difesa, si avvierà a produrre chips molto avanzati per il Pentagono, arrivando forse al traguardo dei fatidici 3 nm di spessore di incisione.
Ciò che deriviamo, per altro, è che la politica economica di Biden è ed è stata quella di Trump, uguale, precisa, identica. Chiaramente contro il nemico americano di questo secolo, la Cina.
L’effetto è dirompente, per i paesi EU soprattutto: visto che l’Unione Europea segue una propria strada alternativa in buona parte all’America, Washington si ritira nel suo mega continente, nord e sud America, progressivamente, lasciando spazio nella sua compagine solo a selezionati partner mediterranei, tra cui scommettiamo ci sarà l’Italia (…). Oltre agli UK per questione di lingua.
Il messaggio è oltremodo chiaro per l’Europa. E devastante: della serie, del vostro export avremo sempre meno bisogno.
E anche l’Europa non fa nulla per correggere il tiro, anzi si fa male da sola: ad esempio i prezzi dell’energia elettrica dl restano più che doppi rispetto a fine 2019, pre-COVID.
Addirittura l’Italia oggi ha una differenza di prezzo forward sul power (a suo svantaggio, più caro) con la Francia pari circa al prezzo dell’energia del 2019-2020. Questo per dire che i costi della produzione in loco sono saliti e saliranno. Mentre il prezzo del petrolio è abbastanza costante storicamente parlando, sapendo che gli USA e gran parte del resto del mondo esclusa l’Europa ancora utilizzano l’oil come fonte energetica primaria, oil che è rimasto relativamente cheap.
Da ciò deriva meno competitività per le merci europee esportate. E, udite bene, anche minori redditi della manovalanza locale, anche causa una inflazione persistente dal 2021. SI perchè, come è stato evidenziato più e più volte su questo sito, partendo da fonti economiche indipendenti quali l’FMI o l’OECD, il gioco negli ultimi 3 anni è stato quello di far pagare il recupero produttivo a livelli pre-COVID ai salari dei dipendenti, per rimanere competitivi come sistema. Senza aumenti a compensazione dell’inflazione, che quando sale poi praticamente mai va in negativo, più propriamente si stabilizza attorno ai livelli raggiunti.
Il crollo del benessere in EU fa paura (in Italia è addirittura spaventoso)
Il risultato è minore potere d’acquisto dei cittadini EU, ovvero minori consumi interni: non appena gli USA saranno a regime con l’onshoring, va a un annetto e mezzo, inizieranno con l’attesa autarchia, dunque l’EU a termine non può che implodere.
Questo i policy makers EUropei lo sanno, anche se lo tengono nascosto alla servitù della plebe. Dunque non stupitevi se sarà, a breve, proprio la Germania a fare la DEXIT (…), per salvare se stessa quanto meno.
Resta in ultimo la vergogna di un giornale come Repubblica che, per dare contro al Governo anti-Davos di Giorgia Meloni, inventa svantaggi anche per l’Italia dalla decisione di Intel di fare onshoring, mentre i paesi con progetti cancellati, e non con velleitarie illusione pre-elettorali, sono Polonia e Germania.
No Comment l’attacco al governo Meloni per l’illusione di poter fare stabilimenti Intel anche in Italia (non è detto per altro poi alla fine si facciano, in Italia, magari vicino a Sigonella…)
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Le conclusioni sono presto dette: democratici o repubblicani, cosa succederà dopo novembre prossimo non cambia, la sfida degli USA con la Cina sarà la nuova guerra fredda.
E per l’EU è solo questione di tempo prima che essa stessa termini la sua esistenza, dopo la fine del LIBOR il 30.9.2024 ogni momento è buono (…). Peccato che nessuno abbia il coraggio di evidenziare le pene che la popolazione residente in EU dovrà subire, visto che l’unico modo rimasto per tenere competitivo un sistema morente come l’EU, imbalsamato dall’euro, è ridurre i costi strutturali di sistema, ad esempio quelli di welfare. Che significa – sigh – anche e soprattutto ridurre la popolazione, soprattutto se non attiva. I vaccini e la malasanità eventualmente annessa in effetti potrebbero come effetto coniugato svolgere buona parte del cosiddetto “lavoro sporco” (ma non quanto basta, da qui ad esempio, come tragico surrogato, la necessità di una guerra in Ucraina ad esempio, voluta soprattutto dai paesi che più hanno da perdere dall’implosione dell’EU, su tutti la Francia).
Il puzzle è pressochè completo.
MD
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Immagine: processori Intel, dal sito istituzionale Intel.com (https://www.intel.de/content/www/de/de/products/docs/processors/core-ultra/core-ultra-series-2-mobile-product-brief.html)