Effettivamente molte cose non tornano: ma non era la Lega che doveva essere il partner degli USA in Italia? E dunque, come è possibile che il primo provvedimento post Salvini sia stato quello che ha bloccato Huawei in Italia? Provvedimento approvato per altro dal M5S senza battere ciglio. I dubbi si moltiplicano…
Michele Geraci è colui che ha reso possibile l’accordo con Pechino sulla Via della Seta
Va notato che invece i leghisti ai tempi sostenevano che la colpa della mancata approvazione del decreto anti-Cina – come della eccessiva amicizia con la Cina – DIPENDESSE dai 5Stelle. Movimento che invece – ripeto – ha detto sì senza remore al primo provvedimento di Conte contro Pechino. Alcuni sono arrivati anche ad mettere in giro la storiella che Geraci fosse in quota M5S e non in quota Lega, mah…
La logica dei fatti accaduti direbbe che il nemico degli USA, a vedere gli eventi, sembra essere proprio Salvini assieme alla Lega, possibile? Tutto è ormai possibile a questo mondo, dopo due Papi (di cui uno gesuita, ossia in gergo definito come “nero”), un presidente nero di pelle degli USA e soprattutto la Juventus in serie B, ….
Cdm atto primo: approvazione del Golden Power per la rete 5G contro Huawei e ZTE. Sgarbo a Salvini?
Da qui a dedurre che il tweet di Trump pro-Conte della Casa Bianca sia stato in realtà dettato della volontà di avere qualcuno affidabile per gli interessi USA al governo il passo è breve:
Ossia, Salvini non è stato mollato dagli USA, forse NON è MAI entrato nelle grazie americane. Il motivo magari lo scopriremo vivendo, chissà.
Questo strano caso della Lega scaricata dagli USA sembra avere una certa attinenza con quello di Claudio Scajola del 2010, vi ricordate l’ex ministro anche lui agli Interni e poi dello Sviluppo Economico di Forza Italia che fu di fatto bruciato per lo scandalo di aver acquistato la casa vista Colosseo “a sua insaputa”? Sta di fatto che ai tempi anche lui fece diciamo un’azione sopra le righe, casualmente: si mise d’accordo con i francesi di Areva per la costruzione delle centrali nucleari italiane post referendum sul nucleare [vedasi sopra], poi abortito causa Fukushima. Ai tempi, chi fu messo fuori gioco da tale decisione diciamo “strategica” dell’ex ministro di Forza Italia? Ricordo che certamente tra i “feriti” ci fu la mitica Westinghouse Nuclear americana e, guarda caso, soprattutto, l’americana GE-Hitachi, che da sempre ha in Italia una seconda patria viste le assidue frequentazioni dei suoi ex managers nei cda dell’Italia che conta.
I fatti dell’epoca ci dicono che a breve giro Scajola, certamente in modo casuale, fu “bruciato” dallo scandalo della casa vista Colosseo comprata a sua insaputa, reato a cui comunque seguì la prescrizione, va detto [ma dopo molti anni, ndr]. Oggi l’ex ministro è sparito dalla politica, complici – tra gli altri – strani casi di dossier sottratti al Ministero e rinvenuti a casa sua, fatti di cronaca di cui la stampa parlò solo molto superficialmente (vedasi LINK e LINK).
Oggi, a quasi 10 anni di distanza, abbiamo innanzi un accordo con la Cina, se non firmato “a propria insaputa”, quanto meno con la “sbandierata” o meglio “ipotetica” contrarietà leghista, la Via della Seta. Parimenti qualcuno in Italia ha permesso che Huawei, cacciata dagli USA per questioni di intelligence, abbia poi aperto i suoi uffici proprio a Milano, va capito se per Washington è stato un affronto . Peccato che tutto ciò sia accaduto con un segretario del MISE, Geraci, l’artefice della trattativa dell’accordo con la Cina, che era in quota Lega. Notate anche che Geraci era anche vicino a Armando Siri (anche lui coinvolto in scandali finanziari di vario genere), infatti collaborava con l’altro sottosegretario leghista nella scuola di formazione della Lega.
Fa per altro pensare la frequentazione dello stesso Geraci con Hillary Clinton, a Cernobbio, questo week end. Ben ricordando che Geraci fu mandato dal governo gialloverde a trattare i dazi USA di Trump, spedendolo proprio negli States, anche questo resta inspiegabile: visto che Geraci era colui che aveva cucinato il deal con la Cina, mandarlo negli States non fu proprio una mossa che andava nella direzione degli interessi degli italiani, o sbaglio? O ne avrà approfittato per andare a trovare Hillary Clinton durante tale visita negli States? Ah, a saperlo….
Questi sono i classici misteri della politica de’ noantri. Sta di fatto che probabilmente Geraci non si ritiene debba essere molto amato dalle parti di Washington D.C.
Se poi ci aggiungiamo anche le frequentazione di Salvini con la famiglia Verdini, ben ricordando che si scrive Verdini ma si legge Matteo Renzi (…), resta ancora molto da comprendere. Soprattutto quale sia il legame tra Cina-salviniani-Lega (Geraci)-Hillary-Verdini/alias Renzi.
I fatti risultanti sono invece chiari: gli USA oggi hanno bellamente scaricato Matteo Salvini. E quando uno viene scaricato così dagli americani, almeno in Italia da 75 anni a questa parte (notasi che non succede solo in Italia) difficile che si rialzi. Infatti, come ai tempi gli USA non furono felici di Scajola filo-francese con Areva, non sia mai che oggi non possa essere successo lo stesso con il paladino del sovranismo leghista. Il motivo ai nostri giorni però non lo conosciamo. Ma i dubbi restano. E – come è solito in questi casi – la possibilità di capirci qualcosa è direttamente proporzionale alla sovraesposizione mediatica dei soggetti coinvolti.
Quello che invece importa agli italiani è che al governo è andata la coalizione più di sinistra della storia italiana, salita a Palazzo Chigi grazie ad un subitaneo ritiro di Salvini dal governo che nessuno ha capito, anche perchè nessuno ne ha spiegato le motivazioni in modo quanto meno comprensibile se non convincente.
Nota di colore: lo stesso Salvini ha paventato negli scorsi giorni in Umbria la possibilità di un suo futuro ritiro sul Lago Trasimeno, alla Cooperativa dei Pescatori (Scajola invece ha scelto la Liguria).
Questo sito ospitò commenti lungimiranti in passato, dal dott. Vincenzo Zappalà al nostro stimato osservatore dagli USA, che contribuì con questo – appunto – lungimirante articolo nello scorso mese di maggio (che letto oggi fa addirittura impressione leggere):
Geraci must go (or Salvini will go?): implications of Italy signing in the Belt & Road Initiative with China
Con tali esempi in mente permettetemi una considerazione. Personalmente spero, nel bene dell’Italia, che il segretario leghista si faccia di lato facendo spazio a Giulio Tremonti, l’unico in grado di affrontare economicamente la sfida dell’Italia, magari in compagnia di Gulio Sapelli nella squadra (invece del “Governo dei due Matteo”, come ebbe erroneamente a preconizzare Eugenio Scalfari, sarà la squadra dei “due Giulio”?)
Mitt Dolcino
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