E’ risaputo che l’essere “accountable” è termine anglosassone sconosciuto in Italia, nel senso che non c’è una vera traduzione letterale del termine. O forse non c’è proprio cultura per il termine, meglio detta. Essere accountable significa – in soldoni – rispondere delle proprie azioni, nel bene e nel male. Di fatto una sorta di meritocrazia allargata: sei bravo, ottieni risultati, verrai premiato. Fai errori, verrai processato e nel caso degradato. O mandato in galera.
Facile, in effetti sembra proprio la traduzione semplificata di meritocrazia: dunque, nel paese dove la meritocrazia viene combattuta, in quanto bisogna preservare i Don Rodrigo e le sue caste, a partire ad esempio dai medici, la cd. “accountability” non può esistere. Chiaro, dove non c’è “accountability” si diventa un paese al contrario, dove Pinocchio viene condannato per essersi fidato del gatto e la volpe seminando le sue monete nel campo dei miracoli; ma senza condannare il gatto e la volpe per avergli sottratto il denaro con l’inganno, per intenderci…
Un paese dove Pinocchio, nella magistrale opera di Carlo Collodi, non studia perchè la scuola gli permette comunque di evitarlo, dove il nonno è vecchio e povero, dunque con limitati mezzi anche educativi, senza aiuto da parte dello Stato, anzi il contrario, deve arrangiarsi…. E dove la redenzione arriva solo grazie alla provvidenziale fatina dai capelli azzurrini, che poi è la versione raccontata ai bambini dell’Uomo della Provvidenza che tante e tante volte è stato messo sul piedistallo nel paese a forma di Stivale, solo per ritrovarsi alla fine con un ammasso di macerie, gli ultimi due esempi sono Benito Mussolini e Mario Draghi (ma almeno il primo ha pagato per i suoi tradimenti, di fatto la sua colpa è stata di aver aderito allo stato fantoccio nazi-tedesco nel nord Italia, tradendo il Paese, ndr).
Appunto, applicando accountability Donald Trump non ha firmato la condanna dell’attacco di Sumy, quello di inizio Pasqua 2025, l’anno in cui la Pasqua ortodossa coincide con quella cattolica. Insomma, diciamolo chiaro: la Russia mai avrebbe scatenato un attacco del genere, sanguinario fino all’eccesso, contro i civili, in tale giorno Santo: è sostanza più che forma conoscendo un poco i russi!
Ovvero, per l’attacco di Sumy il presidente Donald J. Trump ci ha nei fatti spiegato, appunto “coi fatti”, che è stato un false flag, voluto da chi NON vuole la pace in Ucraina.
E chi è che non vuole la pace in Ucraina? L’Europa ex coloniale delle elites, oggi conosciuta come Davos.
E perchè l’Europa vuole la guerra? Perchè necessita di acquisire le ricche risorse ucraine con l’inganno, una nuova forma di colonialismo, in realtà sempre la stessa. Ne più ne meno la stessa protervia applicata negli USA dagli inglesi per depredarla delle sue risorse, solo per esserne sconfitti in loco da Giorgio Washington e soci. O dalla Francia ad Haiti, ancora oggi in ginocchio a causa della depredazione assoluta e totale francese che è stata talmente pervasiva da mettere in ginocchio l’isola caraibica per secoli.
Se non vi fidate di noi, in questa interpretazione, potete verificare quanto scritto da Andrea Gaiani alcuni giorni fa, patron di Analisi Difesa: l’ostacolo alla pace in Ucraina è l’Europa, di fatto, che sta boicottando gli accordi appunto di pace tra Russia ed USA.
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Sullo sfondo, l’accordo di spartizione dell’Ucraina, “risorse ucraine concesse da Zelensky [un uomo di Davos a tutto tondo] per 100 anni alla Gran Bretagna“. Londra che però lavora in tandem con la Francia dai tempi dell’Entente Cordiale del 1904, a difesa del comune passato coloniale (poi nella WWI la Germania attaccò e Francia e Gran Bretagna magicamente si trovarono unite, mentre il cugino di Giorgio V in Russia, lo Zar, avallava il piano di guerra reinventato per l’ennesima volta dalle solite elites coloniali e guerrafondaie Europee; memento che allo stesso tempo anche il Kaiser era nipote della Regina Vittoria a capo del fu Impero Britannico, ndr).
Per farla breve, l’attacco di Sumy è stato semplicemente – nei fatti – una sorta di false flag per impedire la pace in Ucraina: Trump lo sa e lo ha pure detto, “non firmo tale condanna perchè questo è un tentativo di boicottare la pace con la Russia“.
Chiaramente, una pace in Ucraina che l’Europa non vuole.
Capite?
L’arma dei dazi USA sull’Europa farà il resto, tempo al tempo, prima tocca alla Cina poi al Vecchio Continente sempre coloniale (in molti scommettono che è questione di settimane prima che in Cina scoppino rivolte pesantissime per l’assenza di lavoro e lo stop alle fabbriche indotti dallo stop ai consumi USA di prodotti cinesi , ndr).
Meglio detta, l’Europa ha in qualche modo orchestrato tale carneficina (lato ucraino), a Sumy, ma Trump non ci è cascato! Ed i giornali europei hanno tenuto bordone nella bugia, passando le veline che erano stati istruiti di passare, niente di cui stupirsi.
Anche oggi tali media continuano a tenere bordone evidenziando solo la “toppa” al buco (nell’acqua) dell’attacco a Sumy: vediamo solo in un angolo in alto a destra il messaggio dato da Trump; ovvero facendo passare al volgo solo il falso messaggio che la firma trumpiana al messaggio di condanna avrebbe boicottato gli accordi di pace, non che l’attacco di Sumy nessuno ha mai confermato dettagli per cui fosse davvero di origine russa (le deflagrazioni, separate, sono stati almeno due, ndr), solo i giornali di Davos hanno dato la colpa alla Russia all’unisono. Che caso…
In tale contesto nessuno osserva che Zelensky è ovunque ormai, sui media, nel mondo. Ma quasi mai in Ucraina: facilmente dirige la guerra dall’estero, le malelingue dicono da un luogo segreto in Normandia e dintorni, davanti alle coste inglesi suoi protettori, chiaramente non ci sono prove in riguardo. Per ora…
Certo che Zelensky ormai lo vedono in Ucraina tanto quanto Jannik Sinner lo vedono a Montecarlo…
Questo per informarvi che le notizie passate dai grandi giornali, oggi, soprattutto nei titoli, non sono fatti ma propaganda in larga parte. Con il fine ultimo di convincervi di una tesi contro un’altra. Ovvero, necessariamente per mandarvi in guerra a termine, a morire. Il piano delle elites europee di sangue, sempre coloniali e MAI MERITOCRATICHE, è sempre lo stesso, da secoli.
Che poi ciò coincida con lo stare oggi CONTRO gli USA di Trump che vogliono invece – con la Russia – la pace e non la guerra fa parte dello stesso schema (…).
Fate molta attenzione a non avallare tale deriva, perchè se gira come l’Europa vuole poi vi mandano in guerra a morire, a maggior ragione oggi che le varie INPS europee, ossia il welfare europeo, è al collasso, INSOSTENIBILE (dunque, ecco emergere il piano di mandare in guerra in quaranta-cinquantenni a termine, NON i giovani, ma questo lo scoprirete da soli fra qualche tempo...).
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Tornando all’accountability, il generale Flynn ha specificato bene l’indirizzo da seguire, oggi e domani e dopodomani: il governo USA deve applicare totale ed assoluta accountability!
Il capo del DNI, ossia di tutti i servizi segreti USA, Tulsi Gabbard, un militare per altro in gambissima, ha dato immediato seguito: le espulsioni e le epurazioni vengono applicate oggi con sistematicità, come si fosse già in guerra calda, chi tradisce, chi passa informazioni al nemico viene cacciato. E processato, in America non vanno per il sottile. Lo stesso succede all’FBI, al DoJ, ed in tutte le istituzioni dipendenti dal Presidente.-
In Europa, ed in Italia in particolare, questo esempio purtroppo non è stato colto, la casta di Roma, Milano, Napoli e Firenze non è abituata a premiare chi merita ed a punire chi fa cose fatte male. Ma le cose cambieranno, statene certi.
Trump parlerà certamente di accountability a Giorgia Meloni nel suo viaggio negli States: meglio la stimata Premier si prepari le risposte da dare. Coi fatti. Ossia – attenzione – NON con le parole, siamo in pre-guerra (per l’Italia guerra NON in Ucraina).
MD