Pochi comprendono che il popolo iraniano è l’unico in Medio Oriente che continua ad impoverirsi, mentre i suoi vicini si arricchiscono. Ad eccezione dei palestinesi e dei libanesi, anche loro sulla strada della miseria. E in parte dei siriani, reduci da una guerra geopolitica tra Russia e Occidente non prettamente democratico, quella del duo guerrafondaio Obama-Hillary Clinton, ma da cui si stanno lentamente risollevando.
Anche l’Iraq per assurdo sta vedendo un relativo miglioramento del proprio life standard, dopo i disastri della guerra a Saddam.
L’Iran no. Anzi, gli sciiti no.
O c’è dell’altro? Forse la questione va indagata a dovere.
In Syria abbiamo il 10% di cristiani e circa l’87% di Islamici, di cui circa il 13% sciiti.
In Iraq il 60-65% della popolazione è sciita, in Iran oltre l’80%.
In Libano, una volta ricco miscuglio di razze, oggi in indigenza, siamo all’95% di arabi, di cui 20-25% ciascuno tra sciiti e sunniti.
La Palestina sappiamo tutti il perché non cresce, non essendo un problema di islamismo ma di soffocamento economico da parte di Israele.
Dunque possiamo concludere che non si tratta di un problema religioso il fatto che certi paesi crescano ed altri no, visto che tutti hanno il petrolio.
Il motivo sembra infatti essere geostrategico.
Da una parte le petromonarchie del golfo fioriscono, davanti all’Iran, nel regno del dollaro. Dall’altra l’Iran, paese ricchissimo di petrolio, che è il principale fornitore di petrolio alla Cina, avversario globale degli USA, vede la sua popolazione soffrire; mentre le sue elites si arricchiscono.
Mettetevi nei panni di un cittadino iraniano, nel vedere i suoi vicini ampliare il proprio benessere e loro diventare sempre più poveri, e capirete che forse un prossimo regime change in Iran non è una illusione…
Dunque, una prima scrematura dei dati ci dice che chi sta con la Cina vede miseria per la sua popolazione. Un po’ come succede in Europa a pensarci bene, dove i paesi vicini alla Cina, che commerciano con la Cina, che fanno tanti affari con la Cina, vedono le proprie elites prosperare (vedasi Davos). Mentre la sua classe media tende a scomparire. Un trend anche questo, innegabile.
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Un altro modo di leggere i dati può essere quello di ragionare sui poteri veterocoloniali che ebbero – e in parte ancora hanno – sfere di influenza nei paesi mediorientali.
Qui la faccenda si fa interessante perché sembra chiaro che dove l’influenza francese e fu nazista è stata più forte, tanto maggiore è oggi il trend verso la miseria.
L’Iran durante la WWII e poi nel periodo post bellico fu ad esempio molto legata ai nazisti, vedasi il duo Mossadeq-H. Schacht (banchiere centrale del III. Reich oltre che ministro dell’economia e plenipotenziario dell’economia di guerra di Hitler).
Mentre l’Iran degli Ayatollah guarda da sempre con favore alla Francia, dove Khomeini si rifugiò per tantissimi anni prima di prendere il potere e tornare in patria.
Identico discorso per i palestinesi, vicini ai nazisti, durante la WWII.
Anche il Libano fu sotto influenza francese, post mandato francese della società delle nazioni allo scioglimento dell’impero ottomano. Memento il famoso generale filo-francese Aoun, al cui figlio fu precluso dal ritorno al potere dalla strana bomba al nitrato di potassio nel porto di Beirut solo qualche anno fa (…).
E pure la Syria dovette subire lo stesso mandato francese della società delle nazioni. Oltre ad aver visto numerosi nazisti lì rifugiarsi, su tutti il famigerato Alois Brunner. Poi, in un twist della grande storia, il paese venne riciclato con Assad padre in veste filo russa, con la base di Tartus come avamposto militare di Mosca nel medio oriente.
In generale – nel contesto – non possiamo che stigmatizzare la gestione disastrosa (apposta) del post liquidazione dell’Impero ottomano da parte di Londra e Parigi, entente cordiale anche lì. A fare danni. Ossia cercando di mettere le mani sulle risorse dell’area (…).
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Quello che emerge prepotente è che dove i poteri veterocoloniali europei, soprattutto francesi e tedeschi ex nazisti, sono ancora oggi presenti in medio oriente, le popolazioni locali stanno subendo un crollo del loro benessere. Soprattutto negli ultimi 5 anni, precisamente da quando la sfida EUropea all’America di Trump si è resa mondialmente palese.
Nulla di veramente nuovo in realtà: la guerra americana in Vietnam contro i comunisti fu in realtà un paravento per togliere ai francesi l’Indocina e la commercializzazione dell’oppio a livello globale, commercio in cui i francesi sono stati maestri per secoli.
Onde evitare ad esempio – post seconda guerra mondiale – che l’America venisse inondata da sostanze in grado di devastare la propria società, con la minaccia di un traffico prospetticamente gestito dai francesi in un mondo che andava verso la globalizzazione post bellica (l’ultima fumeria di oppio negli States fu chiusa nel 1957, la prima nacque a San Francisco nel 1840).
Ovvero trasferendo con la forza la lavorazione dei derivati dell’oppio dai marsigliesi ai mafiosi siciliani-italoamericani, in modo da controllarne la diffusione in Occidente e soprattutto in America.
La reazione francese allo strapotere USA che la stava privando della fonte di reddito coloniale, di comune accordo con Londra (altra potenza coloniale che molto ha sofferto la strapotenza postbellica americana), fu di scagliarsi contro Nixon.
Tale sciagurato intento affonda le proprie radici nel tentativo prima di convertire dollari in oro da parte di De Gaulle, un fallimento totale. Poi col Watergate, una creatura europea veterocoloniale, a cui militari USA – intenti nella decolonizzazione globale fin dai tempi di Roosevelt – risposero con il potenziamento di Israele in medio Oriente, scatenando una grande guerra nell’area e pure fornendo l’atomica a Tel Aviv, a favore di un popolo che fu perseguitato dai nazisti.
Così forse è chiaro il motivo fondamentale della vicinanza attuale, diciamo così, tra America ed Israele.
Parimenti i vecchi poteri ex nazisti vedono ancora oggi tale alleanza israelo-americana semplicemente come un ostacolo ai loro piani egemonici ad esempio nell’area medio orientale (basti ricordare che l’Iran, paese che si autodefinisce ariano, fu tanto alleato di Hitler che – unico paese al mondo – mai condannò il nazismo e le sue tragiche gesta).
Letta così forse la situazione è più chiara: chi sfida gli USA, oggi, ovvero i poteri ex coloniali ormai decaduti per mano americana, ad esempio i fu nazisti, ormai alleati con la Cina contro l’avversario di sempre, gli USA, stanno vedendo una riduzione del loro benessere, soprattutto in medio oriente. Ma non solo.
Tale trend geostrategico non a caso si è rafforzato post attacco a Trump nel 2020, macro-evento seguito – come fu con il post Nixon – da conflitti appunto geostrategici e non di spicciolo interesse economico (come fu invece ai tempi delle guerre di Obama e Hillary Clinton, e prima di Bush, tutti della stessa grande famiglia globalista-affarista). Conflitti che oggi si vanno moltiplicando nelle aree chiave del mondo, ivi includendo anche lo scoppio del North Stream.
Forse così la chiave di lettura dei fatti mediorientali attuali, un’area che equivale ad uno scrigno di risorse molto maggiore dell’Ucraina per intendersi, diventa più chiara.
Oggi è infatti in corso, là, un riposizionamento geostrategico tra forze rivali. Che vede contrapposte le armate vincenti nella seconda guerra mondiale contro i nemici di sempre, i poteri veterocoloniali europei; ovvero i fu nazisti “coperti”, oggi, dal loro alleato geostrategico medio orientale, la Cina interessata a sfidare gli USA.
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Deve infatti essere chiaro che se la Cina perde il suo fornitore di petrolio, l’Iran, o con un regime change o con una guerra, il risultato sarà una sua sconfitta a termine, visto che la Cina è un paese molto simile alla Germania, manifatturiero ed ambizioso ma senza risorse primarie.
Se poi si unisce a ciò il fatto che il mondo filo USA limiterà in futuro l’acquisto di prodotti cinesi, capite che il cappio attorno al collo di Pechino si sta stringendo.
Ossia, oggi in medio oriente attaccando via Israele l’Iran, paese sciita da portare nell’alveo USA, si sta condannando la Cina all’implosione a termine.
Aspettatevi dunque in Europa una levata di scudi da parte degli ex nazisti, statene certi.
In Italia si tratterà principalmente dei nostalgici della R.S.I. nel nord Italia (finanziati da francesi e tedeschi, ossia dal partito pro North Stream e pro Via della Seta che aveva i suoi basisti a San Pietroburgo, soggetti ormai resi sterili pro continuazione di Yalta in forza di un rinnovato accordo dell’ala moscovita oggi al potere con gli USA).
MD
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Image: Bombardiere tedesco abbattuto in Syria, con identificativi nazisti ed iraqueni, (This image or other work is of Australian origin and is now in the public domain because its term of copyright has expired. According to the Australian Copyright Council (ACC), ACC Information Sheet G023v19 (Duration of copyright) (January 2019))