Abbiamo letto del disastro di Valencia, un’alluvione. Abbiamo scoperto che tale area è soggetta regolarmente a tali eventi estremi, da sempre, ben prima dell’onda Green che sta sommergendo con la sua propaganda l’intera Europa. Infatti gli esperti spagnoli – parlo proprio di esperti, non di improvvisazioni giornalistiche o di fact checkers senza titoli di studio specifici (o anche proprio senza titoli di studio universitari) – ci dicono tali eventi estremi capitano da sempre, stimati in 2 volte ogni 100 anni nella zona di Valencia.
Direttamente dalla alla Spagna, evitando il filtro del giornalismo italico
Stante che abbiamo sdoganato il fatto che il riscaldamento climatico non è oggetto del contendere, salvo dover valutare se riscaldamento climatico esisteva già nell’ottocento, possiamo passare oltre.
Dunque, se è risaputo che certe cose succedono regolarmente (alluvioni, a Valencia), il raziocinio dice che umanamente bisogna porre rimedio per limitarne i danni. E senza dimenticare che, se da una parte tali eventi estremi distruggono, dall’altro riempiono gli invasi, quelli rimasti, vedasi oltre (un toccasana per una regione altamente agricola da secoli alle prese con ricorrenti siccità).
Articolo del 1957. Di seguito, le alluvioni a Valencia, dal 1321 al 1957: e qualcuno in Italia, coi morti spagnoli ancora per le strade, osa parlare di cambiamento climatico? (Alluvioni valenciane: ben 24 eventi gravi, 1321, 1328, 1340, 1358, 1406, 1427, 1475, 1517, 1540, 1581, 1589, 1590, 1610, 1651, 1672, 1731, 1776, 1783, 1845, 1860, 1864, 1870, 1897, 1949; poi 1957 e dunque 2024 – questa tragedia non riguarda i giornalisti italiani, che continuino a pensare alla loro Italia, non si intromettano in ciò che non li riguarda e dimostrano di non conoscere!)
Il modo principe per fare ciò è costruire “presas”, dighe, sbarramenti dell’acqua nei corsi dei fiumi, torrenti o semplici canali. Questo per evitare che la potenza delle acque trasformino placidi corsi d’acqua quasi secchi per il 99,99% ed oltre dei casi in masse immani di liquido e detriti che distruggono tutto al loro passaggio.
La Spagna infatti, sapendo il proprio il limite tecnico dato da ricorrenti inondazioni su corsi d’acqua di norma quasi inesistenti sul suo territorio, ha deciso di dotarsi di un numero elevatissimo di sbarramenti, è il primo paese Europeo in tale speciale classifica degli sbarramenti, il quinto al mondo.
Una cosa simile è stata fatta anche in Italia, dove in zone di grandi allagamenti sono state costruite dighe per controllare il flusso d’acqua. Pensate che la diga di Valgrisanche, in Valle d’Aosta , non fu abbattuta sebbene le montagne prospicienti siano del tutto simili al monte Toc, che causò il disastro del Vajont dove la diga rimase intatta ma l’onda di acqua data dalla caduta della montagna nell’invasi superò lo sbarramento, causando una immensità di morti. Il motivo della non distruzione della diga valdostana era comunque il controllo del fiume, come portata, per evitare alluvioni a valle (sebbene la diga mai sia stata portata in funzione come previsto, ma solo a livelli infinitesimali)(…).
La stessa cosa sarebbe valsa per la diga di Ridracoli, lo scorso anno, che per un apparente difetto di gestione mai spiegato (ad esempio sulla base delle medie trentennali di riempimento, che nessuno ci ha fatto vedere) ha causato allagamenti a valle nel solo corso d’acqua interessato da una gestione pubblica Emiliano Romagnola. Mentre l’altro corso d’acqua diciamo gemello in zona, interessato da una diga gestita da ENEL è rimasta perfettamente sotto controllo, parlo dell’alluvione dell’anno scorso.
Ancora aspettiamo chiarimenti in riguardo dal commissario per il rischio idrogeologico dell’Emilia Romagna dei tempi, Stefano Bonaccini.
Bene, tornando alla Spagna, sappiate che l’EU ha chiesto di abbattere gli sbarramenti, le dighe, per motivi ambientali e sotto indirizzo EU. Salvo che l’assenza di sbarramenti imposta dall’EU, con l’indirizzo di abbatterli, causi poi alluvioni, ad esempio come quella degli scorsi giorni a Valencia, a fronte di un evento non poi così eccezionale storicamente parlando.
Infatti, verrebbe da dire, bisognerebbe quasi costruire nuovi invasi, altro che cancellare gli invasi esistenti…
Per fortuna che in Spagna iniziano ad arrabbiarsi coi cd. gretini di turno, avendo ben chiari i danni che derivano da una malsana gestione dei corsi d’acqua (in Italia invece la propaganda distruttiva di matrice EU vince sempre, o quasi, sigh).
Esempi en anzi prove convergenti
Sta di fatto che un’alzata di scudi spagnola contro le follie Green dell’EU è in corso, follia in grado di trascinare nel fango il governo filo EU di Sanchez.
Fa comunque piacere vedere la Spagna, mai schiava di alcuno, fare cerchio in disastri epocali, chiedendo la testa dei responsabili. Senza propaganda. Anzi con competenza ed attenzione ai dettagli. La’ una strategia della tensione indotta, fatta passare per riscaldamento climatico, invece trattasi di semplice mala gestione, non avrà gli effetti voluti in caso di catastrofi del genere, statene certi.
Fonte Svizzera, https://www.tio.ch/dal-mondo/cronaca/1793536/bufera-sul-governatore-di-valencia-per-l-allerta-data-con-11-ore-di-ritardo
L’Italia invece, paese schiavo, ha dimostrato di non essere in grado di reagire dovutamente, nell’interesse della propria popolazione.
Sullo sfondo, gli interessi della lobby Green in EU, i soliti don Rodrigo interessanti ad arricchirsi alle spalle delle comunità, con progetti senza senso compiuto (se il fine e migliorare il benessere del 99%+ della popolazione).
MD
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Immagine: fonte Youtube