Redazione: Abbiamo sempre saputo che il Presidente-Sultano Erdogan, con il suo neo-ottomanesimo, avrebbe posto dei seri problemi sia all’Europa che al Medio Oriente.
Giocando spregiudicatamente fra est e ovest, egli sfrutta la posizione geo-strategica della Turchia per ottenere grosso modo tutto quello che vuole.
Compreso “rubare” i giacimenti d’idrocarburi all’isola di Cipro, in barba a qualsiasi diritto.
La Germania e i “durissimi” paesi di Visegrad caleranno le braghe davanti al ricatto migratorio? E Stati Uniti/Israele si opporranno o cercheranno un compromesso che non li penalizzi troppo?
La nostra opinione? Cominciamo pure a contare i soldi che il Presidente Erdogan ci chiederà e a girarci dall’altra parte quando il Sultano sottometterà le popolazioni curde, sterminando l’YPG.
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Arthur Lyons per Voice of Europe
Il Presidente turco Recep Erdogan ha minacciato di “aprire le porte”, consentendo ai migranti siriani di lasciare la Turchia e dirigersi verso i paesi europei, a meno che non venga molto presto istituita una “zona di sicurezza” all’interno della Siria, devastata dalla guerra.
Le parole di Erdogan sono arrivate con forza nel mezzo delle crescenti tensioni con gli Stati Uniti per i ritardi nella creazione di una “zona di sicurezza” in Siria — e soprattutto per il destino della milizia curda YPG, alleata degli Stati Uniti, che la Turchia considera un’organizzazione terroristica.
“Il nostro obiettivo è che almeno un milione dei nostri fratelli siriani tornino nella “zona di sicurezza’ che formeremmo lungo il nostro confine, per una lunghezza di 450 km”, ha detto Erdogan in un discorso ad Ankara giovedì scorso.
E ha continuato: “Dateci supporto logistico e noi costruiremo nuovi alloggi in una fascia profonda 30 km nel nord della Siria. In questo modo potremmo fornir loro condizioni di vita umane”.
“Senza questo supporto dovremo aprire le porte” — ha avvertito Erdogan — “Scusateci, ma non porteremo questo fardello da soli. Non abbiamo avuto alcun aiuto dalla comunità internazionale ed in particolare dall’Unione Europea”.
La Turchia sta attualmente ospitando circa 3,6 milioni di “rifugiati siriani”, molti dei quali sono arrivati al culmine della crisi migratoria del 2016.
La minaccia di Erdogan alimenta i timori per un altro impetuoso afflusso di persone in Europa, che potrebbe provocare una crisi migratoria rispetto alla quale quella del 2015-2016 sembrerebbe una passeggiata nel parco.
Non è la prima volta che il Governo turco minaccia di “aprire le porte” ed inondare l’Europa di migranti.
Ad agosto la Turchia aveva avvertito i paesi europei che, se lo avesse voluto, avrebbe potuto distruggere i Governi europei lasciando che milioni di migranti provenienti dal Medio Oriente attraversino i suoi confini per farsi strada in Europa.
Il Ministro degli Interni turco Süleyman Soylu, in un suo discorso, aveva così dichiarato: “Stiamo affrontando la più grande ondata migratoria della storia. Se aprissimo le porte nessun Governo europeo potrebbe sopravvivere per più di sei mesi. Consigliamo loro di non mettere alla prova la nostra pazienza”.
Ankara ha ricevuto aiuti dall’UE per miliardi di euro al fine d’impedire ai migranti di entrare in Europa. Negli ultimi mesi, tuttavia, la Turchia sembra che sia tornata sulle sue promesse.
Quest’estate migliaia di migranti hanno invaso la Grecia. La scorsa settimana, ad esempio, oltre 600 migranti, in un solo giorno, sono sbarcati sull’isola greca di Lesbo.
Nel corso delle ultime settimane il drammatico aumento degli immigrati ha portato le strutture dell’isola sull’orlo del collasso, costringendo il Governo a trasferire 1.500 migranti dal centro di accoglienza di Lesbo alle strutture di Salonicco [https://voiceofeurope.com/2019/09/migration-crisis-2-0-greece-at-a-breaking-point/].
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Link Originale: https://voiceofeurope.com/2019/09/turkeys-erdogan-threatens-to-open-the-gates-to-flood-europe-with-middle-eastern-migrants/
Scelto e tradotto da Franco
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